Una contesa accesa, che sembra destinata a proseguire imperterrita. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, ha rincarato la dose con un nuovo intervento sulle presunte ombre che caratterizzerebbero gli interventi delle Organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo, la cui attività è stata invece difesa dallo scrittore Roberto Saviano. Le organizzazioni ricoprono un ruolo alquanto delicato, in quanto si occupano di prestare soccorso ai migranti che tentano di raggiungere il Bel Paese dalle coste libiche.

In un'intervista rilasciata a Sky, il candidato prescelto per concorrere alle politiche dal Movimento 5 Stelle ha lanciato un'accusa che non poteva passare inosservata al grande pubblico. Di Maio, citando sia rapporti Frontex che dati provenienti dalla magistratura, ha, infatti, accusato alcune Ong di essersi piegate alle logiche criminali attraverso accordi diretti sia con gli scafisti che con i trafficanti di uomini. Il tutto per sostenere e ottenere vantaggi dal lucroso business dell'immigrazione.

La polemica con Saviano

Il vicepresidente della Camera vuole, dunque, chiarezza su come viene gestito questo mercato "impuro", che a suo dire vedrebbe coinvolte in traffici loschi per l'appunto quelle stesse organizzazioni che invece dovrebbero esser deputate a salvare vite umane.

Roberto Saviano, autore di Gomorra, sin da subito si è mostrato critico rispetto alle accuse lanciate da Di Maio, sostenendo che sia tutta una montatura costruita ad arte per accaparrarsi i voti di quanti i migranti "li vorrebbero morti in fondo al mare". L'esponente del M5S ha accusato lo scrittore di parlare senza cognizione di causa. La polemica prosegue dal 21 aprile 2017, giorno in cui Di Maio, attraverso un post su Twitter, aveva dato il via alla sua campagna contro le Ong. Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International, si è detto indignato rispetto a quanto sostenuto dal vicepresidente della Camera, che sostiene a suo dire argomentazioni non confortate da prova alcuna.

Le inchieste proseguono

Proseguono intanto le indagini condotte da tre procure (Cagliari, Palermo e Catania) incentrate sull'ipotesi che esistano rapporti diretti tra alcune Organizzazioni non governative e gli scafisti. Entra in scena anche il Viminale, con il ministro dell'Interno Marco Minniti che ha chiesto ai magistrati di esser aggiornato costantemente sull'evolversi della situazione. Minniti ha, inoltre, deciso l'invio di 10 motovedette alla guardia costiera della Libia per ravvisare eventuali irregolarità nella gestione del traffico dei migranti. C'è infatti il sospetto che molti di questi vengano dirottati appositamente verso le nostre coste, quando ci sarebbero destinazioni più facili da raggiungere, coma Malta e Tunisia, che invece vengono snobbate costantemente dalle Ong straniere.