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Ambulanti via dai grandi marciapiedi, scatta la protesta: "Ai ristoranti più tavolini, a noi la morte"

Sit in questa mattina sotto il dipartimento Commercio di via dei Cerchi. Salmoni (Uil Tucs): "In piena crisi continuano a trasferirci e a toglierci lavoro. Inaccettabile"

Contro le delocalizzazioni delle bancarelle, per l'annullamento delle tasse sul suolo pubblico rimasto una promessa, per chiedere aiuti e sostegni a una categoria dimenticata. Gli ambulanti di Roma tornano in piazza. Sono circa duecento questa mattina sotto via dei Cerchi, fanno parte del settore "rotazioni" e vendono merce non alimentare, da abbigliamento vario ad accessori per la casa e arredamento. 

Questa mattina il sit in sotto via dei Cerchi, sede dell’assessorato al Commercio. A scatenare la protesta il trasferimento di un gruppo di banchi in V e XIII municipio, spostati nel primo caso da via Casilina a piazza Michele Sanmicheli, nell'altro dalla circonvallazione Cornelia a via Francesco Albergotti. "Abbiamo perso postazioni che rendevano sul piano commerciale per finire in aree dove non passa nessuno" tuonano dal sit in allestito tra striscioni e slogan tutti diretti contro Raggi e il presidente della commissione Commercio Andrea Coia. 

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Non è la prima volta che gli ambulanti si mobilitano contro i trasferimenti dei posteggi, già avvenuti in passato. Bancarelle allontanate dai grandi marciapiedi delle arterie commerciali cittadine, luoghi chiave sul piano della rendita, per ragioni di decoro e sicurezza. Il Comune ha sostenuto la linea dura e si è spesso ritrovato proteste rumorose sotto il Campidoglio. Stavolta però pesa anche l'emergenza coronavirus. 
 
"Invece di aiutarci dopo tre mesi di blocco totale ci danno il colpo finale" commenta Alessia Salmoni, responsabile Uiltucs Lazio per il commercio sulle aree pubbliche, oltre che consigliera della lista civica Roma torna Roma nel municipio XII. "L'amministrazione sta giocando a monopoli e a tombola con le aziende, vengono assegnati nuove postazioni senza alcun confronto con le categorie". E se già erano tutti contrari a farsi strappare le postazioni più appetibili sul piano della rendita, con la crisi portata dalla pandemia, la rabbia è un fiume in piena. "Continuare su questa strada in un momento del genere è veramente troppo".

E poi c'è la promessa di azzerare la Cosap (canone per l'occupazione di suolo pubblico) per tutto il 2020. Il Campidoglio l'ha stabilita con una delibera di giunta a fine maggio. "Ancora non abbiamo saputo niente. La prima rata l'abbiamo pagata" spiegano in piazza gli operatori. Convinti che il Comune usi due pesi e due misure: da una parte i sostegni a bar e ristoratori, con la possibilità di aggiungere tavolini su strada, e dall'altra gli spostamenti forzati degli ambulanti, che invece vengono trasferiti senza alcun aiuto economico. "Ai locali danno più spazio sui marciapiedi, a noi ci spostano". Proprio quando servirebbero sussidi concreti. 

"Nel furgone sono piena di vestiti invernali" racconta Donatella Locaforo, tra i lavoratori presenti alla manifestazione. "Sto provando a venderli a prezzi stracciati, ma è davvero difficile. Questo lavoro è tutto quello che ho, con due bambini piccoli". A lei, come ad altri banchi, è stato vietato un posto nei pressi di piazza Mazzini, in via Giuseppe Ferrari. "Ci hanno messo i dehors" si sfoga ancora. "Vogliono affossarci, ma dietro ognuno di noi ci sono famiglie e redditi che rischiano di essere azzerati. Tanti di noi non hanno mai riaperto. Il Comune cambi rotta". 
 

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