Sarebbe di natura dolosa il tentativo di incendio che nella serata di ieri ha mandato a fuoco alcune cassette posizionate dinnanzi alla frutteria di proprietà dei genitori del collaboratore di giustizia Andrea Mantella, quasi in pieno centro cittadino a Vibo. E' quanto emerge dai primi rilievi effettuati sul posto dai vigili del fuoco del Comando provinciale che sono riusciti ad intervenire appena in tempo evitando il propagarsi delle fiamme all'intera struttura. Danni dunque limitati ma resta la gravità del gesto sul quale indagano i carabinieri a lavoro per decifrare i contorni di una vicenda tutta da chiarire.
Ritorsione o avvertimento. Con il passare delle ore va dunque attenuandosi l'ipotesi della natura accidentale dell'incendio e il particolare apre inquietanti scenari. Non si esclude che possa trattarsi di una ritorsione per via della decisione di Andrea Mantella di collaborare con la giustizia, ma questa è una delle ipotesi al vaglio degli investigatori. Un pista da seguire ma - da quanto si apprende - non quella privilegiata. La famiglia del pentito si era "espressamente dissociata" nel giugno del 2016 dalla scelta del congiunto di collaborare con la giustizia e con una lettera inviata agli organi di stampa aveva dichiarato di "non voler avere più nessun tipo di rapporto con Andrea Mantella". Una presa di distanza pubblica e netta da parte di tutti i familiari dell'ex boss emergente della 'ndrangheta vibonese.
L'altro incendio. Probabile che dietro il tentativo di incendio della frutteria dei Mantella ci sia qualcos'altro. Non a caso gli inquirenti tendono a collegare l'episodio di ieri sera a uno analogo avvenuto nei giorni scorsi nel quartiere Sant'Aloe dove ignoti hanno tentato di dare alle fiamme una Mercedes Classe A in uso a una delle sorelle di Andrea Mantella. Un tassello da incastonare in un complicato puzzle che i carabinieri stanno cercando di ricostruire per inquadrare una serie di episodi tra di loro apparentemente staccati l'uno dall'altro ma, forse, ispirati da un'unica regia.
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