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L’evoluzione di Cristiano Ronaldo: meno corse e meno tocchi, gli stessi gol di sempre

A 33 anni, il portoghese è riuscito a reinventarsi restando micidiale sotto porta. Rispetto al passato corre di meno, gioca di prima e non tocca mai la palla per più di tre volte. Davanti ad un fisiologico calo fisico, si basa sempre più sulla sua tecnica. Che gli permette di segnare sempre gol decisivi.
A cura di Alessio Pediglieri
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La Juve ha sfidato il Real campione ma soprattutto i campioni del Real. Tra questi, ovviamente, in primo piano c'è sempre lui Cristiano Ronaldo, il Fenomeno portoghese che quando sente aria di Europa si trasforma e non si fa mai trovare impreparato. A 30 anni compiuti, Ronaldo non smette mai di stupire ed è ancora oggi il leader indiscusso della formazione di Zidane.

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Lo ha sottolineato anche Massimiliano Allegri in conferenza stampa: "Ronaldo è fenomenale, a 33 anni è riuscito a reinventarsi e trovare un modo nuovo per rimanere un campione". In una età in cui la maggior parte dei suoi colleghi si adatta alla situazione e vive di rendita, Cr7 appare un ragazzino affamato di vittorie e di notorietà. Come non avesse ancora vinto nulla in carriera: è questo il suo segreto principale.

Il primo Ronaldo: corsa, dribbling e tiro

Quando il fisico glielo permetteva Ronaldo amava scattare da lontano, fare la fascia ed entrare in area di rigore, o per ricevere un assist o per fornirlo o per tirare in porta. E' stato così per gran parte della prima fase della sua carriera, quando è esploso nel Manchester United e nei primi anni al Real Madrid: veloce, tecnico, chirurgico. Non dava riferimenti alle difese, nell'uno contro uno vinceva sempre, sotto porta era micidiale.

Un lavoro costante che ha migliorato nel tempo con un allenamento specifico che gli ha permesso maggior esplosività muscolare rendendolo unico nel suo genere. Marcare Ronaldo era impossibile: a uomo non c'era avversario capace di contrastarlo per 90 minuti, a zona si beffava delle marcature larghe trovando sempre lo spazio giusto. Potevi imbrigliarlo per 40, 60, 80 minuti ma gli bastavano 5 minuti di libertà per essere decisivo.

Cr7 oggi: meno corse, meno tocchi e i gol di prima

Oggi, Ronaldo ha capito che il suo gioco dev'essere differente dal passato. La forza muscolare è calata per una questione di mera età: ha 33 anni, articolazioni e muscoli sono logorati dal tempo, dagli scatti, dai dribbling e dalle botte subite. Lo sa e ne ha fatto virtù perché oggi Cr7 corre meno ma resta più al centro della manovra, più vicino alla porta, sfruttando ancor più le proprie qualità tecniche.

Non è un caso se ultimamente Cristiano Ronaldo inizia le stagioni in sordina. L'attuale, ad esempio, ha avuto uno dei peggiori avvii di sempre con pochissimi gol e prestazioni ben al di sotto dello standard normale. Eppure, dopo la pausa invernale, è tornato ad essere il Cr7 che tutti conosciamo: decisivo e goleador. Ennesima dimostrazione di quanto questo campione sappia gestirsi, per farsi trovare al meglio nel momento più importante della stagione.

L'evoluzione di Ronaldo è significativa anche per dei dati che ne dimostrano il cambiamento: il portoghese parte sempre più spesso dalla sinistra ma la sua presenza in area di rigore è nettamente superiore rispetto al passato. Quest’anno Ronaldo col Madrid ha fatto 41 gol. Di questi, il 70% del totale è arrivato toccando la palla una sola volta, battendo di prima. Non spreca energie, non corre a vuoto, gioca d'anticipo prima di testa e poi coi piedi. Il nuovo Ronaldo è cambiato, forse anche in meglio, e per Allegri sarà un problema riuscire a domarlo.

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