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29 ottobre 2017 - 19:32

 Roma, l’artigianato giapponese si mette in mostra

di Peppe Aquaro

C’erano due giapponesi a Roma. Lo si potrà dire dopo averli visti entrambi all’opera, sabato 28, dalle 15,00 alle 19,00, allo spazio Doozo, al numero 51 di via Palermo. I due, con le mani fanno miracoli. Takaaki Saida e il suo amico Akihiro Mashimo sono gli ultimi rappresentanti dell’artigianato della regione di Kyōto. Si contano ormai sulla punta delle dita: troppo anziani i maestri di un tempo e senza ricambio generazionale. Attenti a quei due, dunque, anche perché non è un caso se si trovano nella Capitale.

Ambasciatori del bello

All’incirca un anno fa, il governo giapponese aveva deciso di mettere le mani tra piante e arbusti dei giardini orientali piantati del mondo, inviando dei propri artigiani-ambasciatori per un restyling del verde. Tra i cinquecento e passa templi del verde, almeno quaranta verserebbero in condizioni critiche. A Roma? C’è un giardino bellissimo all’interno dell’Istituto giapponese di cultura, in via Gramsci, e per fortuna si presenta in perfetta forma botanica. 

Non è più un Paese per artigiani

Cosa c’entra allora tutto questo con i due giapponesi a Roma? Ospitare i due quarantenni (Saida è un esperto tagliatore e artigiano della pietra, mentre Mashimo, per la prima volta a Roma, è il genio del bambù, da piegare e plasmare all’infinito), vuol dire anche esportare in Europa una tradizione antichissima già apprezzata negli Stati Uniti. La tappa italiana segue, infatti, quella americana dell’Anderson Japanese Garden, a Rockford, nell’Illinois, ed è il frutto di una collaborazione tra Roma e la Camera di commercio di Kameoka, sempre nella regione di Kyōto. 

Esposizione e workshop

Vederli lavorare dal vivo, Saida mentre intaglia la pietra per creare, tramite particolarissime incisioni, le celebri lanterne di Kyōto (ci sarà anche un video dimostrativo), o assistere alla nascita dei magici recinti di canne di bambù incrociate da Mashimo, è un incanto di manualità. Sorseggiando e gustando un aperitivo a base di saké, proposto da tre aziende giapponesi provenienti da tre regioni diverse del Giappone. Il giorno dopo, domenica 29, dalle 16 alle 18, Mashimo ritornerà all’opera in occasione di un workshop (massimo 45 partecipanti) per la creazione di un cesto in bambù.

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