Cronaca

‘Ndrangheta, il pentito Emanuele Mancuso parla e l’inchiesta sui Soriano si allarga: nuovi indagati (NOMI)

La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro chiude le indagini preliminari della cosiddetta operazione "Nemea". Gli indagati ora sono 17. Contestata anche l'associazione finalizzata al narcotraffico

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C'è anche l'associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico tra le accuse contestate al clan Soriano di Filandari a conclusione dell'inchiesta scaturita dall'operazione "Nemea". Proprio nelle ultime ore la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiuso le indagini preliminari allargando il cerchio anche a fronte delle dichiarazioni fornite dal nuovo collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso. C'è infatti pure il nome del rampollo della potente famiglia di Limbadi nell'elenco delle 17 persone destinatarie dell'avviso di conclusione indagini.

I nomi. Il pubblico ministero della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci ha iscritto sul registro degli indagati: Giacomo Cichello, 31 anni di Filandari; Luca Ciconte, 26 anni di Sorianello; Emanuele Mancuso, 30 anni di Nicotera (collaboratore di giustizia); Francesco Parrotta, 35 anni di Ionadi; Graziella Silipigni, 47 anni di Filandari; Caterina Soriano, 28 anni di Filandari; Giuseppe Soriano, 27 anni di Filandari; Leone Soriano, 52 anni di Filandari; Massimo Vita, 27 anni di Vena Superiore; Mirco Furchì, 25 anni di Limbadi; Domenico Soriano, 59 anni di Filandari; Domenico Nazionale, 31 anni di Tropea; Rosetta Lopreiato, 49 anni di Filandari; Maria Grazia Soriano, 46 anni di Filandari; Giuseppe Guerrera, 23 anni di Filandari; Luciano Marino Artusa, 57 anni di Filandari; Alex Prestanicola, 27 anni di Filandari.




Leone Soriano

Narcotraffico. Oltre alle accuse di estorsione, danneggiamento e minacce con l'aggravante mafiosa, viene quindi contestato anche l'articolo 74, ovvero l'associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. A rispondere di questo reato sono Leone, Giuseppe, Caterina Soriano, Francesco Parrotta, Luca Ciconte, Graziella Silipigni, Emanuele Mancuso, Giacomo Cichello e i nuovi indagati Domenico Soriano, Domenico Nazionale, Rosetta Lopreiato, Alex Prestanicola, Maria Grazia Soriano, Giuseppe Guerrera e Luciano Marino Artusa. Secondo l'accusa avrebbero operato in provincia di Vibo e con ramificazioni e contatti sul territorio nazionale per il trasporto, la detenzione ai fini di spaccio, la cessione e la vendita a terzi di cocaina, eroina, marijuana e hashish. In particolare Leone e Giuseppe Soriano sarebbero i capi-promotori, Graziella Silipignie e la figlia Caterina Soriano avrebbero agito in qualità di organizzatore e promotore, Luca Ciconte, Francesco Parrotta e Giacomo Cichello come partecipi mentre Emanuele Mancuso avrebbe rifornito il sodalizio di marijuana fungendo da intermediario di Giuseppe Soriano per l'approvvigionamento di cocaina. Alex Prestanicola, Maria Grazia Soriano e Giuseppe Guerrera avrebbero avuto il compito di occultare e rivendere la droga; Rosa Lopreiato di nasconderla; Marino Artusa di confezionare e rifornire il sodalizio di cocaina, Domenico Nazionale e Domenico Soriano si sarebbero invece occupati della vendita al dettaglio.

Emanuele Mancuso

Operazione "Nemea". Il blitz contro i Soriano di Filandari è scattato all'alba dello scorso 8 marzo. I carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Giovanni Bombardieri, hanno eseguito sette fermi nell'ambito di un'inchiesta condotta dal sostituto procuratore Annamaria Frustaci. Le accuse, a vario titolo, vanno dall'estorsione al danneggiamento, dalla detenzione di armi e munizioni alla detenzione di droga ai fini di spaccio. Reati aggravati dal metodo mafioso. L'inchiesta fa luce su una serie di intimidazioni messe a segno tra Filandari e Jonadi in un arco temporale piuttosto ristretto che va da fine novembre a fine febbraio. Una dozzina gli atti intimidatori ricostruiti dai carabinieri guidati sul campo dal colonnello Luca Romano e dal maggiore Valerio Palmieri. Tra i tanti episodi oggetto del fermo, inquietante l'idea di compiere un attentato ai danni della caserma dei carabinieri di Filandari.

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