Coronavirus

Lombardia una settimana in zona rossa per errore: colpa del Governo o della Regione?

Ormai è chiaro che la Regione Lombardia tornerà zona arancione già da domenica 24

Fontana e Moratti

La Lombardia si è fatta una settimana in zona rossa, quella tra il 17 e il 24 gennaio, per un errore nei dati forniti dalla stessa Regione Lombardia - incaricata come ciascuna Regione di raccogliere e fornire il report a Roma - all'Iss, Istituto superiore della sanità. Lo ha confermato lo stesso istituto con un documento di sette pagine e titolato: "Implicazione tecnica della nuova disponibilità di dati relativi ai casi di infezione confermata da virus SARS-CoV-2 sintomatici notificati dalla Regione Lombardia".

Lo sbaglio nei dati di Regione Lombardia

Gli scienziati scrivono così nella conclusione: "I dati della sorveglianza epidemiologica covid-19 forniti dalla Regione Lombardia il 20 gennaio 2021 cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione. Pertanto, una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia. Per la settimana di monitoraggio 4-10 gennaio 2020 in Lombardia sulla base dei dati forniti il 13 gennaio 2021, rettificati solo per la parte relativa alla sorveglianza epidemiologica il giorno 20 gennaio 2021, mantiene la classificazione di rischio Alto ma in presenza di uno scenario di trasmissione compatibile con uno scenario 1".

La risposta della Regione Lombardia sull'errore

La Giunta Regionale ha risposto con un comunicato di poche parole dove, in parte, ammette l'errore ma lascia intendere che sia un errore dell'Iss, segnalato proprio da loro. "Nessuna richiesta di rettifica, ma un necessario aggiornamento di un 'campo del tracciato', tracciato che quotidianamente viene inviato all’Istituto Superiore di Sanità. Azione, condivisa con l’Istituto Superiore di Sanità resasi necessaria a fronte di un’anomalia dell’algoritmo utilizzato dall’Iss per l’estrazione dei dati per il calcolo dell’Rt, segnalata dagli uffici dell’assessorato al Welfare della Regione e condivisa con Roma".

Lombardia zona rossa per errore, le reazioni

Durissime le reazioni da parte del Partito Democratico e delle associazioni dei commercianti costretti a chiudere per colpa di uno sbaglio. "Sembra incredibile, eppure è vero: la Lombardia è finita in zona rossa perché Fontana e Moratti hanno sbagliato a dare i dati al governo", scrive in un post su Facebook Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri della Camera. "Vi ricordate - scrive - che Fontana e Moratti hanno fatto ricorso al Tar contro la decisione del governo di mettere la Lombardia in zona rossa a partire da domenica 17? Il punto forte del ricorso e dell’ennesima polemica contro Roma era che il governo stava usando il dato Rt sbagliato. Il ricorso, ci hanno raccontato i giornali, era il primo colpo della nuova strategia della neo-assessora alla salute Letizia Moratti chiamata per sostituire Gallera 'L’Incapace'. Moratti 'L’Esperta' era pronta persino ad andare in tribunale per dimostrare l’efficienza della gestione lombarda".

"Qualcosa però non tornava: i dati sul parametro Rt li calcolano le Regioni - spiega Quartapelle - e sono sempre le Regioni che li trasmettono al governo. Quindi suonava un po’ strano che Fontana si lamentasse di un dato che forniva lui al Governo. Regione Lombardia oggi ha consegnato altri dati Rt, perché la settimana scorsa avevano commesso un errore, trasmettendo i dati sbagliati. Grazie alla correzione, la Lombardia tornerà zona arancione da lunedì. Il ricorso era quindi un modo per provare a coprire l’errore".

"Chiederò che venga resa pubblica la corrispondenza"

"Voglio sapere - prosegue l’esponente dem - se la mia Regione è in zona rossa da una settimana, con annessi negozi chiusi, disagi per tutti, scuole bloccate, per colpa di Fontana&Moratti. Farò un accesso agli atti per chiedere che venga resa pubblica tutta la corrispondenza tra Fontana e il CTS relativamente al calcolo dell’Rt. Se Fontana non ha nulla da nascondere pubblichi subito quella corrispondenza. Altrimenti, lo farà il governo, rispondendo all’accesso agli atti. E i lombardi - conclude Quartapelle - vedranno chi ha sbagliato e deve chiedere scusa".

"La Lombardia merita di più"

Rincara la dose il senatore del Pd Alessandro Alfieri: "È incredibile che la regione Lombardia abbia sbagliato a trasmettere i dati sul Covid, costringendo i cittadini, le aziende e i lavoratori a subire le regole della zona rossa. Ma ancora più incredibile è che ora il presidente Fontana gridi al complotto e non ammetta l’errore compiuto dalla sua amministrazione. Da mesi osserviamo una gestione non trasparente dei dati sulla pandemia e una incapacità totale nell’affrontare una emergenza che dovrebbe invece vedere l’amministrazione regionale collaborare in maniera continuata e aperta con sindaci e opposizioni".

