I tre segreti di Fatima: quali sono e come interpretarli

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Fatima è una pittoresca località portoghese di circa 12.000 abitanti che si trova nel comprensorio del Comune di Ourèm, a poco più di 120 km a nord della capitale Lisbona. Il nome del luogo trae origine dall’amicizia della nobile Mafalda di Savoia, sposa del primo re lusitano Alfonso Henriques nel dodicesimo secolo, con la musulmana Fatima, divenuta prigioniera e poi convertita al Cristianesimo. Si narra che, più di tre secoli dopo, verso la metà del quindicesimo secolo, la monaca Filippina dè Storgi, prima di morire, predisse che Fatima sarebbe diventata teatro dell’apparizione mariana in un lontano futuro.

Negli ultimi decenni vi è stato un convulso proliferare delle teorie interpretative sui tre presunti segreti di Fatima, con particolare riferimento al terzo che continua a prestarsi a differenti letture escatologiche e perfino apocalittiche, nonostante in merito si sia già pronunciato il Magistero ecclesiastico. Per avere un quadro preciso dei più importanti filoni cognitivi sui tre segreti di Fatima, sia di carattere ufficiale che di più ampio respiro, è necessario sinteticamente introdurre l’evento mistico del piccolo paesino portoghese nei primi giorni di luglio del 1917. Occorre, altresì, evidenziare un’ulteriore precisazione metodologica che attiene alla natura stessa dei presunti tre segreti di Fatima. In realtà, la Chiesa Cattolica li ritiene inglobati in un’unica rivelazione, scomponibile in tre parti, appartenente alla categoria delle “rivelazioni private”. Ma passiamo direttamente a raccontarne i punti salienti.

I tre fanciulli di Fatima

La vicenda dei “segreti di Fatima” si apre il 13 luglio 1917, quando tre fanciulli riportarono la stravagante notizia di aver incontrato per ben tre volte la Madonna. Due anni dopo perse la vita l’unico maschietto coinvolto, Francisco e nel 1920 morì anche sua sorella Giacinta, entrambi colpiti dall’influenza spagnola. L’unica testimone dell’evento superstite rimase Lucia. Ben 24 anni dopo, incoraggiata dal vescovo Josè Alves Correia da Silva, suor Lucia (nel frattempo aveva preso i voti), scrisse che il segreto era diviso in tre parti, di cui la terza non poteva ancora essere rivelata. Pertanto, sembra che Lucia abbia svelato all’alto prelato soltanto le prime due parti del segreto, che, dopo l’attento vaglio del Magistero ecclesiastico, furono divulgate da papa Pio XII nel 1942, in concomitanza con l’evento consacratorio del mondo al cuore Immacolata di Maria.

Successivamente si apre una fase abbastanza controversa in merito alla rivelazione del cosiddetto “terzo segreto”. Suor Lucia l’avrebbe scritta il 3 gennaio 1944, affidandola in busta chiusa al vescovo di Leiria, che, a sua volta, l’avrebbe consegnata a Pio XII. Si decise che il terzo segreto poteva essere annunciato dopo il 1960 ma Giovanni XXIII, che lo lesse nel 1959, non ne consentì la divulgazione. La stessa decisione fu adottata da Paolo VI, mentre Giovanni Paolo II, nel giorno della beatificazione di Giacinta e Francisco, annunciò al mondo di essere arrivato alla determinazione di comunicarne il contenuto. Sulle motivazioni che spinsero il pontefice polacco a questa decisione sarà maggiormente rivelatrice la successiva narrazione.

Quali sono i tre segreti

Analizziamo ora il testo dell’unica rivelazione, suddivisibile in tre parti.

Il primo messaggio si articolerebbe in una vera e propria visione dei tre pastorelli, su iniziativa della Madonna:

“Un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo, altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore”.

Primo segreto di Fatima

La prima parte del segreto è, in effetti, una vera e propria visione dell’inferno. Ciò che colpisce maggiormente e fa riflettere sulla sua effettiva veridicità è l’eccezionale similitudine alle descrizioni dantesche contenute nella “Divina Commedia”, nonché all’intera iconografia medioevale.

