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I medici di famiglia veneti «Sciopero di 29 giornate»

Alla base della protesta l’attivazione dei super ambulatori e l’informatizzazione «Dialogo aperto con la Regione, senza risposte a settembre passeremo ai fatti»

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(ansa)
PADOVA. I medici di medicina generale del Veneto hanno proclamato 29 giornate di sciopero tra settembre 2017 e maggio 2018. Tra le motivazioni c’è la mancata attivazione delle Medicine di gruppo integrate, il blocco dei processi di informatizzazione in sanità, l’affidamento degli ospedali di comunità a strutture ospedaliere convenzionate e il mancato rinnovo per la presenza dei medici di medicina generale nelle Case di riposo – Rsa. Lo hanno annunciato ieri i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Domenico Crisarà, Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg); Salvatore Cauchi, Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani (Snami); Liliana Lora, Sindacato dei medici italiani (Smi) e Ildo Antonio Fania, Intesa Sindacale.

«Abbiamo lasciato volutamente ampi margini per ragionare, c’è tempo fino a settembre», dichiara il dottor Crisarà, «lo sciopero rientra se la Regione si dimostra intenzionata a dare risposte concrete». Sono circa 3.200 i medici di famiglia che lavorano sul territorio veneto, ognuno di loro in media garantisce circa 7 mila prestazioni all’anno. Lo sciopero si divide in due fasi: da settembre a ottobre i medici cesserebbero l’invio telematico di tutte le ricette e da novembre a maggio si inizierebbe con la chiusura degli ambulatori. «La sospensione delle ricette digitali rischia di mandare in collasso il sistema», specifica Crisarà, «grazie all’informatizzazione ogni anno la Regione risparmia decine di milioni di euro. Per dare un segno forte, continueremo a garantire le prescrizioni ai pazienti utilizzando le vecchie ricette rosse. I ricettari cartacei in circolazione sono sempre meno e se la Regione non riuscirà a procurarli in tempo la denunceremo per procurata azione anti-sindacale». Le date scelte per lo sciopero sono: 19/20, 26/27 settembre e 10/11/12 ottobre (sospensione ricette digitali); 8/9 novembre, 13/14 dicembre, 16/17/18 gennaio, 13/14/15 febbraio, 13/14/15/16 marzo, 10/11/12/13 aprile e 15/16/17/18 maggio (chiusura degli studi).

Il tema più caldo è la mancata attivazione delle Medicine di gruppo integrate (Mgi), cioè gli studi di medici di base e specialisti che condividono spazi e prenotazioni allungando gli orari di apertura. Le Mgi sono uno dei pilastri del Piano socio-sanitario regionale 2012-2016: servono a ottimizzare le risorse (i medici condividono spese e servizi) e a sgravare i pronto soccorso e i grandi ospedali dall’afflusso di cittadini che si rivolgono per malattie croniche o visite di routine. «Finora sono state attivate 58 Mgi, 43 delle quali derivanti da medicine di gruppo semplici o Utap già esistenti», spiegano i rappresentanti sindacali nella nota ufficiale. «Significa che solo 15, in due anni di attività del tavolo di approvazione regionale (Crite), sono nate ex novo. I medici di famiglia hanno presentato e continuano a formulare progetti che, però, rimangono al palo da mesi: l'ultima convocazione della Crite risale a marzo scorso».

Intanto è stato convocato per lunedì prossimo, a Palazzo Balbi, il Comitato regionale per la medicina generale per parlare degli accordi sulla continuità assistenziale e cure primarie.