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18 marzo 2017 - 13:59

Meningite, vaccino esauritoLa Asl annulla gli appuntamenti

di Paolo Foschi

«Buongiorno, qui è la Asl Roma 1. Lei ha un appuntamento per suo figlio per il vaccino contro la meningite, vero? Mi dispiace, ma dobbiamo rinviare. Sono finite le scorte di medicinale e non sappiamo quando torneranno». E’ questa la telefonata che da alcune settimane sta arrivando nelle case di chi aveva prenotato (e spesso già pagato) l’appuntamento per sottoporre il proprio figlio di età inferiore ai due anni alla somministrazione del farmaco negli ambulatori delle aziende sanitarie laziali. Appena a gennaio scorso, sull’onda emotiva della preoccupazione per alcuni casi drammatici di meningite (soprattutto in Toscana), il governo aveva annunciato «a breve il vaccino gratis per tutti». Una promessa che suona adesso come una beffa. Gli unici vaccini disponibili per i più piccoli sono quelli «monogruppo», cioè che proteggono solo contro i ceppi B (80 euro di ticket) o C (gratuito). Ma il farmaco consigliato dalla maggior parte dei pediatri è un altro: è cioè il «tetravalente ACWY», che immunizza contro quattro ceppi differenti e contro le forme più aggressive. Si tratta di un vaccino a pagamento (30 euro di ticket nonostante gli annunci del governo), ma nella Asl 1 di Roma, che ha un bacino di utenza di centinaia di migliaia di famiglie, è esaurito «da metà gennaio» dice un’operatrice allo sportello. Quando sarà di nuovo disponibile? «Non lo sappiamo». Stesso problema, riferiscono fonti ospedaliere, riguarda anche altre azienda sanitarie del Lazio. Molti genitori si trovano dunque di fronte a una scelta difficile: lasciamo nostro figlio senza vaccino o lo sottoponiamo a uno di quelli a copertura ridotta? E se decidiamo di aspettare, che cosa succede se viene in contatto con la malattia proprio durante l’attesa che potrebbe durare a questo punto anche mesi? Se invece lo vacciniamo con il farmaco monovalente, che cosa succede se viene in contatto con gli altri ceppi della malattia?

La lettera della Regione

In un comunicato sul sito Internet la Asl Roma 1 spiega che «le scorte sono momentaneamente esaurite» senza specificare quando saranno ripristinate. «L’azienda che ha vinto la gara per la fornitura, la Pfizer, è in difficoltà per l’impennata di richieste di vaccinazioni degli ultimi mesi» fanno sapere dalla Regione, «ma il servizio va garantito, per questo stiamo scrivendo alle Asl per ricordare che possono acquistare i medicinali dall’azienda seconda in graduatoria nella gara per la fornitura. Il costo è leggermente più alto, ma il prodotto è disponibile. In ogni caso le scorte dovrebbero essere ripristinate entro il 15 aprile». Nonostante l’emergenza vada avanti ormai da oltre due mesi, la Asl Roma 1 ha preferito annullare gli appuntamenti e rinviarli sine die senza correre prima ai ripari, acquistando per esempio i medicinali da altri fornitori come indicato dalla Regione. La Pfizer, dal canto suo, spiega che «la produzione ha dei tempi tecnici che non possono essere compressi, purtroppo l’aumento anomalo della domanda era imprevisto, d’accordo con le autorità sanitarie abbiamo importato delle dosi dall’estero. La situazione comunque si sta normalizzando». Ma una volta ripristinate le scorte, il problema sarà un altro: i tempi per farsi vaccinare. Per prendere appuntamento bisogna chiamare un numero dedicato che è attivo una sola ora al giorno: prendere la linea è una missione ardua. L’alternativa è affrontare code chilometriche agli sportelli. Una volta superato lo sbarramento, c’è poi l’attesa dell’appuntamento vero e proprio, che può essere fissato anche dopo tre o quattro mesi. Senza considerare che con tutti gli appuntamenti annullati, la coda sarà ancora più lunga. Ma purtroppo la normalità nella sanità laziale, nonostante gli annunci roboanti e i continui tagli di nastri inaugurali, è anche questa.

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