Cronaca

Processo “Conquista”, nove ammessi all’abbreviato. Scarcerato il boss Bonavota

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Il capo del clan di Sant’Onofrio era recluso al carcere di Parma al 41bis. La comunicazione è arrivata nel corso dell’udienza, mentre l’imputato assisteva in videoconferenza

di GABRIELLA PASSARIELLO

Il gup del Tribunale di Catanzaro Barbara Saccà ha ammesso nove richieste di rito abbreviato per gli imputati coinvolti nel duplice blitz Antimafia “Conquista 1 e 2”, scattato nel dicembre del 2016 e a giugno 2017,contro vertici e sodali del clan dei Bonavota, cosca di ‘ndrangheta attiva a Sant’Onofrio e Maierato nel Vibonese. Si tratta di Francesco Fortuna, 37 anni di Sant’Onofrio; Onofrio Barbieri, 37 anni di Sant’Onofrio; Domenico Bonavota, 38 anni di Sant’Onofrio; Pasquale Bonavota, 43 anni di Sant’Onofrio; Nicola Bonavota, 41 anni di Sant’Onofrio; Giuseppe Lopreiato, 23 anni di Sant’Onofrio; Domenico Febbraro, 24 anni di Sant’Onofrio; Francesco Michienzi, 37 anni (collaboratore di giustizia) e Vincenzino Fruci, 41 anni di Curinga. E oggi in aula gli avvocati Nicola Cantafora, Ermenegildo Massimo Scuteri e Vincenzo Gennaro hanno comunicato al loro assistito Domenico Bonavota in video conferenza dal carcere di Parma, dove fino a poche ore fa si trovava ristretto in regime di 41bis, la sua scarcerazione, decretata dai giudici del Riesame, chiamati a pronunciarsi per la seconda volta dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione.

I reati contestati e le intimidazioni. Ai vertici e affiliati del clan Bonavota, la Dda contesta una sfilza di reati che vanno, a vario titolo, dall’ associazione a delinquere di stampo mafioso, alla detenzione e porto d’armi comuni e da guerra, dalla ricettazione in concorso ai danneggiamenti ai danni di due aziende facenti parte del gruppo Callipo. In particolare l’intimidazione a colpi di arma da fuoco nel 2004 alla “Giacinto Callipo converse alimentari spa” e nell’aprile del 2016 al complesso residenziale “Popilia Country Resort”. Gli imputati inoltre devono rispondere a vario titolo di due omicidi, quello di Raffaele Cracolici, alias “Lele Palermo”, freddato il 4 maggio 2004 a colpi di arma da fuoco a Pizzo Calabro, e quello di Domenico Di Leo, alias “Micu Catalanu”, ucciso a Sant’Onofrio in via Tre Croci il 12 luglio 2014. Il gup ha aggiornato l’udienza al prossimo 26 gennaio giorno della requisitoria del pm della distrettuale Antonio De Bernardo e l’inizio delle arringhe difensive dei legali, nel cui collegio sono impegnati anche gli avvocati Ermenegildo Massimo Scuteri, Salvatore Staiano, Sergio Rotundo, Tiziana Barillaro, Francesco Muzzopappa, Giosuè Monardo, Nicola D’Agostino e Giuseppe Spinelli.

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