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Alitalia diventa mini, Ryanair è pronta: «In Italia 4 miliardi nei prossimi 4 anni»

La compagnia irlandese vuole basare 40 nuovi aerei Boeing 737-8200 Max e portare il traffico a 60 milioni di passeggeri dai 40 milioni prepandemia

di Mara Monti

Il ceo di Ryanair Group, Michael O’Leary (EPA/STEPHANIE LECOCQ)

3' di lettura

Ha guardato la finale degli europei di calcio domenica sera? «Certo e ho tifato Italia, da irlandese non potevo fare diversamente. Mi congratulo con voi», ha esordito con la corona dei campioni in testa e la maglia dell’Italia. L’istrionico numero uno di Ryanair, Michael O’Leary si è presentato così all’intervista online nel mezzo di incontri istituzionali con i ministri per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti e del Turismo, Massimo Garavaglia. Obiettivo degli incontri presentare le richieste della compagnia che nei prossimi quattro anni intende investire 4 miliardi di dollari in Italia e negli aeroporti italiani basando 40 nuovi aerei Boeing 737-8200 Max di nuova generazione e portare il traffico a 60 milioni di passeggeri dai 40 milioni prepandemia.

Che cosa avete chiesto al governo italiano durante questi incontri?

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I nostri piani per l’Italia sono ambiziosi, ma il governo deve capire che per le compagnie aeree continuare a pagare la tassa municipale su ogni biglietto aereo è uno spreco di risorse che servono soltanto a pagare le pensioni ai dipendenti di Alitalia. Abbiamo chiesto la cancellazione per quattro anni di questa tassa per tutti, solo così si possono liberare risorse e creare posti di lavoro soprattutto negli aeroporti italiani. Vogliamo ripartire da Ciampino come progetto post pandemia con il raddoppio della nostra presenza dagli attuali 100 voli al giorno, circa 5 ogni ora, a 200 voli. Al momento questa crescita non è possibile per le restrizioni ai movimenti e per le norme sull’inquinamento acustico. I nuovi aerei meno rumorosi del 40% e con meno emissioni inquinanti del 16% consentono il superamento delle restrizioni, è una scelta politica.

Nei vostri piani c’è spazio per una collaborazione con Alitalia?

Lo abbiamo sempre detto che una collaborazione sul feederaggio sui principali scali italiani è possibile, ma per noi non è una priorità. Sia chiaro: Alitalia non può ricevere 3 miliardi di aiuti statali e fare pagare alle altre compagnie la tassa municipale che serve solo a finanziare le varie ristrutturazioni della compagnia. Bisogna poi capire che cosa intende fare con gli slot di Milano-Linate e Ciampino che l’Antitrust europeo ha chiesto di alleggerire del 30 per cento.

Una lunga lista di richieste, quale è stata la reazione?

L’Italia, come altri paesi del Sud Europa, vuole fare ripartire il turismo dopo la pandemia e i segnali positivi ci sono: ad aprile abbiamo trasportato soltanto un milioni di passeggeri, ma a maggio sono saliti a 2 milioni per continuare a giugno 5 milioni, a luglio ne prevediamo 8,5 milioni e ad agosto 10 milioni. Sia chiaro, non sono i 40 milioni di passeggeri che trasportavamo prima della crisi Covid: con questi numeri, in estate pensiamo di raggiungere il 77% del volume prepandemia per arrivare a novembre e dicembre al 90%, quando le restrizioni saranno ulteriormente ridotte. Tutto questo è possibile grazie ai vaccini. Ci vuole tempo ma siamo vicini alla normalità: penso che i livelli precovid di traffico saranno raggiunti nell’estate 2022, almeno per il short hall in Europa, per il lungo raggio, invece, ci vorrà più tempo. Chiaramente, le tariffe continuano ad essere molto basse per consentire a tutti di viaggiare.

Le azioni legali contro Lufthansa e Austrian Airlines sugli aiuti di Stato sono state rigettate dalla Corte europea. Farete appello?

Si, esatto. Le cause si vincono e si perdono. Quelle contro Sas e Klm, ad esempio, le abbiamo vinte. È chiaro che molte compagnie sarebbero fallite senza aiuti pubblici, «cocaina» di Stato per fare sopravvivere compagnie come Alitalia e Air France. Il nostro messaggio alla Commissione europea è che se accetta aiuti pubblici deve consentire più competizione...

Fra pochi giorni pubblicherete i risultati trimestrali quali sono le vostre aspettative? Avete già annunciato che assumerete 200 piloti per i nuovi aerei.

Non posso dire nulla perché siamo un gruppo quotato. Posso solo aggiungere che in Europa siamo la compagnia che sta recuperando più velocemente dopo la pandemia. In quell’occasione presenteremo un importante piano per il rilancio.

L’Europa vuole introdurre una tassa sulle emissioni inquinanti e ha chiesto alle compagnie aeree di fare di più per ridurre l’inquinamento. Che cosa ne pensa?

Per quanto ci riguarda difficile fare di più, investiamo 20 miliardi di dollari per 210 nuovi B737 Max meno inquinanti, entro il 2022 ne avremo 60 in flotta. È una tassa ingiusta perché colpisce i paesi del Sud Europa che utilizzano di più l’aereo per muoversi rispetto a paesi come Francia, Germania e Olanda. Lo stesso vale per la proposta di tassa europea per i voli a corto raggio con cui si vuole incentivare l’utilizzo del treno per gli spostamenti al posto dell’aereo. I paesi del Sud Europa devono coalizzarsi se vogliono evitare di essere fagocitati dal resto dell’Europa.

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