Di carattere profetico, appare il tenore della seconda parte della visione:

“Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà ed avranno pace; se no, spargerà i suoi orrori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”.

Il secondo segreto di Fatima

A tale proposito, occorre sottolineare che alcune coincidenze, anche per i più increduli, risultano sconvolgenti. Suor Lucia scrisse di aver individuato il “grande segno” nella straordinaria aurora boreale che illuminò il cielo nella notte tra il 25 e il 26 gennaio del 1938, in piena attività della Germania nazista e nelle convulse consultazioni diplomatiche di tutte le ambascerie europee e mondiali. E come predetto dalla Vergine, la seconda guerra mondiale scoppiò il 1° settembre 1939, durante il pontificato di Pio XII, anche se nel testo Lucia menziona il suo predecessore, Pio XI. Alcuni interpreti, rifacendosi alle parole stesse della religiosa, affermano che in realtà la data reale di inizio della seconda guerra mondiale deve essere considerata quella dell’annessione dell’Austria da parte della Germania, avvenuta sotto il pontificato di Pio XI.

Come si è detto in precedenza, la terza parte fu scritta in maniera separata dalle altre due da parte di Lucia e suona in maniera decisamente sibillina, i cui particolari più salienti saranno trattati successivamente:

“Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora, un poco più in alto, un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa, che è Dio, (“qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti”), un vescovo vestito di bianco, (“abbiamo avuto il presentimento che fosse il santo padre”) insieme a vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni . Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli, ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.”

Il terzo segreto di Fatima

Questa parte del segreto, soprattutto nelle ultime frasi, riecheggia alcuni passi del libro dell’Apocalisse di Giovanni di Patmos e il grande teologo, papa emerito Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (nel 2000 quando fu rivelata), la interpretò come monito della Madonna alla Penitenza e come preveggenza del martirio e del sacrificio dei martiri della Chiesa. In particolare si mise in relazione con la grande devozione che Giovanni Paolo II aveva nei confronti della Madonna di Fatima, con specifico riferimento all’attentato del 1981 ad opera di Alì Agca. Il papa stesso, vittima dell’attentato, riteneva che la Madonna avesse deviato la traiettoria del proiettile, impedendo che fosse ucciso. Con questa chiave di lettura, il “vescovo vestito di bianco” sarebbe Carol Wojtyla, anche se la medesima Congregazione per la dottrina della fede affermò che si trattava solo di un “tentativo di interpretazione”, per la natura altamente simbolica del messaggio che poteva riferirsi ad una persecuzione e ad una decadenza della Chiesa nel suo complesso, non attribuibile a fatti storici o biografici precisi. E sulle controversie ingenerate dall’interpretazione del terzo segreto focalizzeremo l’attenzione del successivo paragrafo.

Le interpretazioni sul terzo segreto

Già prima della rivelazione del segreto, erano emerse divergenze sulla lettura della terza parte del segreto di Fatima, avvalorate dalla pubblicazione di testi differenti rispetto a quello sopra menzionato, come presuntivamente originale di suor Lucia. Nel 1963 la rivista tedesca Neues Europa pubblicò una versione del testo, in cui apparivano elementi richiamanti una guerra nucleare mondiale ed una crisi senza precedenti della Chiesa Cattolica. Alcune fonti narrano che Luois Emrich, l’editore della rivista, avrebbe ricevuto tale versione da un eminente esponente della diplomazia vaticana e che, addirittura, papa Giovanni XXIII avrebbe dato mandato al cardinale Ottaviani di preparare un comunicato ricavato dal testo originale, da inviare ai vertici delle superpotenze mondiali per evitare una terza guerra mondiale. Alcuni studiosi, però, misero in evidenza le incongruenze della struttura del testo, considerandolo un falso. Ma è necessario sottolineare che la sua veridicità non fu mai smentita ufficialmente dalla Chiesa Cattolica, anche se lo stesso cardinale Ottaviani disse che non si poteva discutere un segreto che non era stato ancora rivelato.

