Cronaca

Agguato a Pesaro, falle nel sistema di protezione. Salvini: “Bruzzese voleva uscire fuori dal programma”

Il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra: "Audizione per chiarire punti oscuri". L'ex sottosegretario Ferri: "La sicurezza non si crea a colpi di tweet"

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"Questo signore, al quale va una preghiera, da oltre due anni e mezzo aveva chiesto di uscire dal sistema di protezione". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in riferimento a Marcello Bruzzese, ucciso il 25 dicembre nel centro marchigiano. Il ministro dell'Interno ha presieduto alla Prefettura di Pesaro il Comitato per l'ordine e la sicurezza. "Vedremo cosa non ha funzionato nel sistema di protezione, anche se il lavoro delle forze dell'ordine è eccellente. Per fortuna i dati ci dicono che le Marche e i marchigiani sono più forti di qualunque infiltrazione criminale, e i dati lo confermano".




Audizione in Commissione antimafia. L'omicidio avvenuto a Pesaro di Marcello Bruzzese, fratello di un collaboratore di giustizia e pertanto sottoposto a protezione, è ritenuto un evento "grave ed inquietante" dal presidente della Commissione antimafia Nicola Morra che ha deciso di convocare in audizione, per i primi giorni di gennaio, il sottosegretario Luigi Gaetti e il generale Paolo Aceto del Servizio Centrale di Protezione affinché possano aiutare a chiarire i punti oscuri di questa vicenda. "Non è stato fatto il necessario per proteggere un collaboratore e i suoi familiari. La procura di Pesaro, la DDA di Ancona in collaborazione con quella di Reggio Calabria e le forze dell'ordine stanno lavorando a ritmo serrato per dare le dovute e necessarie risposte, oltre che per individuare gli assassini. Nel rispetto di questo lavoro credo che sia doveroso attendere gli sviluppi e che in commissione possano essere poste le domande che attendono risposta".

Fare chiarezza. "Verificare cosa non ha funzionato, fare chiarezza e garantire sicurezza. Il fatto che sul campanello vi fosse il cognome Bruzzese lascia perplessi, circostanza da chiarire bene e verificare perché non si sia scelta la strada del cambio d'identità. La lotta alla criminalità organizzata è una cosa seria". Così Cosimo Maria Ferri, magistrato ed eletto come indipendente nelle liste del Pd, ex sottosegretario alla Giustizia, commenta all'Adnkronos l'agguato di Pesaro dove il fratello di un pentito di 'ndrangheta è stato ucciso nonostante fosse sotto protezione. "La sicurezza non si crea a colpi di Tweet - sottolinea Ferri - ma con anni di lavoro, di organizzazione, di strategia, di scambi di informazioni, di sinergia tra forze dell'ordine, magistratura, società civile. La delicatezza di questi fatti inquietanti richiede severità, attenzione e analisi profonda del fenomeno".

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