Pirolisi, i tecnici difendono l’impianto
La preoccupazione del comitato e del sindaco Cebrelli dopo la nuova audizione in Senato. Orellana attacca la Regione
RETORBIDO. I tecnici spaventano il fronte anti-pirolisi. La nuova audizione di ieri pomeriggio in Senato suscita le forti preoccupazioni del comitato No inceneritore e del sindaco di Retorbido, Isabella Cebrelli, mentre il senatore pavese Orellana attacca la Regione, rea di «non avere ancora individuato alcun elemento ostativo alla realizzazione dell’impianto».
Nel mirino finiscono gli interventi, davanti alla commissione 13 di Palazzo Madama (territorio, ambiente, beni ambientali) di Dario Sciunnach, il dirigente regionale a capo della procedura di Aia (Autorizzazione integrata ambientale), passaggio chiave dell’iter autorizzativo del progetto Iet, e soprattutto di Umberto Arena, ingegnere, docente dell’Università Federico II di Napoli, chiamato dalla giunta Maroni a fare parte del pool di cinque super-esperti che affianca i funzionari della Regione nella valutazione sulla fattibilità o meno della pirolisi.
Un «tecnocrate», così lo definisce il comitato, che «ha fornito ai senatori una descrizione dell’impianto di trattamento dei pneumatici usati, di taglio esclusivamente ingegneristico, trascurando completamente gli aspetti ambientali, di tutela della salute pubblica e di sostenibilità». Perplessità e sconcerto anche da parte di Cebrelli: «Il professor Arena – commenta a caldo il primo cittadino – ha fatto paragoni con impianti esistenti in Cina che sono parsi del tutto fuori luogo rispetto a quanto si sta discutendo a Retorbido. Le prime impressioni sono negative».
L’audizione si è aperta con l’assessore Terzi (Lega), che ha tracciato una sorta di cronistoria, dalla presentazione del progetto nel novembre 2014 fino all’appuntamento di giugno a Bruxelles, quando i sindaci dell’Oltrepo sono stati sentiti alla commissione petizioni Ue. Terzi ha sottolineato le criticità legate alla localizzazione dell’impianto nei pressi del corridoio ecologico del torrente Staffora, tutelato dalla recente delibera regionale, non applicabile però retroattivamente - secondo il giudizio espresso dalla Conferenza dei servizi dello scorso 23 giugno - al progetto Iet, poichè lo stesso è stato presentato (novembre 2014), prima del provvedimento della giunta Maroni; l’assessore ha comunque ribadito che i tecnici si sono impegnati a tenere conto di tale parere in sede di valutazione complessiva.
Il confronto si è praticamente concluso con gli interrogativi del senatore pavese Gianmarco Centinaio, capogruppo leghista, mentre Orellana ha poi manifestato timori a proposito «dell’apprezzamento espresso dai tecnici per la documentazione presentata dalla società proponente l'impianto, nonostante essa possa basarsi solo su dati ipotetici, dal momento che in Italia non esistono stabilimenti simili già realizzati, nè è possibile definire i rischi per ambiente e salute. Mi ha molto sorpreso, poi, come Terzi, nel ripercorrere l'iter non abbia dato alcuna rilevanza alla Conferenza dei servizi, durante la quale sono emerse significative criticità sollevate da Provincia, comuni interessati e comitati».
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