È sempre straordinario ammirare un meraviglioso pianista al lavoro, con le sue dita che sembrano volare attraverso la tastiera e un volto contratto in uno sforzo di totale concentrazione. Questo articolo non sarà in grado di insegnarvi acrobazie sui tasti bianchi e neri ma, se non altro, vi darà qualche idea su come cominciare ad avvicinarvi a questo percorso.

Metodo 1
Metodo 1 di 8:

La storia

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    Familiarizzate con il vostro strumento. Sia che vogliate diventare un pianista classico o il tastierista di una band, le basi sono esattamente le stesse.
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    Imparate la terminologia. Ogni strumento ha il suo nome, ben preciso, ma spesso esistono variazioni che cambiano completamente il timbro usando la stessa interfaccia. È opportuno dunque dare un'occhiata, per quanto limitata, alla storia della tastiera.
    • Clavicembalo, altrimenti definito arpicordo o spinetta. Stiamo parlando di una delle prime tastiere in assoluto che sembrava rendere il suono più simile a quello di una chitarra piuttosto che a quello di un piano moderno. L'unica differenza con lo strumento che suoniamo ancora oggi era che la corda veniva pizzicata da un meccanismo mosso da una tastiera. E non importava se tu suonassi in modo forte o leggero. Il risultato era esattamente lo stesso e produceva la stessa profondità di suono.
    • Piano. Questo strumento ridefinisce completamente il processo del suono nato da una tastiera: le corde vengono colpite da un martelletto e non pizzicate; il martello, attivato dalla tastiera e di conseguenza anche dall'energia con la quale il pianista suonava sui tasti, era in grado di creare sfumature e dinamiche da tonalità estremamente soffici ad altre molto aggressive.
    • Piano elettrico. Se il piano produce una quantità di suoni incredibile e ricca è molto difficile da utilizzare come strumento per un concerto. Il piano è pesante, difficile da trasportare e, soprattutto, ad ogni variazione di clima, di ambiente o nel corso di ogni trasporto, corre il rischio di scordarsi rendendo necessario l'intervento di uno specialista per accordarlo. Negli anni '50, con l'avvento degli strumenti elettrici, i musicisti decidono di affidare al cosiddetto piano elettrico la tonalità del grandpiano a coda tradizionale. L'esigenza era quella di rendere il pianoforte più o meno trasportabile come una batteria. Di qui la nascita del piano elettrico e, ovviamente, dell'organo, l'antesignano delle attuali tastiere elettroniche.
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    E ora che avete queste basi è tempo di esercitarsi
Metodo 2
Metodo 2 di 8:

