Ormai sono diversi anni che, all'arrivo dell’ estate, gli operatori turistici sperano in un'annata migliore, e puntualmente invece si assiste inermi alla diminuzione delle presenze di villeggianti e turisti. Da qualsiasi lato si guardi, la Calabria, pur ricca di tesori ambientali e naturalistici che nulla hanno da invidiare ad altre regioni con vocazione turistica, oggi viene sempre più trascurata e ignorata da vacanzieri e visitatori.

Eppure il mare calabrese non è di certo più inquinato degli altri. Purtroppo, in questo stillicidio continuo per gli operatori turistici, nessuno è esente da colpe: sia la politica che gli operatori del settore hanno determinate responsabilità.

Per motivi di lavoro, negli anni abbiamo avuto modo di girare tutta l'Italia e, nella maggior parte delle località balneari frequentate, abbiamo notato che l'offerta è molto variegata, e che i tour operator tendono a prolungare il periodo turistico ben oltre il mese di agosto, offendo al turista/visitatore una serie di attenzioni che non si limitano al bagno estivo.

Le Cinque Terre, ad esempio, hanno sviluppato il Turismo enologico, attirando visitatori anche in autunno. La vendemmia in Piemonte o nella Valle dell'Adige rappresentano un'ulteriore occasione per attrarre i turisti. E, oltre a queste, potremmo citare tante altre iniziative volte alla promozione del turismo. Ma allora cosa bisogna fare per migliorare la situazione in Calabria?

Certo, bisogna considerare che negli ultimi anni la disponibilità economica dei cittadini è andata sempre più scemando, così come il carico fiscale che grava sugli operatori rende costoro poco inclini ad investire i loro risparmi per creare attrattiva. Ma è anche vero che, come diceva un vecchio proverbio, "chi non risica, non rosica", dunque sarebbe opportuno che gli investitori mostrassero un po' più di coraggio e di fiducia nel futuro.

Ma questo non esonera dalle loro responsabilità i politici

La mancanza di infrastrutture adeguate, fanno sì che il turista eviti di fermarsi in Calabria. Purtroppo, in questa regione, c'è soltanto un aeroporto in grado di supportare un traffico adeguato di velivoli. Inoltre scarseggiano le reti di collegamento tra le varie città: basti pensare che da Praia a Mare a Lamezia Terme, sono necessarie oltre due ore di auto, mentre gli spostamenti in treno, a causa di una miriade di stazioni chiuse, sono da escludere completamente.

E anche il comparto sanitario lascia un po' a desiderare. Ci sono vastissimi bacini di utenza lasciati senza strutture ospedaliere, situazione che causa non pochi disagi a persone anziane e malate che, per raggiungere il primo ospedale, devono percorrere decine e decine di chilometri.

In sintesi, in Calabria mancano i collegamenti e i servizi, e l'assistenza sanitaria è praticamente assente.

Al giorno d'oggi il turista, prima di muoversi, controlla quali servizi gli offre la località in cui vorrebbe recarsi per la sua vacanza e, nel momento in cui si rende conto che mancano gli ospedali, che non ci sono i collegamenti infrastrutturali, e che non c'è nemmeno alcuna struttura di divertimento, evita di andare in Calabria.

Basterebbe che si unissero quattro/cinque comuni limitrofi che ogni sera, a turno, potrebbero offrire degli spettacoli di carattere culturale, musicale o di qualsiasi altro genere.