Bloccato il “nomadismo”, Federcaccia esulta

Impugnata davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sulla mobilità venatoria

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Bloccato il “nomadismo” nella caccia, il Governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la Legge regionale 18 del 16 giugno 2016 sulla mobilità venatoria.

Oggi come oggi, dunque, la legge è sospesa in attesa della sentenza della Corte a breve, ma già la Federcaccia della provincia di Venezia canta vittoria per il risultato ottenuto facendo pressione anche in Regione attraverso i consiglieri del Pd. «È una vittoria del buon senso», commenta Luciano Babbo, presidente dell’ambito, da sempre ai vertici di Federcaccia della provincia di Venezia, «e dell’attività venatoria sostenibile, quindi del rispetto responsabile della maggioranza dei cacciatori contro una parte altamente minoritaria ed estremistica. Con questo provvedimento», aggiunge Babbo, «c’è l’auspicio che in Regione ritorni a prevalere la gestione sulla caccia programmata come lo è stato per tantissimi anni. «Grazie a tutti quei cacciatori», conclude, «che hanno creduto a questa battaglia che andava fatta, grazie alle Associazioni Agricole, grazie ai Consiglieri della Regione prima su tutti Francesca Zottis e a tutti coloro che hanno creduto in Federcaccia, la cosidetta “lobby estremista e politicizzata” è stata battuta; la fauna, l’ambiente, il territorio, la biodiversità sono patrimonio della nostra cultura gestionale, i federcacciatori veneziani e trevigiani lo fanno da sempre. Questa è una per noi una bellissima notizia». La possibilità di un crescente nomadismo, nella pressochè totale libertà dei cacciatori di “invadere” territori molto lontani da quelli di residenza, aveva messo in moto un’azione di protesta di Federcaccia poi raccolta dal Pd in Regione che a sua volta ha contattato il Governo. Ora sembra che il risultato, anche se parziale, sia stato ottenuto. La legge aveva profondamente diviso il mondo dell’associazionismo e in particolare la Federazione della caccia e le altre associazioni che, al contrario, invocavano più elasticità e libertà. «È vergognoso», ha detto Massimo Parravicini, presidente dell’associazione cacciatori veneti, «che il presidente di un ambito territoriale di caccia voglia farne di questo una riserva. Il signor Babbo che parla di invasione di cacciatori nei territori degli ambiti cerca di provocare una reazione di paura verso i soci. Fantasie dettate dall’ideologia politica e da interessi economici. Farebbe bene a tacere visto che anche lui non è residente nel territorio dell’ambito territoriale di caccia di Portogruaro e quindi un nomade come lui definisce coloro che vanno a caccia nei territori dove non risiedono». (g.ca.)