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Elezioni amministrative a Vibo, confusione e veti anche a sinistra del Pd

Il Sud che sogna dice no a Luciano, Rifondazione comunista si pone ancora fuori dagli schemi. Sinistra Italiana pronta al dialogo per costruire una coalizione credibile

consiglio comunale vibo

Dal Sud che Sogna a Rifondazione comunista passando per Sinistra italiana. L’universo della sinistra prova a dire la sua sulle prossime elezioni amministrative. Non ha dubbi sul percorso da seguire Nicola Arcella, segretario provinciale de “Il Sud che sogna”. “Tenteremo di dialogare con il Pd – spiega – per costruire un’alternativa vincente per la città. Certo, questo perder tempo non ha fatto bene a nessuno. Ora bisogna accelerare”. Idee chiare quelle de “Il Sud che sogna”, sulla possibile alleanza tra il Pd e Stefano Luciano: “Non abbiamo nulla a che vedere con chi ha avuto ruoli di responsabilità nella passata amministrazione”.

Non entra nel merito della discussione tutta interna ai dem neppure il coordinatore provinciale di SI Gernando Marasco ma chiarisce: “Con il passo indietro di Lo Schiavo e l’avvicinamento del Psi e della parte maggioritaria del Pd al progetto guidato da Stefano Luciano, il quadro politico cambia; la cosa può non piacerci, ma siamo in democrazia e nessuna regola vieta ai progressisti e alla sinistra diffusa di organizzarsi autonomamente e proporsi con un progetto autonomo, a patto di trovare, a un mese dalla presentazione delle liste, le risorse umane e la figura carismatica in grado di guidarlo”. Insomma, le idee non mancano serve un candidato credibile per “non lasciare orfana quella fetta di elettorato e di opinione pubblica” che si riconosce nei valori della sinistra. Il rischio d’altronde è elevato. “C’è la possibilità concreta che la sinistra cittadina non riesca a presentarsi alle elezioni in forma organizzata”.

L’obiettivo di Rifondazione comunista, invece, sarebbe stata la realizzazione “di un programma chiaro e netto” per il futuro della città. Ma altri non l’hanno pensata allo stesso modo. Ed anche la candidatura a sindaco di Antonio Lo Schiavo “presentava – evidenzia il segretario provinciale Mario Oliva – il limite dell’autoreferenzialità della sua posizione di consigliere e rappresentante dei progressisti che gli ha impedito di accreditarsi come interlocutore credibile”. Pure altre forze politiche “di sinistra hanno mantenuto una subordinazione politica mantenendo posizioni ambigue”. E “le soluzioni formulate in queste ore per trovare rimedio alla possibile mancata presenza della sinistra alle elezioni appaiono – chiosa – irresponsabilmente posticce se non drammaticamente grottesche”.

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