Ispettore dell’Asl muore per l’amianto
Per 40 anni ha controllato ambienti a rischio. Dopo la diagnosi di asbestosi aveva fatto causa all’azienda sanitaria
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PAVIA. Malato di mesotelioma, aveva chiesto danni per un milione di euro all’Asl per cui ha lavorato 40 anni, controllando impianti dove si lavorava l’amianto, compresa l’ex Fibronit di Broni. Antonio Cerri, 67 anni, ex ispettore del lavoro, è morto ieri al policlinico San Matteo. Con ogni probabilità moglie e figlio riavvieranno la causa, formalmente interrotta dal decesso. Oggi è prevista l’autopsia all’istituto di Medicina legale. Antonio Cerri viveva a Cava Manara con la moglie Maria Teresa, 66 anni, e lascia anche il figlio Davide, 38 anni.
L’altra sera Antonio Cerri si è aggravato improvvisamente. Dalla sua abitazione è stato trasferito nel reparto di Terapia intensiva del policlinico San Matteo dove è deceduto nella notte. «Non aveva mai smesso di lottare contro la malattia, diagnosticata due anni fa – dice uno dei suoi legali, l’avvocato Marco Casali – Una battaglia che la famiglia non intende abbandonare. L’autopsia è un atto dovuto, per fare chiarezza sulle cause di morte. Non si esclude che la procura apra un fascicolo per omicidio colposo». Dopo l’autopsia verrà fissata la data dei funerali.
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Antonio Cerri si è ammalato di mesotelioma pleurico durante la sua attività come ispettore dell'Asl (oggi Ats), per cui aveva chiesto un maxi risarcimento un all'ente per cui ha lavorato fino alla pensione, rappresentato dagli avvocati Casali e Matteo Borroni. Nell’ultima udienza tenuta in tribunale a Pavia, il giudice civile aveva decretato che l’ente titolato a essere chiamato in causa – per l'eventuale risarcimento – è l’ex Asl, e non l’attuale Ats che con i suoi legali aveva fatto opposizione alla richiesta di danni. Basandosi su questo ragionamento: non tocca all’Ats pagare un’eventuale indennizzo, ma agli enti che gestiscono la liquidazione delle vecchie Asl e Ussl, perché non si può stabilire in che momento della sua attività l'ex ispettore si è ammalato. Ma di certo prima del passaggio dall'Asl in Ats. Un’eccezione «infondata», secondo gli avvocati di Cerri.
L’ex ispettore aveva avuto dall’Inail il riconoscimento della malattia professionale e un'invalidità dell'85 per cento. Ma non bastava copre tutte le spese, neppure quelle necessarie per curarsi. La differenza con quanto previsto dall'Inail era una voce della richiesta di indennizzo che comprendeva il danno non patrimoniale, il danno da perdita di chance lavorativa e le spese mediche.
Cerri ha iniziato il suo lavoro nel 1978, quando ancora esisteva l'Usl di Voghera. Per dieci anni è stato tecnico di igiene, quindi è diventato operatore professionale addetto al servizio di vigilanza, e infine tecnico addetto alla prevenzione sugli ambienti di lavoro. Un attività che, alla fine, lo ha fatto ammalare.