"La Lombardia, per l’importanza che ricopre sul piano economico e produttivo non può permettersi, dopo essere stata la regione più colpita dal virus, un governo così inefficiente. Per una volta tanto Salvini ha detto una cosa giusta: la nostra regione si merita di più. Ma allora c’è bisogno di un governo forte e competente, e non è quello di Fontana, che sappia trasmettere i dati corretti sulla pandemia e aiuti la regione ad uscire dalle difficoltà", ha concluso Alfieri.

"Ora dimissioni"

Il senatore lombardo Franco Mirabelli, vicepresidente del Gruppo Pd al Senato si è sfogato così: "È da una settimana che Fontana e i suoi strepitano e parlano di 'punizione' del Governo, una punizione che si sarebbero autoinflitti. Come se il tutto non fosse già abbastanza grave, sono arrivati perfino a fare ricorso al Tar lamentandosi di un sistema iniquo. Altro che sistema iniquo o punizioni, qui siamo di fronte all'inettitudine totale. Sono responsabili di un errore macroscopico che ha causato danni economici enormi, oltre che per migliaia di ragazze e ragazzi l'impossibilità di di andare a scuola".

"Fontana e la sua giunta sono arrivati al capolinea da tempo, ma stavolta non hanno davvero più scuse - conclude Mirabelli - e un'amministrazione fuori controllo e in stato confusionale può solo fare altri danni in una fase tanto delicata per la lotta alla pandemia e la campagna vaccinale. Ora dimissioni".

"Il governo mostri rispetto ai cittadini lombardi"

Di tutt'altro avviso le reazioni della Lega che Governa in Lombardia. "Dall’inizio della pandemia - dice il presidente dei senatori leghisti, Massimiliano Romeo - i lombardi hanno pagato il prezzo più caro, in termini di vite, in termini economici, in termini di sacrifici. In questo ultimo anno, i lombardi hanno rispettato ogni invito, ogni regola, ogni richiesta con responsabilità e abnegazione come è nella natura di questi cittadini. È però arrivato il momento di dire basta".

"Gli errori del governo sulla valutazione della situazione pandemica nella nostra regione - dice Romeo - sono inaccettabili, l’astio, il vergognoso scaricabarile nei confronti della Lombardia sono arrivati a un livello intollerabile. La misura è colma. Ci saranno molti ricorsi: Conte e Speranza sanno che i dati sono inconfutabili e la verità verrà fuori. È il momento che il governo mostri rispetto ai cittadini lombardi e garantisca loro il sacrosanto diritto di riprendere in mano la vita, i rapporti sociali, familiari e soprattutto il lavoro, in sicurezza ma con tranquillità visto che l’indice Rt lo consente".

"Da 10 mesi vi sono falle madornali nei sistemi"

Anche Roberto Anelli, capogruppo della Lega, ha dato la colpa a Roma e attaccato la stampa. "Ormai è evidente che, da 10 mesi a questa parte, vi siano falle madornali nei sistemi di calcolo dei parametri da parte del Governo. I telegiornali, che ripetono pedissequamente la versione dei fatti del Governo, parlano di una errata trasmissione di dati ma se ne guardano bene dal mostrarli. Dato che la Lombardia ha fornito sempre dati certificati e corretti, sono convinto che sia necessario andare a fondo e pretendere la massima trasparenza da parte di Governo e dell’Istituto Superiore di Sanità".

Le associazioni del commercio: "Semplicemente inqualificabile"

Anche le associazioni di categoria sono infuriate e chiedono chiarezza. "Lombardia in zona arancione? O si resta in zona rossa? Assistiamo preoccupati – dichiara Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano - al dibattito in pieno sviluppo in queste ore. Una cosa è certa: le attività commerciali che sono chiuse per la zona rossa – siamo oltretutto nel pieno periodo dei saldi - non possono scoprire sabato sera se potranno riaprire domenica. E in più, a Milano, c’è un’aggravante: siamo firmatari insieme al Comune, alla Prefettura e alle altre Parti sociali, del Patto per la riapertura della scuola che prevede orari diversi di apertura anche degli esercizi commerciali. Per le imprese l’incertezza e la non programmazione creano un pesante danno aggiuntivo alla crisi Covid".

Gli fa eco Gianni Rebecchi, Presidente di Confesercenti regionale Lombardia: "Quanto apprendiamo in ordine alla classificazione della Lombardia in zona rossa dallo scorso 17 Gennaio per un errore sui dati relativi al monitoraggio è semplicemente inqualificabile".

"Se queste notizie saranno confermate – riprende Rebecchi – chiediamo che la Lombardia venga immediatamente riclassificata e che si faccia piena luce sulle responsabilità di una scelta che ha portato danni incalcolabili per centinaia di migliaia d’imprese lombarde che sono state costrette alla chiusura o hanno comunque dovuto subire le pesantissime restrizioni di questa assurda vicenda".


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