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Trattativa Alitalia, Giovannini: «Negoziato duro con Ue, integrazione con Fs va avanti»

Lavoratori trasporto aereo in piazza, portano la bara di Alitalia

Il ministro delle Infrastrutture a Radio Anch'Io: «Il Paese ha bisogno di una compagnia che sia in grado di stare sul mercato e di fare alleanze»

16 aprile 2021
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2' di lettura

Il governo italiano «sta negoziando in modo molto duro» con la Ue su Alitalia. «Ne va del futuro di una compagnia in cui crediamo e di cui il nostro Paese ha bisogno, che sia in grado di stare sul mercato e di fare alleanze successive da una posizione di forza e non di debolezza». Lo ha detto Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, intervenendo venerdì mattina a Radio Anch'io su Radio Uno Rai.

L'integrazione con FS «va avanti»

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Il ministro è anche tornato sul tema dell'integrazione del vettore aereo nazionale con Ferrovie dello Stato: «Si tratta di uno dei pezzi del futuro del trasporto aereo. La trattativa va avanti, non siamo minimamente all'impasse. Non è corretto dire che il problema - ha continuato - sia quello di “sbolognare” semplicemente i lavoratori da un'impresa all'altra. Quello che sta accadendo è che c'è un'integrazione forte tra i servizi di trasporto aereo e quelli ferroviari”, ha ribadito.

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L'ipotesi a cui ha fatto riferimento il ministro è quella di un passaggio dei dipendenti del vettore aereo a Fs. Proprio sul fronte occupazionale oggi, venerdì 16 aprile, le sigle sindacali Cub Acc e Usb si sono mobilitate anche a Milano «per salvare in futuro di Alitalia». Dalle 10.30 alle 13.00 - spiega una nota - si svolgerà un presidio davanti alla sede della Regione Lombardia, in via Fabio Filzi, 22. «Il progetto Ita, come ormai noto, sconta le pretese dell'Ue – dichiara Antonio Amoroso, segreteria nazionale Cub – confermando l'abbandono totale dello scalo di Milano Malpensa e la svendita di diversi slot dell'aeroporto di Milano Linate».

Appello a Bruxelles: Ue non decida in modo burocratico

Gestire la partita Alitalia in modo solo burocratico, senza tener conto del contesto completamente stravolto dalla pandemia, è un errore. È questo l'approccio con cui l'Italia, in queste ore, prova a richiamare Bruxelles, sperando in un cambio di rotta su un dossier che si fa sempre più urgente, tra le casse quasi vuote della vecchia compagnia e la necessità di far decollare al più presto la nuova Ita. L'obiettivo del governo, comunque, resta raggiungere al più presto l'intesa con l'Ue, anche se ogni giorno che passa cresce il rischio che tutto l'impianto fin qui costruito salti e si debba ricorrere ad un piano alternativo.

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