Bufera giudiziaria sulla Regione, Oliverio come Scopelliti: ultimo anno di mandato fatale

L'inchiesta coordinata da Nicola Gratteri è un vero e proprio colpo letale alle ambizioni di ricandidatura del governatore al quale il Movimento Cinquestelle chiede ora le dimissioni

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Un vero e proprio terremoto sulla Regione. L'ultimo anno di mandato finisce per essere fatale anche al governatore Mario Oliverio, così come accadde a Giuseppe Scopelliti. Ed in questo caso l'accusa è tale da comportare per la massima autorità politico-istituzionale della Calabria l'obbligo di dimora. L'inchiesta, che ha portato all'emissione di sedici misure, di cui una in carcere, sei ai domiciliari e due obblighi di dimora da parte del gip distrettuale di Catanzaro, è di quelle da far tremare le vene ai polsi perché riguarda l'affidamento di alcuni appalti.

Bufera giudiziaria. Per lui il giro di vite della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri potrebbe costituire un vero e proprio colpo letale. Oliverio, convinto di riproporre la propria ricandidatura alla guida della Regione, era ormai in campagna elettorale. Al suo seguito si erano già schierati oltre 200 sindaci e vari amministratori. La strada sarebbe stata in salita per via di una serie di promesse elettorali non mantenute, almeno fino al momento, ma il governatore era convinto di farcela a sconfiggere la concorrenza del centrodestra che potrebbe puntare sul sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, sebbene una decisione definitiva non sia ancora stata presa, dai Cinquestelle e da altre forze civiche. Per lui era stata paventata, nei mesi scorsi, anche l'ipotesi di una candidatura alle elezioni europee. Un po' lo stesso "salvagente" elettorale che tentò di utilizzare Giuseppe Scopelliti senza fortuna nel 2014, poi tutto si concluse con un nulla di fatto ed Oliverio decise di puntare alla riconferma, nella convinzione che con una tripartizione degli schieramenti avrebbe potuto dire la sua. Di recente, il governatore aveva preso una posizione chiara pure nella corsa alla segreteria nazionale del Partito democratico allontanandosi dai renziani e non fornendo supporto all'ex ministro dell'Interno Marco Minniti (poi ritiratosi dalla contesa) ma preferendo schierarsi dalla parte del presidente della Regione Lazio Giuseppe Zingaretti.




Il cursus honorum. Lunghissima la sua carriera politica, caratterizzata da una serie di successi, culminati nell'autunno 2014 con l'elezione a governatore. Consigliere regionale del Pci già nel lontanissimo 1980, primo degli eletti a palazzo Campanella nel 1985, poi sindaco di San Giovanni in Fiore dal 1990, è stato deputato per quattro legislature dal 1992 fino al 2006 e presidente della Provincia di Cosenza dal 2004 al 2014, quando vinse le primarie con Gianluca Callipo e Gianni Speranza e si lanciò nella corsa a governatore conclusa con una vittoria schiacciante. Oliverio prevalse con il 61,4% dei voti a discapito della candidata del centrodestra Wanda Ferro.

Le inchieste giudiziarie. Prima del terremoto di questa mattina, Oliverio era stato toccato solo da un'inchiesta per abuso d'ufficio condotta lo scorso 7 maggio dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Ecco perché l'operazione della Guardia di Finanza su input della Dda ha colto quantomeno di sorpresa gli ambienti della politica.

Il futuro di Oliverio. Quali saranno ora le scelte del governatore? Come reagirà Oliverio? Una strada potrebbe essere quella delle dimissioni, come fece Giuseppe Scopelliti che passò il testimone ad Antonella Stasi. La prima ad invocarle è stata qualche ora fa la deputata del Movimento Cinquestelle Laura Ferrara: "Le dimissioni immediate di Mario Oliverio dalla presidenza della Regione Calabria sono un atto dovuto nei confronti dei calabresi. La guardia di finanza - ha detto - ha notificato un provvedimento cautelare per abuso d'ufficio aggravato dal metodo mafioso. Il suo governo regionale si e' distinto piu' per le indagini che coinvolgono i membri della Giunta e lo stesso Presidente che non per un'azione politica volta allo sviluppo del territorio. Oliverio non puo' piu' rappresentare la Calabria". Ma non è detto che il presidente della Regione intenda perseguire subito questa via. Di sicuro, la leadership a questo punto può ritenersi seriamente compromessa ed il suo futuro politico quantomeno in discussione.