Capire La Tastiera

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    Date un'occhiata alla tastiera. Ma prima ancora di farlo un'avvertenza: le immagini che state vedendo sono un contributo del nostro network internazionale e arrivano da musicisti anglofoni. Loro, ed essendo l'inglese la lingua più diffusa del mondo la cosa sta diventando dominante anche per quanto riguarda gli aspetti musicali, hanno 'tradotto' le nostre note. Gli italiani hanno inventato il loro nome ma gli inglesi lo hanno reso più semplice, e diffuso in tutto il mondo. Per cui, quella che per noi è la scala che parte dal DO, e che conosciamo tutti a memoria anche senza conoscere la musica (DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, DO), per loro parte dal LA che chiamano A. Le note inglesi seguono un banale ordine alfabetico che comincia dalla A. Nulla vi impedisce di continuare a chiamare le note con il nostro caro vecchio metodo italiano ma gli spartiti e i software internazionali, sfortunatamente, parlano inglese. Quindi conviene essere ben consapevoli che le lingue sono due. E che quella italiana, purtroppo, serve solo a noi. Ma torniamo all'argomento principale. Sia che stiate suonando per piacere sul vostro iPad magari modulandolo come un vecchio sintetizzatore, o su una straordinaria workstation elettronica, o, perché no, su un grandpiano classico da concerto, quello che vi troverete davanti è esattamente la stessa cosa. Le tastiere sono tutte uguali e l'unica differenza può riguardare il numero dei tasti. Ecco un semplice schema:C = DOD = REE = MIF = FAG = SOLA = LAB = SI
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    La prima cosa che si nota è che ci sono due differenti tipi di tasti: quelli neri e quelli bianchi. La cosa può creare un po' di confusione a prima vista ma, in definitiva, ci sono un paio di differenze evidenti che vi chiariranno subito le idee.
    • Le note sono soltanto 12: dalle prime 12 si passa a un ulteriore sessione di altre 12 note esattamente uguali, soltanto più alte e via così, fino alla fine della vostra tastiera, dal basso verso l'alto in termini di acutezza di suono.
    • Ogni tasto bianco fa parte della scala del DO maggiore
    • Ogni tasto nero può essere definito diesis (#) o bemolle (b).
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    Guardate di nuovo la tastiera. E partite dal DO che si trova nella parte sinistra evidenziata dall'immagine. È il vostro punto di riferimento: la seconda nota, il RE, ha due tasti neri rispettivamente a sinistra e a destra mentre quella successiva il MI, ne ha soltanto una a sinistra.
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    Noterete sicuramente la successione di due tasti bianchi che di fatto si frappongono tra due tasti neri.
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    E noterete anche che il gruppo successivo di note è del tutto simile alla prima con due note nere distribuite in modo uniforme tra tre le note bianche. La prima nota di questo gruppo è il FA, seguito dal SOL, dal LA e dal SI. Da qui la serie si ripete per ognuno dei gruppi di note che la vostra tastiera ha a disposizione.
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    Guardate la tastiera e individuate il cosiddetto DO centrale: nei metodi di insegnamento moderni internazionali, quelli che davvero chiunque può affrontare anche senza aver mai preso lezioni di musica, lo definisce C3. Gli altri DO più bassi avranno un numero inferiore, quelli con un suono più alto lo avranno ovviamente maggiore
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    Provate a suonare una canzone. No, non è troppo difficile e non è nemmeno impossibile. Partite dal DO centrale e immaginate di camminare normalmente, ad ogni passo che fate ascoltate e immaginate la nota che seguirà e fatelo fino al DO successivo. Ok, non possiamo proprio parlare di canzone ma questa è la base dalla quale tutti devono cominciare a imparare per un certo periodo di tempo finché non prendono familiarità con tastiera e suoni. Questa è quella che si definisce una scala, ovvero la base della musica.
    • Provate di nuovo a suonare. Proprio come prima, immaginando di camminare e, ad ogni passo, suonate la nota successiva che trovate sulla vostra tastiera ma stavolta ad ogni nota leggete da sinistra a destra prima di suonare il vostro passo. Magari provate anche a pronunciare, se non a cantare, la nota che vi apprestate a suonare un attimo prima di schiacciare il fatidico tasto. DR, RE, MI, FA, SOL… Adesso state leggendo la musica e, cosa più importante, state memorizzando la chiave di lettura della vostra tastiera
Metodo 3
Metodo 3 di 8:

Come Imparare

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    Imparate da soli. I sistemi con i quali si può imparare a suonare la tastiera non sono molti. E ognuno deve trovare il proprio.
    • Imparate a leggere la musica. Potete imparare da soli questa straordinaria qualità, potete prendere lezioni da un maestro o potete addirittura combinare i due metodi. Si tratta di qualcosa di avvincente da imparare e, cosa più importante, leggendo la musica nessuno strumento vi è precluso. Pianoforte, chitarra, basso, sassofono.
    • Imparate a suonare a orecchio. Suonare a orecchio non è poi così difficile, tanti ci sono riusciti ottenendo risultati incredibili (Ray Charles…) vi basteranno un paio di nozioni di base e lasciate che a fare il resto siano le vostre orecchie e le vostre mani. E, soprattutto, non dovrete essere costretti a studiare cose noiosissime come il solfeggio o imparare il modo in cui si devono leggere quei puntini neri sul pentagramma.
Metodo 4
Metodo 4 di 8:

Imparare a Leggere la Musica

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    Procuratevi qualche spartito. Ne troverete facilmente al negozio di musica più vicino: spiegate al negoziante che state cercando di imparare la tastiera, che genere di musica volete suonare raccomandandogli di consigliarvi del materiale con un approccio da principiante. Sicuramente il negoziante saprà indicarvi il metodo più adatto per ogni livello di apprendimento.
    • Potrebbero anche raccomandavi di andare a lezione da un insegnante di piano. Se avete qualche soldo da investire e se avete davvero il desiderio di imparare per bene, è comunque un buon consiglio.
    • Per la prima volta, quando posizionate le vostre mani sulla tastiera, troverete dei numeri sul pentagramma che vi aiuteranno. Questi numeri non sono altro che le vostre dita: 1 pollice, 2 indice, 3 dito medio, 4 anulare, 5 mignolo.
Metodo 5
Metodo 5 di 8:

