30 agosto 2021 - 10:54

San Marino, una terza dose per il Green pass, scoppia la rabbia: «Non siamo cavie»

Regna il malumore fra i vaccinati Sputnik per «l’ingerenza» italiana. «Di Maio? No comment»

di Enea Conti

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San Marino, Green pass e Spunik: un altro capitolo della saga è appena cominciato. Già pronto a scatenare malumori e dubbi. Fino al 15 ottobre i sammarinesi vaccinati con lo Sputnik potranno circolare in Italia grazie all’esenzione dal Green pass introdotta all’inizio di agosto. In sostanza basta esibire un certificato di avvenuta vaccinazione con il siero russo. Ma tutto questo durerà poco

Caos Sputnik

La soluzione è temporanea e gli stessi cittadini si chiedono che cosa accadrà tra un mese e mezzo: a rispondere è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Per ottenere il Green pass servirà una terza dose con un vaccino approvato dall’Ema”. Le premesse sono molteplici: ben oltre la metà dei cittadini sammarinesi (e anche tantissimi italiani che risiedono sul Titano) hanno ricevuto due dosi di Sputnik e parecchi devono ancora ricevere la seconda dose del siero acquistato grazie a un accordo con il fondo monetario russo. L’unico vaccino approvato dall’Ema in uso a San Marino è lo Pfizer.

Dosi prenotate

In freezer ce ne sono migliaia così come a migliaia sono le dosi di Sputnik: al momento sono necessarie per il completamento dei cicli vaccinali già avviati (seconde dosi) e la speranza è quella di impiegarne altre per convincere no vax e timorati a immunizzarsi. Anche perché a San Marino è possibile scegliere se ricevere gratuitamente lo Spuntik o il Pfizer. In sostanza con queste preamboli sarà difficile per la Repubblica piegarsi alle richieste del ministro italiano.

«Di Maio? No comment»

Dal piccolo Stato preferiscono non commentare le dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio. Una forma di rispetto istituzionale ma fino a un certo punto: l’impressione è che quella del titolare della Farnesina sia stata accolta come un’ingerenza. Sia nel Palazzo che tra i residenti serpeggia il timore di essere trattati alla stregua di cavie perché di fatto la terza dose non è neppure in uso (per il momento) in Italia. «Se poi pensiamo al fatto – mormora qualcuno – che si tratterebbe di una terza dose eterologa è ovvio che il passo non sarà facile».

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