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Addio al cronometro in corsia «Ora più medici e infermieri»

VENEZIA. La cura dei pazienti non può essere scandita dal cronometro ma richiede tempi adeguati alle diverse criticità di partenza e al decorso clinico. È un principio di buon senso quello che ha...

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VENEZIA. La cura dei pazienti non può essere scandita dal cronometro ma richiede tempi adeguati alle diverse criticità di partenza e al decorso clinico. È un principio di buon senso quello che ha indotto la commissione sanità del Consiglio regionale ad approvare - con voto unanime - la revisione dei “ valori minimi di riferimento” per il personale dirigente medico e quello in servizio nei Pronto soccorso «al fine di valutare l’adeguatezza dell’organico al raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza».

Che significa in concreto? «L’audizione di medici e infermieri ci ha convinto a rideterminare la metodologia assistenziale, passando dal minutaggio al fabbisogno effettivo, assicurando cioè una dotazione minima di medici e infermieri capace di garantire un servizio adeguato nei presìdi di Pronto soccorso», commenta il presidente leghista della commissione, Fabrizio Boron. Si tratta, in effetti, di un superamento del criterio stabilito in precedenza dalla stessa sanità regionale - che stabiliva un “tempo minimo garantito” alle diverse patologie, distinte in quattro fasce - criticato sul nostro giornale dal presidente veneto dell’Albo degli infermieri (l’Ipavsi) Luigino Schiavon che ne ha sollecitato, con successo, il riesame. «Il nuovo modello, fondato sulle esigenze espresse dagli operatori, potrà progressivamente essere esteso ad altre strutture sanitarie», aggiunge Boron e in proposito l’assessore Luca Coletto apre a nuove assunzioni: «Abbiamo chiesto allo Stato trecento medici e infermieri in più, speriamo bene... ».

Soddisfatto Claudio Sinigaglia (Pd) che sottolinea «l’importante coinvolgimento delle categorie professionali al fine della definizione di un assetto organizzativo garante dei livelli minimi di assistenza sanitaria»; una frecciata arriva invece da Patrizia Bertelle del M5S, pure favorevole al provvedimento: «Meglio tardi che mai, a suo tempo il mio era stato l’unico parere contrario a questa follia che sacrificava il rapporto medico-paziente in nome del concetto di tempo, assegnando medie giornaliere di 22 minuti ai medici e 40 agli infermieri. Questo clamoroso retromarcia della maggioranza è una vittoria dei cittadini».

Filippo Tosatto