Imparare a Suonare a Orecchio

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    Allenate le vostre orecchie. Nessun metodo di insegnamento è istantaneo e anche imparare a suonare una tastiera a orecchio non vi renderà più abili in meno tempo. Dovete ricordare il suono di una canzone che conoscete bene e, a poco a poco, provare a suonarla per tentativi, con i tasti che seguono la vostra memoria e il vostro orecchio. Occorre un po' di tempo per sviluppare questa capacità. Ma la buona notizia è che qualsiasi buon improvvisatore del mondo sa farlo per cui è una capacità che sicuramente vi tornerà utile, ed è tempo che indubbiamente non andrà sprecato. Ecco come potete cominciare.
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    Imparate l'arte del solfeggio: poco fa la definivamo un po' noiosa. In effetti lo è. Ma per chi vuole imparare a suonare musica seriamente, soprattutto sul pianoforte, è indispensabile. Il solfeggio insegna, sia verbalmente che vocalmente (nel senso di cantare) a riconoscere le note e tutte le scale, molto numerose e con un'infinità di variazioni possibili.
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    Provate. Sulla vostra tastiera partite dal DO centrale così come vi abbiamo mostrato poco sopra, e per ogni nota che suonate provate a cantare la nota successiva proprio come nello stile del solfeggio cantato. Non vi preoccupate se il vostro stile non è esattamente identico a quello di chi partecipa ad "Amici" o "X-Factor". L'idea è sempre più semplice di quello che sembra: al tasto che suonate deve corrispondere in modo quanto più preciso possibile il vostro tono di voce. E a proposito delle note nere?

    • Se considerate anche i tasti neri, seguendo il metodo italiano, visto che siamo stati proprio noi a inventare come scrivere e interpretare la musica, sarà semplice: DO, DO#, RE, RE#, MI, FA, FA#, SOL, SOL#, LA, LA#, SI e di nuovo DO. Questo se leggete in tono ascendente; ma se procedete in senso discendente i # (diesis) diventano b (bemolle), DO, REb, RE, MIb, MI, FA, SOLb, SOL, LAb, LA, SIb, SI e di nuovo DO. La scala che avete imparato poco fa, e che è costituita solo da toni, diventerà una scala arricchita anche dai semitoni. Di solito la parte iniziale è sempre molto familiare, ora si rende necessario che tutte le note abbiano il loro nome e, soprattutto, il loro suono nelle vostre orecchie e nella vostra testa.
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    Allenamento e pause. Anziché cantare e suonare le note continuativamente provate a pizzicarle come la voce alternandole a piccole pause. E create la vostra combinazione scrivetele, non è necessario il pentagramma se sapete come si chiamano le note ormai. Poi provate a suonarle sulla tastiera. Non esagerate con la prima serie, che sia qualcosa di breve e facilmente memorizzabile. Se ci siete riusciti e non avete fatto errori siete già a buon punto
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    Quando cominciate a sentirvi a vostro agio provate a suonare qualcosa che conoscete. Può essere una canzone familiare, qualcosa che ascoltate continuamente alla radio o qualcosa che ormai avete memorizzato da tempo. Qualsiasi cosa che vi metta a vostro agio.
    • Quando sarete riusciti a suonare tutta la canzone, così come la conoscete, senza errori, non dovrete far altro che applicare le basi del solfeggio a qualsiasi altra canzone. In pratica il solfeggio diventerà la chiave con la quale tradurre sulla tastiera qualsiasi cosa farete ascoltando.
    • Inutile sottolineare il fatto che più vi allenerete più migliorerete in fretta.
Metodo 6
Metodo 6 di 8:

La Tastiera Workstation

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    Qui bisogna fare un salto di qualità e porre alcune premesse. Pensate alla tastiera come a una sorta di cervello. E ogni cervello ha bisogno della sua quantità di memoria.
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    Il primo tipo di cervello è definito memoria di suono, o più facilmente tono: ci sono toni molto elementari perché nascono da strumenti che già esistono, il piano, il flauto, il violino e così via. Ma ce ne sono un'infinità di altri che, variando i parametri della vostra tastiera, potete addirittura inventare da soli.
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    Il secondo tipo di cervello è il ritmo. Ogni tastiera ha una sezione che viene definita ritmica o di stile. Le tastiere moderne includono kit di batteria, di basso che riassumono con pochi tocchi quelle che sono le ritmiche e le basi storiche, più comuni e moderne. Di solito le tastiere elettroniche controllano questo genere di effetti con la mano sinistra mentre, con la mano destra, dovete eseguire la melodia vera e propria.
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    Il terzo tipo di cervello è quello che consente a ogni vostra creazione di essere registrata e memorizzata. Per esempio, se avete suonato con la mano sinistra una parte di basso potete registrarla e salvarla; più tardi potrete aggiungere un accompagnamento di archi, registrarla e salvarla. Poi, potete suonare le due parti che avete già registrato e salvato insieme aggiungendo di volta in volta sempre nuovi elementi: è un processo praticamente infinito che si completa solo quando avrete raggiunto la completa soddisfazione ottenendo esattamente quello che volevate registrare. Ormai, con questo genere di tastiere, nulla è impossibile. Tutto si può creare o ricreare.
Metodo 7
Metodo 7 di 8:

