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«Mutuo e 7 prestiti ecco perché mi prostituivo»

Parla l’impiegata sorpresa nella casa d’appuntamenti: «L’ho fatto per i miei figli, ci sono mogli che fanno di peggio»

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Una foto che la donna pubblicava negli annunci on-line 

PADOVA. Quarant’anni, impiegata, madre di due figli, moglie. Come le è venuto in mente di farlo?

«Ho acquistato una casa da 500 mila euro nella Bassa padovana. Ho fatto un mutuo e poi un prestito per sistemarla. Poi è arrivata la cassa integrazione. A un certo punto non ce l’ho più fatta a pagare e quindi ho fatto un altro prestito e un altro ancora e un altro ancora. Mi sono ritrovata con un mutuo e sette prestiti. Ecco come mi è venuto in mente».

Una casa da 500 mila euro? Sarà una villa con piscina.

«Non c’è la piscina ma ci si avvicina molto come concetto. Ogni mese dovevamo pagare circa 4 mila euro. Non potevo perdere quella casa».

Così ha iniziato a pensare di fare la prostituta nei ritagli di tempo?

«Non ci ho pensato. L’ho fatto e basta. Ho cercato nei siti di appuntamenti gente che affitta le camere e mi sono messa nel giro. Se perdo quella casa la perdono anche i miei figli, si rende conto?».

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) L’impiegata e la casalinga, prostitute per pagare il mutuo]]

E suo marito? Non si è reso conto della situazione economica disastrosa?

«No. La gestione finanziaria ce l’ho in mano io. Lui si fida di me. Se io dico che ce la possiamo fare, per lui non c’è problema. Purtroppo ho fatto un grave errore di valutazione».

Lei dice di non averci pensato, di aver agito e basta. Ma decidere di agire in questo modo non è immediato. Non per una “normale” impiegata che è anche moglie e madre.

«Sono bella, sono sempre stata molto corteggiata. Ha presente le attrici o le modelle? Anche loro nel corso della carriera scendono a compromessi. Ecco, sono scesa a compromessi».

Quando riusciva a farlo?

«Di giorno, durante le pause di lavoro».

E quando tornava a casa come si sentiva?

«Mi toglievo quei panni e tornavo a essere una moglie e una madre. Ovvio che non sono mai stata fiera di me. Se avessi potuto realizzare lo stesso guadagno lavorando in pizzeria sarebbe stato meglio».

Lei dice che l’ha fatto per la sua famiglia. Non ha proprio alcun rimorso?

«Ci sono mogli che fanno di peggio».

E come donna non si è sentita usata, violata?

«Assolutamente no. Non provavo sentimenti. Mi calavo in una parte. Era una recita. Solo in un’occasione mi sono trovata in difficoltà. Di un cliente mi ero quasi innamorata».

Da quanto lo faceva? Quanti clienti riceveva?

«Da circa un anno. Nei periodi di maggior lavoro vedevo tre o quattro uomini al giorno».

Lei arrivava a guadagnare 10-12 mila euro al mese. Come giustificava questi introiti con suo marito?

«Non li giustificavo. Lui non ne sapeva niente, come non sapeva dei prestiti. Queste cose erano tutte in capo a me».

A quanto ammontava il debito da pagare per saldare i prestiti?

«Mi pare 80-90 mila euro».

Ce l’ha fatta a sistemare tutto ora?

«Mi resta un solo prestito ancora acceso, ce la posso fare».

Ora dovrà in qualche modo chiudere con questa doppia vita. Immagino non sia così semplice.

«Non è semplice, continuano ad arrivare decine di telefonate. Farò come facevo quando tornavo a casa la sera. Spengo il telefono e addio a tutti».

e.ferro@mattinopadova.it

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