Firenze

Spara e uccide passante a Firenze. La rabbia dei senegalesi: divelte fioriere, paura in centro

Il corteo dei senegalesi alla stazione di Firenze (Foto Cge) (cge)
Un centinaio di connazionali della vittima, Idy Diene, 54 anni, si è riversato su ponte Vespucci. Poi il corteo. Bloccato il traffico in stazione. Arrestato l'omicida
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La sera scoppia la rabbia. E il corteo di protesta dei senegalesi contro la morte del loro connazionale si trasforma in guerriglia. Un centinaio di senegalesì è sceso in piazza lunedì pomeriggio a Firenze, dopo l'omicidio di Idy Diene, 54 anni, ucciso da Roberto Pirrone, pensionato di 65 anni sul ponte Vespucci a Firenze. I senegalesi hanno prima bloccato il ponte, dove è avvenuta la tragedia, e poi si sono diretti verso la questura "per chiedere chiarimenti sulla morte" del loro connazionale. Lungo il tragitto, per le vie del centro, hanno divelto le fioriere antiterrorismo e rovesciato cestini seminando il panico tra turisti e cittadini. In piazza Signoria, dove hanno avuto un incontro sotto Palazzo Vecchio con l'assessore al welfare Sara Funaro e l'imam Izzedine Elzir, hanno tentato di bloccare un'auto che passava davanti al museo Gucci, ma gli agenti si sono frapposti.

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Il corteo poi ha proseguito su via dei Calzaiuoli: qui è cominciata la furia, con le fioriere divelte e cestini e scooter rovesciati. Attimi di paura, con turisti e fiorentini che si sono rifugiati nei negozi. "Li abbiamo visti sfilare tutti insieme, devastando ogni cosa", ha detto un negoziante. In via Cerretani, altra tappa del corteo, sono stati buttati a terra alcuni scooter. In piazza del Duomo danneggiata parte della recinzione di un cantiere.  "Abbiamo raccolto due morti in questa città e abbiamo mantenuto la calma. Stavolta basta", dice Pape Diaw, membro della comunità senegalese di Firenze. "Come mai questo avviene subito dopo le elezioni? E' un omicidio razzista, di tutte le persone che ha incontrato una volta uscito di casa lui ha sparato a uno di colore... E a noi dicono di stare calmi? Siamo stati calmi già l'altra volta" dice riferendosi al 2011 alla strage di piazza Dalmazia compiuta da Gianluca Casseri.

Il corteo ha poi raggiunto piazza della Stazione: i manifestanti hanno bloccato il traffico intorno al cantiere della tramvia, con autobus e taxi fermi sulle corsie preferenziali. Qualcuno ha anche abbattuto parte delle recinzioni di uno dei cantieri della tramvia. Sono state gettate a terra inferriate da alcuni giovani immigrati, che hanno ostacolato il transito dei veicoli su tutta la piazza e dalle strade di accesso. La situazione è stata tenuta sotto controllo dalle forze dell'ordine, ma una parte dei senegalesi ha continuato la protesta. Una donna ha chiesto al personale della Digos di incontrare il sindaco di Firenze, cori contro "razzismo", "fascisti" e contro Salvini si sono alternati a momenti di calma apparente e di relativo silenzio.


Tutto è cominciato lunedì mattina, poco prima delle 12. Quando sul ponte Vespucci, a pochi passi dal centro storico di Firenze, Roberto Pirrone, ex tipografo in pensione, ha freddato con sei colpi di pistola Idy Diene, ambulante senegalese.  Ai poliziotti che lo hanno portato in questura l'uomo ha raccontato che avrebbe voluto uccidersi. Ma poi, non trovando il coraggio, avrebbe deciso di sparare per finire i suoi in carcere. Inizialmente avrebbe incrociato una donna di colore con un bambino, desistendo dalle sue intenzioni. Poi ha colpito Diene, uccidendolo. Sul posto sono subito arrivati i soccorsi: ma i tentativi di rianimare l'uomo sono stati inutili.


Pirrone ha fatto riferimento alla volontà di suicidarsi per questioni economiche. Un biglietto di addio, indirizzato alla figlia, sarebbe stato ritrovato nella sua abitazione in Oltrarno, non lontano da ponte Vespucci. Uscito in strada, dopo aver discusso con la moglie sempre per motivi economici, Pirrone, ex tipografo in pensione,  armato di una Beretta Px4 semiautomatica, regolarmente detenuta, invece di suicidarsi ha sparato all'ambulante senegalese. E' stata una pattuglia dell'esercito, formata da paracadutisti della Folgore e impiegata nell'operazione Strade sicure, a individuare e bloccare Pirrone, poi portato in questura dalla polizia. Anche se, secondo quanto emerge dall'interrogatorio, l'uomo ha dichiarato che quando è stato fermato stava andando a costituirsi ai carabinieri. A dare l'allarme i dipendenti del consolato americano, che hanno avvertito gli spari. L'area è stata subito transennata per consentire l'intervento dei soccorsi. Sul posto è arrivato anche il pm Giuseppe Ledda. Secondo quanto emerso in queste ore, negli stessi minuti in cui Pirrone faceva fuoco contro il senegalese Idy Diene,la figlia ha chiamato il 113 dicendo che il padre era uscito in strada armato, dopo aver lasciato un biglietto dal cui contenuto si poteva pensare che intendesse togliersi la vita. "Temo per l'incolumità di mio padre, ha con sé delle armi", ha detto la giovane al telefono con la centrale della questura.

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Le reazioni "Comprendiamo il dolore ma qualunque forma di violenza contro la città è inaccettabile, tenuto conto anche che l'omicida è stato subito assicurato alla giustizia e l'amministrazione comunale ha incontrato una delegazione della comunità senegalese", ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella commentando i danneggiamenti in centro.  "I violenti vanno isolati e azioni del genere sono incivili oltre che irrispettose della memoria della stessa vittima", ha aggiunto Nardella che ha parlato con il console del Senegal, Eraldo Stefani, e poco prima aveva invitato la comunità senegalese a "manifestare, mantenendo la calma e a non travalicare le forme di espressione pubbliche del dolore". "Siamo molto dispiaciuti per i danneggiamenti e per quanto sta avvenendo, e stiamo facendo il possibile per calmare i ragazzi - spiega Diye Ndiaye, presidente dell'associazione dei senegalesi - sono molto impauriti, molto arrabbiati, anche per il clima generale che si respira in questo momento, ma stiamo facendo il possibile per tranquillizzarli, per rasserenare gli animi. Firenze non merita quello che sta succedendo, siamo davvero mortificati". Domani, ha annunciato Ndiaye, ci sarà un presidio di solidarietà in ricordo della vittima.

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"Dobbiamo tutti stringerci nel dolore intorno alla famiglia e alla comunità del senegalese ucciso, senza dividerci", ha aggiunto Izzedin Elzir, imam di Firenze e presidente Ucoii, spiegando che la vittima "era parente di Samb Modou", uno dei due senegalesi uccisi il 13 dicembre 2011 a Firenze da Gianluca Casseri, simpatizzante di estrema destra che poi si suicidò. "Dobbiamo dare un grande abbraccio alla famiglia e alla comunità colpita da questa tragedia, non è il tempo delle divisioni: tutta la città di Firenze abbraccia i senegalesi in questo momento di dolore", ha aggiunto Elzir sottolineando che "il clima di intolleranza di questa campagna elettorale certo non ha aiutato".