Fate la vostra scelta

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    Prendete una decisione tra una tastiera elettronica e un piano tradizionale e prendete in considerazione i seguenti fattori.
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    Un pianoforte ha 88 tasti. È grande, pesante, ingombrante e di sicuro non potete ascoltarlo con le cuffie se decidete di esercitarvi alle 2 del mattino!
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    Gli studi classici sono ovviamente destinati a chi si avvicina al pianoforte tradizionale, e non a una tastiera elettronica che può solo simulare per alcune caratteristiche il piano. Ma ricordate anche che il passaggio dal piano digitale a quello tradizionale comporta ormai una perdita solo modesta rispetto della qualità del suono.
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    La tastiera digitale è più facile da suonare. Quando avrete a disposizione un piano provate a suonare una nota molto bassa e poi una molto alta. Quella bassa sarà pesante e grave e quella alta sarà leggera e più facile.
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    Ora provate a fare la stessa cosa con una tastiera elettronica: l'effetto sarà lo stesso ma non la forza che dovrete esercitare sul tasto che vi darà esattamente la stessa intensità di suono consentendovi una maggiore agilità, minore fatica e magari anche la possibilità di potervi esercitare per diverse ore senza difficoltà.
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    Molti tastieristi non hanno bisogno di tutta la varietà di note che offre un pianoforte. Per esempio. Il DO centrale può alzarsi o abbassarsi di una o più ottave con il semplice tocco di un tasto.
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    La tastiera elettronica è uno strumento molto versatile. È molto pratico se decidi di suonare in una band. Il chitarrista d'accompagnamento è in ritardo alle prove? Il tastierista può aggiungere qualche effetto di chitarra sulla propria dotazione di suoni e prendere il posto del chitarrista con pochi accordi senza alcuna difficoltà simulando sulla tastiera il suono della chitarra.
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    Ultimamente, sebbene le tastiere non abbiano mai completamente abbandonato il mondo degli studi e della musica classica, nel mondo della musica pop (ma anche del jazz, del rock come del reggae o del punk) la tastiera è diventata uno strumento di consolidato utilizzo.
Metodo 8
Metodo 8 di 8:

Pronti a fare di meglio?

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    Una volta che avrete imparato le basi, provate fare il salto di qualità. Suonate in una vera band!
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    Trovate un paio di amici che possano suonare basso, chitarra e batteria e imparate a suonare una canzone che tutti voi amate.
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    Provate e riprovate fino a quando la canzone non viene esattamente come volevate.
    • E quando avete finito iniziate con un'altra e così via, fino a crearvi un vostro repertorio e magari anche del materiale originale. Al punto che Eros Ramazzotti e Laura Pausini dovranno aprire il vostro show.

Consigli

  • Non preoccupatevi degli errori. Anche i migliori toppano di tanto in tanto, soprattutto agli inizi. Ricordate una regola: se non avete fatto errori, significa che non avete provato abbastanza.
  • Non lasciatevi sopraffare dalle difficoltà: continuate a provare e ce la farete.
  • Se fate un errore correggetevi subito e andate avanti.
  • Credete in voi stessi.
  • Potete anche prendere lezioni di piano con l'aiuto di testi e metodologie ma fatelo sapendo di non una fonte di reddito per un insegnante che magari vuole darvi l'impressione che avete solo da imparare e quindi da continuare a necessitare di lezioni.
  • Esercitatevi, esercitatevi, esercitatevi.
  • Ascoltate e imparate dalle persone che già padroneggiano lo strumento.
  • Accettate le critiche costruttive così educatamente come accettate gli inviti.
  • Imparare a suonare il piano si basa sugli stessi principi con i quali si impara a suonare la tastiera.

Avvertenze

  • Non aspettatevi di imparare tutto e subito. Nemmeno Mozart o Beethoven hanno imparato le cose in un lampo. Dunque, esercitatevi.

Cose Che Ti Serviranno

  • Tastiera
  • Uno spartito (non necessariamente per imparare a suonare o a leggerlo)
  • Un buon maestro
  • Entusiasmo
  • Molto tempo e moltissima pazienza

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Categorie: Strumenti Musicali
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