Da mesi non piove e le conseguenze si fanno sentire. Per adesso però soltanto a Roma. Nella capitale italiana è previsto un razionamento dell’acqua con turni di otto ore dal prossimo venerdì. La Regione Lazio è in stato di emergenza ed è necessario attivare subito il piano di contingenza. La gravità della situazione è confermata dalle autorità. Secondo il presidente della regione, Nicola Zingaretti, “a Roma sta finendo l’acqua […] è una vera tragedia.

Il livello dell’acqua sul lago di Bracciano è diminuito considerabilmente e questo può diventare una catastrofe naturale. Abbiamo sette giorni per studiare e analizzare tutte le possibilità che abbiamo, affinché siano ridotti i disagi per i cittadini. L’errore che non possiamo fare è chiudere gli occhi e andare avanti. Il problema è lì ed è molto grave”, ha avvertito Zingaretti. “Avere acqua nelle case è un diritto, ma dobbiamo fare fronte ad un grave stato di siccità. Vorrei invitare il presidente americano Donald Trump a Roma questi giorni, per fargli capire cosa significa rispettare gli accordi sul clima”, ha concluso il presidente della Regione.

Per il sindaco di Roma, Virginia Raggi, la situazione è preoccupante. In un’intervista per il quotidiano La Repubblica, ha detto che “bisogna fare il possibile per garantire l’acqua a cittadini, ospedali, vigili del fuoco e attività commerciali nella città di Roma”. Raggi ha ricordato che l’amministrazione del Movimento 5 Stelle è stata la prima a denunciare la drammatica situazione che si vive sul Lago di Bracciano e per questo ha sofferto ingiuste critiche contro le misure di emergenza. Negli ultimi mesi, era stato ridotto il rifornimento d’acqua da 1000 a 900 litri per secondo.

Le cause dell’emergenza acqua

Il Lago di Bracciano è di origine vulcanico ed è a 48 chilometri da Roma, con 56,5 chilometri di superficie e una profondità di 1,40 metri.

Come si è arrivati a questa situazione? Mentre sono stati prelevati dal lago 1400 litri d’acqua al secondo nel mese di giugno e 1100 litri d’acqua nel mese di luglio, la siccità ha devastato la pozza naturale. Il lago di Bracciano è sotto 35 centimetri dal suo livello naturale. Siccome Roma dipende da questa fonte d’acqua – che non ha affluente ma si “nutre” dalle precipitazioni – non resta che chiudere i rubinetti.

Per questo motivo è stato deciso di interrompere l’estrazione d’acqua dal lago di Bracciano dal prossimo 28 luglio e fino al 31 dicembre. Si spera che in questo modo si possa facilitare la ripresa del livello naturale dell’acqua e l’integrità ambientale del posto. Tra le cause che hanno provocato questo fenomeno di siccità sul lago ci sono l’utilizzo delle sue acqua per uso umano, l’evaporazione provocata dalle alte temperature di questi giorni e la mancanza di piogge in questi mesi.

Turni e orari del rifornimento dentro il Raccordo

In un comunicato diffuso il fine settimana, l’azienda Acea – responsabile del rifornimento d’acqua per la capitale italiana -, ha spiegato che la riduzione drastica del somministro costringe a mettere in atto un piano di riduzione dell’offerta”. La città sarà divisa in due quadranti (si calcola di circa 1,5 milioni di residenti), a cui sarà distribuita l’acqua a turni. Si spera che un cittadino su due resti senza acqua ogni 24 ore. Il totale d’ore sarà l’acqua sarà distribuita a turno a ciascun quadrante e quindi ogni 24 ore, per un totale di 16 ore. Il razionamento sarà fatto all’interno del Raccordo annullare e coinvolgerà negozi, uffici, residenze ma anche ospedali e centri sanitari.

In alcuni luoghi strategici saranno collocati autobotti per il rifornimento più urgente. Ovviamente saranno chiusi i famosi “nasoni”, tipiche della capitale, e altre fontane.

E pensare che l’acqua fu un elemento determinante per l’espansione dell’impero romano. La risorsa idrica, distribuita grazie agli acquedotti romani, ha contribuito allo sviluppo agricolo e ha fatto di Roma la più grande e potente città. Oggi invece è costretta a chiudere i rubinetti.