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Un governo senza vergogna. Tasse rinviate con interessi

Varato il Dpcm con cui si rinviano le tasse dal 30 giugno al 20 luglio. Ma, se paghi con un solo giorno di ritardo, arriva una maggiorazione dello 0,40%

Un governo senza vergogna. Tasse rinviate con interessi

Arriva il rinvio delle tasse, ma il governo ti ci mette su un bel tasso d’interesse. Tanto per gradire. Un surplus che i lavoratori italiani dovranno pagare allo Stato per la sua "generosità". La misura è stata approvata in extremis, ma alla fine ce l’hanno fatta. I giallorossi hanno varato il tanto atteso Dpcm che prevede il rinvio delle imposte. Ne avevamo parlato su queste pagine pochi giorni fa. Un provvedimento che di certo non risolverà i problemi dei contribuenti italiani (visto che si tratta di un differimento di appena 20 giorni). Contribuenti che cercavano, invano, un po’ più di respiro nei versamenti in scadenza a fine mese dopo le difficoltà finanziarie conseguenti al lockdown e al calo del volume d’affari prodotto dall’emergenza coronavirus.

Il ministero dell’Economia aveva annunciato nei giorni scorsi una proroga al 20 luglio per i pagamenti di Irpef, Ires e Iva in scadenza al 30 giugno per i 4,5 milioni di contribuenti che sono tenuti al saldo delle imposte. Il Mef prevedeva il varo di un Dpcm (appena pubblicato in Gazzetta ufficiale) per rivedere le scadenze. "Il provvedimento - faceva sapere il ministro, Roberto Gualtieri - viene incontro alle richieste di professionisti e imprese alle prese con un momento di gravissima carenza di liquidità a seguito della pandemia di Covid-19".

La misura ora è legge. Però dietro tanta benevolenza del potere pubblico si scopre un inghippo. Qualcosa che assomiglia a un inganno. Giuseppe Conte e compagni, in sostanza, ti permettono di pagare con qualche settimana di ritardo, ma se tardi di qualche altro giorno ti piomba addosso un interesse in più. Una forma di "ricatto" dello Stato nei confronti di cittadini già dissanguati da tasse e crisi. I fatti sono questi.

Il termine per i versamenti fiscali dovuti al 30 giugno da contribuenti Isa e forfettari, slitta al 20 luglio 2020 senza maggiorazione. Ma, se indugi un po', dal 21 luglio al 20 agosto 2020, ti viene imposta una maggiorazione dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo.

Il Dpcm è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. E riguarda, come abbiamo detto, le imposte sui redditi e dell’Iva, per i contribuenti soggetti agli Indici sintetici di affidabilità (Isa) che hanno sostituto gli studi di settore, compresi quelli aderenti al regime forfetario. Le imposte potranno quindi essere pagate entro il 20 luglio senza interessi e dal giorno successivo con una maggiorazione delle somme da versare dello 0,40%. La norma si applica anche ai soggetti che partecipano a società, associazioni e imprese previsti dal Testo unico delle imposte sui redditi.

Polemica l’opposizione. Il leader della Lega, Matteo Salvini, osserva come la maggioranza litigi su Mes (Meccanismo europeo di stabilità), decreti Sicurezza, caso Regeni, nomine, Stati generali, taglio delle tasse, scuola: il risultato è che il governo è in ritardo su tutto. "Imprese, artigiani, commercianti, professionisti, dipendenti e pensionati non possono essere trattati in questo modo indegno", prosegue l’ex ministro degli Interni. Salvini poi conclude: "Il governo pretende il rispetto delle scadenze, ma è il primo a non rispettarle. Serve la proroga a settembre come previsto dall’emendamento della Lega al decreto Rilancio a prima firma Gusmeroli.

Conte e compagni mettono in pericolo l’Italia".

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