Milano, 26 settembre 2016 - 07:20

Milano, operazione ippodromo, si apre il dossier per la vendita dell’area

Snai accelera sulla cessione dell’area inutilizzata accanto allo stadio Meazza L’ipotesi: blocco residenziale e negozi I vincoli Per edificare è necessario un piano di attuazione della giunta. Ma Palazzo Marino è favorevole a un polo sportivo

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Snai, società controllata da Investindustrial e Palladio Finanziaria, prova ad accelerare sul piano di cessione dell’area ad est dello stadio di San Siro, che fino al 2012 è stata utilizzata per il Trotto. Lazard, che si è proposta come consulente per la vendita, da qualche tempo sonda l’interesse di potenziali investitori, anche all’estero, e una due diligence potrebbe partire tra poco. Due le ipotesi per cui si lavora: un fondo acquirente che potrebbe mettere a patrimonio il terreno. O, in alternativa, un partner disposto a co-investire per lo sviluppo prevalentemente residenziale che gli azionisti hanno in mente. Nei documenti con cui la banca ha presentato a Londra la possibile operazione, che il Corriere ha potuto consultare, si parla di un’area di 150 mila metri quadrati, 132 mila occupati dall’ex ippodromo del trotto (sostituito un anno fa dalla pista de La Maura) e il resto dall’ex training center. Poco più della metà sarebbero ceduti obbligatoriamente al Comune di Milano, il resto sarebbe suddiviso così: 53 per cento residenziale, 35 per cento social housing, 12 per cento commerciale. Dal 2012 ad oggi, si legge nei documenti, l’area è in disuso «ma è stata sorvegliata 24 ore al giorno, ininterrottamente», da guardiani che l’hanno preservata dal degrado. Il terreno, si legge ancora, «non è soggetto a particolari restrizioni (fino a qualche anno fa era invece vincolata all’uso sportivo, ndr ) ed è regolato solo dal Pgt (Piano generale territoriale) approvato nel maggio 2012».

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L?ex ippodromo abbandonato

Ancora, si fa notare che la posizione è strategica «vicina all’attrazione dello stadio e ben collegata con la metro (M1, M5) e le autostrade A4, A7, A8». Esattamente un anno fa è stato presentato un progetto - dice il documento - «coerente con il Pgt e attualmente in stand by». Il capitolo delle autorizzazioni è un nodo non di poco spessore, però. Intanto la «coerenza» con il Pgt non è pacifica, a detta dell’amministrazione. Su un disegno successivo e di maggior dettaglio, sempre con focus sul residenziale, la Commissione paesaggio ha già peraltro dato parere negativo e al momento non sono stati presentate altre ipotesi. Di fatto, insomma, la società ha generico diritto a costruire ma per i permessi del caso specifico, la strada è tutta da percorrere. Per edificare sarebbe necessario un piano di attuazione con passaggio in giunta. Ci sono limiti di sicurezza dati dalla vicinanza dello stadio. E servirebbe anche un’autorizzazione specifica dell’Enac, per i vincoli aeroportuali: il tema sono le volumetrie, molto consistenti, che dovrebbero essere aggiustate per risultare in regola sulle altezze degli edifici. Adesso che è cambiata la giunta (e sono cambiati anche i vertici in Snai, con l’ex presidente Gabriele Del Torchio passato al Sole 24 Ore ), potrebbe essere il momento buono per incalzare con l’iter autorizzativo.

Anche se il Comune, di per sé, avrebbe altre idee per l’area e sarebbe favorevole piuttosto alla riconversione dell’ex ippodromo al servizio del Meazza. Con un polo sportivo commerciale e di intrattenimento cui potrebbero partecipare le squadre cittadine, Milan e Inter, coinvolte nella valorizzazione di San Siro. Gli interessi da comporre sono tanti. Chi già abita sull’area, con lo stadio incombente, vorrebbe una soluzione il più possibile mista, con servizi che migliorino la qualità della vita nel quartiere. E non vedrebbe con favore l’ipotesi di costruzioni troppo dense (anche se quella zona di Milano è una delle più verdi in assoluto, con il parco di Trenno, delle Cave e il Bosco in città). Di certo, sono d’accordo tutti, è uno spazio cruciale per la valorizzazione di Milano.

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