Nell’epoca successiva alla rivelazione del terzo segreto, eminenti studiosi della vicenda, fra cui Padre Nicholas Gruner, Antonio Socci, e l’italo-americano Ferrara, si trovarono concordi nel ritenere che il terzo segreto di Fatima ancora non era stato del tutto svelato, mettendo in evidenza che mancherebbe una quarta parte in grado di esplicitare la terza. Inoltre, molti interpreti hanno messo in evidenza come la scena descritta nella terza parte della rivelazione di Fatima non quadri in realtà con l’attentato a Giovanni Paolo II del 1981. In quel caso si trattò di un evento specifico ben individuato, mentre la scena descritta da suor Lucia appare ben più simbolicamente apocalittica e legata ad un filone escatologico.

Non mancano coloro che agganciano il “terzo segreto di Fatima” alla profezia di Malachia sull’ultimo papa, che alcuni individuano in Josè Mario Bergoglio, unico papa gesuita della storia della Chiesa Cattolica ed al comando del vascello di Cristo, in un’epoca di crisi senza precedenti, come il dilagare degli scandali dovuti alla pedofilia o quelli di natura finanziaria iniziati nella metà del ventesimo secolo. “Il vescovo vestito di bianco che sale ai piedi della Croce” potrebbe essere lo stesso Francesco o un suo eventuale successore. La visione descritta da Lucia potrebbe essere intesa in maniera metaforica, quindi come un periodo di crisi della Chiesa senza precedenti, esposta ad attacchi interni e a persecuzioni esterne. Oppure tale visione potrebbe essere anche interpretata in maniera letterale e, dunque, ci potrebbe essere un evento distruttivo su vasta scala od un attacco al Vaticano con armi reali. Non trascuriamo il fatto che la basilica di San Pietro è considerata uno degli obiettivi in assoluto più sensibili non solo per il fondamentalismo islamico, ma per un’ampia gamma di organizzazioni terroristiche internazionali. Sono note le frequenti e ripetute minacce di issare la bandiera islamica sulla cupola di San Pietro.

In un contesto di crisi generale, non si può neanche dimenticare la celebre frase di Paolo VI, a proposito del “fumo di Satana” che stava penetrando nella Chiesa e, alla luce di questa considerazione, il terzo segreto di Fatima potrebbe far riferimento alla grande “apostasia”, cioè all’abbandono della genuina fede da parte dei credenti, già annunciata nel libro dell’Apocalisse di Giovanni di Patmos.

* * *

In sintesi, si può dire che, interpretando l’intera rivelazione di Fatima, nel suo complesso, è evidente la differenza tra le prime due parti e la terza. Se nella prima parte della rivelazione, la Madonna avrebbe mostrato la realtà dell’inferno, in modo, per la verità, troppo letterariamente “dantesco” e nella seconda avrebbe predetto il disastroso conflitto mondiale, non sembra logico che nella terza si sia limitata ad individuare soltanto il futuro attentato di Giovanni Paolo II, peraltro sventato e non accaduto nei contorni apocalittici descritti dalla visione. È ragionevole, pertanto, ritenere che il segreto nasconda un significato ben più ampio ed orientato all’intera umanità, che soltanto il futuro ci potrà far conoscere.

Non è la sede adatta per discutere sulla veridicità o meno delle apparizioni, che rimangono soprattutto un oggetto di fede, anche se di recente perfino la scienza ufficiale, pur non potendo provare empiricamente determinati fenomeni, ne ha ammesso la possibilità, nell’ottica dei recenti sviluppi della fisica quantistica. Gli interpreti seri, tuttavia, non devono lasciarsi andare alle “interpretazioni con il senno di poi”, come spesso si fa quasi goliardicamente con le quartine di Nostradamus, quando alle stesse si adattano fatti recenti, solo per l’assonanza di qualche parola o per la somiglianza di qualche descrizione. Non conosciamo tutto e non tutte le spiegazioni tradizionali ci devono soddisfare, ma ogni analisi deve essere condotta con rigore metodologico.

3 comments

  1. Ciao Auralcrave, vi consiglio di consultare in merito gli interventi video effettuati da Laura Fezia reperibili su Youtube! Grazie!

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