Economia

Ita, la rivelazione di Lazzerini: "Ci hanno vietato di comprare Alitalia"

L'incontro "La Ripartenza" al Petruzzelli di Bari. Tra gli ospiti Grimaldi Lines e Fabio Lazzerini, l'ad di ITA che prenderà il posto di Alitalia

Ita, la rivelazione di Lazzerini: "Ci hanno vietato di comprare Alitalia"

dal nostro inviato a Bari

Non è stato un anno semplice. Non lo è stato per le persone, ristrette in casa o fortemente limitate. Non lo è stato per il lavoro, mai così precario. E neppure per le aziende, che hanno dovuto fare i conti con gli effetti collaterali del coronavirus. In questo quadro tutt'altro che piacevole, una pennellata di ottimismo c'è: si chiama Made in Italy. Secondo il rapporto Ice-Istat, durante la pandemia ​"il contributo dell'export al Pil dell'Italia è stato meno sfavorevole" di altre componenti, e soprattutto, il Belpaese tra i Paese del G8 "è secondo per minor flessione dell'export". Molto meglio di Francia, Regno Unito e Stati Uniti. E se la baracca non è crollata e per 2021 le stime parlano di risultati superiori ai livelli pre-Covid, probabilmente lo si deve proprio all'eccellenza del Made in Italy che può essere "volano per la ripartenza".

Proprio di questo hanno duscusso, dal teatro Petruzzelli di Bari, numerosi ospiti di livello. "Deve essere una Ripartenza del made in Italy, che voglia dire non solo sapere fare ma anche saper attrarre", è lo spunto da cui è partita la prima tavola rotonda de La Ripartenza, kermesse ideata da Nicola Porro allo scopo di riunire i protagonisti della ripresa italiana. Il Belpaese al centro, ovviamente. Guido Grimaldi, commercial director di Grimaldi Group, punta il dito contro il sistema educativo italiano, che produce migliaia di avvocati ed economisti e poi non si trovano medici di bordo, professionisti nella logistica portuale, mozzi. Posti di lavoro che farebbero guadagnare "anche due o tre volte più" di quanto incassa un economista, ma che le aziende non riescono ad assegnare. Che poi è la stessa "mancanza di artigiani" che lamenta Marco Pozzo, ad di Driade e FontanArte: "Noi possiamo esportare, grazie al nostro marchio, ma chi ci produce i prodotti di qualità se non ci sono le maestranze?".

Sir Rocco Forte, presidente di Rocco Forte Hotels, chiede invece al governo di "cambiare la legge sul lavoro", per permettere alle aziende di essere competitive. Grande spazio a Fabio Lazzerini, ad di Ita, la "nuova compagnia" aerea italiana che dovrà prendere l'eredità di Alitalia. Giovedì mattina, alle 6.20, da Bruxelles è arrivato il via libera: dopo aver "risposto a 160 domande", aver presentato "15 business plan" e aver "fatto a sportellate" con l'Europa, finalmente Ita ha "convinto i burocrati europei sulla bontà del progetto". "Sono state conversazioni complicate - ha aggiunto Lazzerini - perché noi e la parte governativa italiana abbiamo sempre avuto la percezione che il piano fosse già molto discontinuo rispetto alle esperienze passate. La Commissione europea, in modo assolutamente legittimo, ha anche un dovere di equità e di trasparenza sui vari processi e di salvaguardia in vista di futuri, probabili o possibili ricorsi alla Corte di Giustizia Europea per questa partenza di azienda finanziata comunque con soldi pubblici, anche se in un'ottica totalmente privatistica". Unico problema: non è detto che il marchio Alitalia resterà italiano. "Ci hanno vietato di comprarlo, sic et simpliciter - ha detto Lazzerini - Si farà un bando. Era una condizione evitabile. Non è detto che sarà nostro. Faremo di tutto per prendere il marchio. È un pezzo di storia con i colori della bandiera italiana".

Lazzerini non esclude anche partenership internazionali, allo scopo di rendere più solida la realtà aerea italiana. "Rimanere da soli non è assolutamente possibile", dice l'ad di Ita. Due i gruppi con i quali sono già state avviate trattative: "Se si entra in Lufthansa si accede alle compagnie del gruppo Star Alliance e l'altra parte con la quale stiamo parlando è il gruppo Delta-Air france-Klm-Virgin che hanno una loro partecipazione incrociata e fanno parte di Sky Team".

Le trattative "sono a buon punto", ma "l'obiettivo è riuscire ad avere le idee chiare, prima della partenza, su quale dei due mondi saremo".

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