Cronaca

‘Ndrangheta nel Vibonese, omicidi Franzoni e Pugliese Carchedi: cinque condanne

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Il gup del Tribunale di Catanzaro Francesca Pizi ha emesso cinque condanne e disposto un non luogo a procedere nell’ambito del processo con rito abbreviato scaturito dall’operazione “Outset” che ha fatto luce su due omicidi commessi nel Vibonese tra il 2002 e il 2006. Al centro del procedimento giudiziario gli agguati che sono costati la vita a Mario Franzoni freddato a Portosalvo nel agosto del 2002 e a Giuseppe Pugliese Carchedi, ucciso lungo la strada che da Pizzo porta a Vibo Marina nella notte tra il 16 e il 17 agosto del 2006.

Il verdetto. Il non luogo a procedere riguarda Rosario Primo Mantino, 44 anni di Vibo Marina. Il giudice ha condannato Salvatore Mantella, 45 anni, di Vibo Valentia, cugino del collaboratore di giustizia Andrea Mantella, a 30 anni di carcere; Vincenzo Giampà, 49 anni, di Lamezia Terme, a 20 anni di reclusione; mentre per i collaboratori di giustizia Domenico Giampà, 38 anni, di Lamezia Terme, Andrea Mantella, 46 anni, di Vibo Valentia e Pasquale Giampà sono stati condannati a 8 anni di carcere ciascuno. Regge il castello accusatorio della Procura distrettuale, sebbene in aula il pubblico ministero Andrea Mancuso avesse chiesto pene più severe e tre ergastoli.

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L’omicidio Franzoni. Quali killer del delitto di Franzoni vengono indicati due esponenti del clan Giampà di Lamezia Terme, in uno scambio di favori fra lametini e vibonesi. Un particolare svelato dagli stessi pentiti che hanno consentito alla Dda di Catanzaro di fare quadrato sull’omicidio di Mario Franzoni, assassinato nei pressi di un incrocio stradale nella frazione Porto Salvo, mentre era seduto alla guida di una macchina ferma ad uno stop, freddato da sei colpi di pistola calibro 9, in testa, al collo, al torace e all’addome. Il primo pentito a parlare è stato Giuseppe Giampà, ai vertici della cosca Giampà di Lamezia che ha indicato mandanti ed esecutori del delitto nei verbali di interrogatorio resi il 12 settembre e il 15 ottobre 2012, nonché il 25 gennaio 2013. In particolare Giuseppe Giampà ha riferito scrive il gip nell’ordinanza “circostanze particolarmente precise che poteva descrivere solo chi aveva piena conoscenza del fatto”. L’omicidio, secondo Giuseppe Giampà, era stato ordinato da Andrea Mantella e Francesco Scrugli per conto della cosca Lo Bianco indicando il luogo dell’esecuzione e il fatto che la vittima, di origini vibonesi, trasferitosi in Brianza, nella circostanza si trovava in Calabria per le ferie. Giuseppe Giampà ha indicato l’autore materiale dell’omicidio in Domenico Giampà e in Enzo Giampà, colui che guidava lo scooter il giorno del delitto.

L’omicidio di Pugliese Carchedi. L’omicidio di Giuseppe Pugliese Carchedi matura invece all’interno degli ambienti criminali vibonesi. Ne danno conto, nello specifico, due dei quattro collaboratori di giustizia Raffaele Moscato e Andrea Mantella. Il primo sostiene che a compiere l’agguato mortale a Pugliese Carchedi siano stati Rosario Mantino, Rosario Fiorillo, detto “Pulcino”, Michele Fiorillo, detto “Zarrillo”, e Davide Fortuna come “ritorsione per una precedente intimidazione”.

Il collegio difensivo. Impegnati nel processo Aldo Ferraro, Manfredi Fiormonti, Sergio Rotundo, Diego Brancia, Enrico Tucci, Alessandro Diddi, Giovanna Aprile, Caterina Ferrari, Antonio Porcelli, Salvatore Sorbilli.

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