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Professor Bellavite: «Chi ha paura dei vaccini ha ragione». L'UniVr si dissocia

Il rettore Pier Francesco Nocini ha precisato che Bellavite «è stato già docente di patologia generale, ma dal 2017 è in pensione e non risulta avere alcuna collaborazione attiva con nostri gruppi di ricerca, tantomeno in ambito Covid-19»

«Gli italiani che hanno paura dei vaccini hanno ragione in un certo senso. Non abbiamo molte certezze tra la vera relazione tra un beneficio e il rischio. Dobbiamo sapere che siamo in una vera e propria sperimentazione, che finirà nel 2022». Queste le parole pronunciate dall'ematologo Paolo Bellavite. L'ex professore dell'università di Verona era intervenuto martedì scorso, 4 maggio, alla trasmissione di La7 Di Martedì. A domanda diretta del conduttore del programma Giovanni Floris, il professor Bellavite ha spiegato che le paure dei cittadini nei confronti dei vaccini anti-Covid sarebbero in qualche modo giustificate perché «non abbiamo molte certezze tra la vera relazione tra un beneficio, che è molto evidente ed è quello di avere una certa protezione, e un rischio. La relazione fra rischio e beneficio viene affrontata, a mio parere, in maniera superficiale. E i dati che ci vengono riferiti sull'incidenza degli effetti avversi non sono molto affidabili».

«L'ateneo si dissocia totalmente dalle posizioni espresse dal professor Paolo Bellavite, in cui sono stati tra l'altro citati dati non documentati», questa la reazione dell'università di Verona, attraverso una comunicazione del rettore Pier Francesco Nocini, il quale ha aggiunto: «La comunità scientifica dell'università di Verona, come sempre basandosi sulle evidenze scientifiche, esprime la più convinta adesione all'attuale campagna vaccinale anti SARS-CoV-2. Il rapporto beneficio/rischio di tutti i vaccini disponibili è ampiamente documentato, sia dalle sperimentazioni pre-commercializzazione che dalle evidenze che si stanno accumulando a seguito della vaccinazione di milioni di persone in tutto il mondo. Come tutti i farmaci, anche i vaccini possono provocare reazioni avverse, tuttavia l'incidenza di quelle gravi è molto rara. L’Aifa e l'Ema hanno approntato e stanno già attuando specifici programmi di sorveglianza sugli effetti avversi dei vaccini anti-Covid 19. Programmi che vedono in prima fila l'università di Verona, impegnata altresì nello sviluppo del vaccino italiano Reithera».

Nocini ha poi precisato che Bellavite «è stato già docente di patologia generale nel nostro ateneo, ma dal 2017 è in pensione e non risulta avere alcuna collaborazione attiva con nostri gruppi di ricerca, tantomeno in ambito Covid-19. Le sue opinioni sono opinioni personali, come quelle che qualsiasi cittadino può esprimere, e non rappresentano quindi a nessun titolo la posizione della comunità scientifica dell'università degli studi di Verona. Tutte le strutture sanitarie dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona sono fermamente convinte della necessità della vaccinazione anti SARS-CoV-2 come unico mezzo per porre fine all'emergenza epidemiologica. Di conseguenza, hanno messo a disposizione personale medico e infermieristico e ambulatori per vaccinare, negli ultimi due mesi, migliaia di pazienti fragili, oltre che partecipare alla campagna vaccinale rivolta alla cittadinanza veronese».

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