Milano, 2 settembre 2016 - 10:52

Rock in fuga dal Conservatorio
I docenti si mettono in proprio

Crollo degli iscritti al corso pop, otto studenti hanno già dato la disdetta

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Aveva portato i suoi graffianti riff di chitarra al Conservatorio «Donizetti» di Bergamo creando un dipartimento pop-rock strutturato, con lezioni tenute da suoi colleghi di primo livello e facendo eseguire le canzoni dei Queen al saggio finale. E aveva spinto per trasformare i suoi corsi da liberi (esterni al Conservatorio) in preaccademici (propedeutici alla successiva iscrizione al Donizetti»). La trasformazione è stata ottenuta, ma ora il suo creatore se ne va e si mette in proprio. Fabrizio Frigeni e la sua squadra, composta da Eugenio Mori alla batteria, Davide Rossi alle tastiere e Beatrice Sinigaglia al canto, hanno lasciato il Conservatorio. E hanno creato la Italian Music Academy con sede al Centro congressi King Kong di Grassobbio e con lezioni che partiranno il prossimo mese.

Ottenuta la trasformazione del corso, Frigeni aveva partecipato al bando per avere la cattedra a tempo determinato, ottenendo il massimo dei punti a parità con Paolo Manzolini. Ma poi aveva deciso di non partecipare alla prova pratica (e la cattedra è andata infine a Luciano Zadro): «Quando si vuole istituzionalizzare un corso specifico o riconoscere una qualifica a un docente di pop o rock — dice Frigeni — ci si scontra con regole ministeriali pensate per chi proviene dalla classica, e che male si adattano a un professionista che opera nello show business. Per questo ho preferito prendere la mia musica con me e riportarla dov’è già di casa: tra la gente». Frigeni, insieme ai suoi colleghi, vanta nel curriculum collaborazioni con 883, Eros Ramazzotti, Renato Zero, Andrea Bocelli e Laura Pausini.

Intanto in Conservatorio le domande di iscrizione arrivate in segreteria per il nuovo percorso di studi, intitolato «corso jazz a indirizzo popular», da maggio ad oggi sono state solo sedici. Delle quale 10 da studenti che avevano partecipato ai vecchi corsi (mentre altri otto, che si erano iscritti, hanno poi dato la disdetta). Numeri piuttosto risicati, se si considera che alle lezioni dello scorso anno gli iscritti erano 53 e anche il fatto che per essere ammessi al nuovo corso del Conservatorio si deve comunque superare un esame, e che il termine per iscriversi scadrà il 10 ottobre.

«Stimo Fabrizio e il lavoro che ha fatto da noi — commenta Emanuele Beschi, direttore dell’Istituto superiore di studi musicali «Donizetti» —. Credo che se fosse andato fino in fondo con la prova pratica sarebbe riuscito ad ottenere la cattedra, ma i criteri ministeriali vanno rispettati. E per rendere ancora più rigorosa la selezione avevo aggiunto come commissario esterno Luca Colombo, insegnante al Conservatorio di Parma e chitarrista sanremese».

«Gran parte degli studenti dello scorso anno mi ha contattato e seguiranno le lezioni nella mia nuova scuola — racconta il musicista —. Mi spiace però che molti ora si ritrovino disorientati dal fatto che sul sito del Conservatorio si faccia riferimento ai corsi ideati dal mio gruppo sulla base delle nostre caratteristiche d’insegnamento: la loro pubblicazione alimenta l’equivoco». I programmi erano infatti stati studiati in accordo con la direzione e approvati dal Consiglio accademico quando il chitarrista era coordinatore del dipartimento. E che vedono come materie di studio per la chitarra nomi che al Conservatorio si erano sentiti molto poco, come Jimi Hendrix, Deep Purple, Led Zeppelin, Ac/Dc. «Nel popular è compreso tutto, anche il funky e la fusion», spiegano dal Conservatorio. «Ma come si fa a far capire a un ragazzo che sogna di suonare i Nirvana — ribatte Frigeni — che deve seguire un corso jazz a indirizzo popular?».

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