14 aprile 2022 - 16:09

Arresto cardiaco durante il volo per Parigi, quattro infermieri in vacanza lo salvano: «Russava in modo strano»

I quattro lavorano in Cardiologia all’ospedale di Chioggia. Il salvataggio a novemila metri di altitudine, l’aereo era partito da Venezia. «Sembrava perso, ma non ci siamo arresi»

di Matteo Riberto

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I quattro sanitari davanti al volo EasyJet in cui hanno effettuato il salvataggio
I quattro sanitari davanti al volo EasyJet in cui hanno effettuato il salvataggio

Lavorano in ospedale ma stavolta hanno salvato una vita facendo un massaggio cardiaco a 9 mila metri di altezza: su un aereo. Tre infermieri e un’operatrice sanitaria della Cardiologia dell’ospedale di Chioggia, Katia De Bei, Riccardo Baldo, Tiziana Cavallarin e Gina Valentino, alle 6.45 di martedì 12 aprile erano in viaggio per Parigi a bordo di un Easy Jet decollato dall’aeroporto Marco Polo di Venezia. Toccata e fuga di un giorno nella capitale francese, per staccare da una faticosa settimana in corsia.

«Respiro pensate che conosciamo»

Erano seduti nella stessa fila, la 16. Dietro di loro un 32enne che dormiva, ma il suo russare li ha insospettiti. «Ci siamo girati tutti e quattro — racconta Baldo — quel respiro pesante lo conosciamo, non è un normale russare». La collega Valentino ha provato a svegliare il passeggero: «Signore, riesce a sentirmi?». Nessuna risposta, non era cosciente. Compresa la gravità della situazione, i sanitari lo hanno steso di traverso su tre sedili. «Non sentivamo il polso, era in arresto cardiaco — ricordano — abbiamo iniziato a eseguire il massaggio cardiaco esterno, a mano, ma lo spazio era stretto». E allora hanno sdraiato l’uomo nel corridoio. De Bei gli ha strappato la camicia per liberargli il torace, Valentino ha chiesto il defibrillatore all’assistente di volo, mentre Cavallarin spiegava ai passeggeri la situazione e li rassicurava. «In quel momento lo davamo per perso — ricostruisce Baldo — ma non ci siamo dati per vinti e abbiamo continuato a eseguire il massaggio a mano, in attesa del defibrillatore».

«Grazie e scusatemi»

Che ha aiutato a far ripartire il battito. «Grazie e scusatemi», ha detto il giovane quando si è ripreso. Dopo un’ora l’aereo è atterrato in Francia, dove il 32enne è stato affidato al Pronto intervento parigino. «I nostri sanitari si riposano in giro per l’Europa con queste bellissime fughe dalla vita appagante ma faticosa dei reparti, ma non vanno mai davvero in vacanza — dichiara il direttore generale dell’Usl Serenissima, Edgardo Contato — la vocazione alla cura non va mai in vacanza». «Voglio dire un grazie di cuore a questi colleghi che hanno saputo cogliere i segnali in tempo — dice Marina Bottacin, presidente dell’Ordine degli infermieri di Venezia — essere infermieri è una vocazione che ci accompagna sempre».

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