Cosa fare a Genova Mostre 

Palazzo Reale, “Segreti di regine e regine di segreti”. Oggetti rari e preziosi e un viaggio tra le memorie

Dal 18 novembre 2016 al 19 febbraio 2017 nell’appartamento dei principi ereditari

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Apertura straordinaria dell’appartamento dei principi ereditari, in occasione di una suggestiva esposizione di oggetti rari e preziosi, in un viaggio tra le memorie di Maria Luigia di Parma, Margherita di Savoia e altre regnanti come Maria Cristina d’Asburgo o Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena. Singolari oggetti d’uso quotidiano, abiti e accessori alla moda rievocano l’intimità e i gusti delle sovrane che abitarono fastose dimore come il Palazzo Reale di Genova. L’atmosfera tipica di metà dell’Ottocento, è ricreata da una notevole rassegna di ritrattistica sabauda – miniature dipinte, pastelli, incisioni, fotografie, sculture e dipinti – appartenente sia alle collezioni della reggia genovese, sia a collezioni private, ed esposta qui per la prima volta. Un viaggio nella grande residenza genovese e dietro le quinte della vita di corte, attraverso abiti d’epoca, arredi, affreschi e stoffe preziose ricreando le essenze dei profumi e i fruscii delle sete, ma anche i sentimenti più intimi e familiari. Si svela così come l’arte nobilitava i vezzi e i gesti quotidiani delle nobildonne e delle loro dame, documentando una stagione fortunata e poco nota della storia genovese. Su prenotazione al tel 0102710236 sarà possibile essere accompagnati con visita guidata alla mostra e nelle sale, nel costo del biglietto di ingresso di € 3,00.

Orari e prezzi

giovedì, venerdì e sabato 11.00 > 17.00

domenica 14.00 > 17.00

biglietto € 3,00

info: 0102710236; www.palazzorealegenova.beniculturali.it

 

In collaborazione con il Museo Daphné della Moda e del Profumo di Sanremo.

Il Museo DAPHNÉ della Moda e del Profumo di Sanremo si affaccia su via Matteotti, a pochi passi dal Casinò e dal Teatro Ariston, fondato sotto l’egida della omonima maison ligure che è entrata con pieno diritto a far parte della storia della moda.
Nata più di mezzo secolo fa come atelier di Alta Moda, con impegno, costanza ed abnegazione, ha ottenuto e conservato il marchio Haute Couture, vestendo i membri dell’aristocrazia del Vecchio e Nuovo mondo.

Nelle stanze della sua sede, un palazzo del XIII secolo, sono raccolte collezioni uniche di abiti antichi e contemporanei, coordinati con accessori e flaconi di profumo delle varie epoche. Il patrimonio si compone di circa duemila oggetti, di cui più rari sono del XVIII secolo. Il museo vanta una straordinaria collezione di flaconi di profumo italiani e francesi del XIX secolo. Il patrimonio museale è frutto della sensibilità di clienti dell’atelier che hanno donato abiti, oggetti e accessori d’epoca appartenuti alle loro mamme e nonne, con espresso desiderio che non andassero dispersi e che potessero trovare nuova vita.

Gli oggetti d’epoca presenti nel museo sono e sono stati per la maison fonte d’ispirazione per abiti, accessori e profumi, così come per stilisti, sartorie, designer e appassionati di moda da tutto il mondo che dal gusto e dallo stile del passato traggono suggestioni per creare tendenze e disegnare le linee della moda del futuro.

 

Appartamento dei Principi Ereditari detto anche Appartamento del Duca degli Abruzzi

 

La principesca suite nell’ala orientale al primo piano nobile del Palazzo Reale conserva ancora oggi il nome di uno dei suoi ultimi inquilini storici Luigi Amedeo di Savoia-Aosta (1873-1933), duca degli Abruzzi, celebre esploratore, navigatore, alpinista, ammiraglio, figlio di Amedeo, duca di Aosta e re di Spagna.

L’appartamento, che ha subito nel tempo numerose modifiche, ampliamenti e riduzioni, è formato oggi da dieci sale riccamente arredate, in occasione delle nozze del principe Vittorio Emanuele e Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena avvenute nel 1842.

Nelle sale è possibile ammirare tele di artisti quali Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto, Vincenzo Camuccini, Luca Cambiaso, Carlo Maratta, Domenico Parodi, ritratti di casa Savoia e un notevole numero di arredi, suppellettili e tappezzerie risalenti all’allestimento voluto nel 1842 da Carlo Alberto.

Anticamera

Detta al termine dei lavori voluti da Carlo Alberto tra il 1841 e il 1842 Sala per li stafieri, è questo l’ambiente che conserva più d’ogni altro l’aspetto settecentesco, soprattutto nella delicata decorazione a stucco della volta e delle pareti che risalgono con certezza al periodo di proprietà dei Durazzo (1679-1824).

Gli apparati hanno subito però una generale ridipintura moderna che ha ricoperto

purtroppo le coloriture originali. In realtà questo locale serviva in passato da anticamera per due appartamenti indipendenti: quello che si sta per visitare, al quale si accede dalla porta di fronte all’ingresso, e l’altro con entrata dalla porta a sinistra del camino; oltre quella a destra una scala di servizio scendeva in origine alle cucine.

Fra le opere esposte si segnalano sulle pareti est e ovest: seguace di Marten van Cleve (Anversa 1527-1581), L’estate e L’autunno, olio su tela, 1570-1580.

Salotto degli Stucchi lucidi

Intitolato al rivestimento delle pareti, oggi coperto da stoffe moderne, ospita due grandi tele ottocentesche che ritraggono il committente dell’appartamento, Carlo Alberto, re di Sardegna, opera del sarzanese Camillo Pucci (Sarzana, La Spezia, 1802-1869), e il suo destinatario, Vittorio Emanuele II, re d’Italia, qui ritratto da Eliseo Sala (Milano 1813 – Roncate di Triuggio, Milano, 1879).

Entrambi i dipinti sono esposti grazie alla generosa disponibilità del Comune di Genova cui appartengono. I due massicci busti in marmo di Carrara rappresentano Vittorio Emanuele II e suo figlio Umberto I, e sono di proprietà della Provincia di Genova.

Gli arredi della sala risalgono alla metà del XIX secolo; al centro si segnala: Santo Varni (Genova, 1807-1885), Fontana, marmo, 1865.

Salotto Stile Impero

Sia la serie di mobili disegnati per l’ambiente sia gli ornati a tempera della volta di Michele Canzio (Genova 1787-1868) vanno fatti risalire agli interventi ottocenteschi voluti da Carlo Alberto e realizzati tra il 1841 e il 1842. Tra i dipinti esposti vanno ricordati almeno, a destra della specchiera il Ritratto di Francesco I, imperatore del Sacro Romano Impero, di ambito di Martin van Mytens (o Meytens) il Giovane (Stoccolma 1695 – Vienna 1770) e sulla parete d’entrata la Deposizione di Cristo morto di artista caravaggesco della prima metà del Seicento. Sono visibili anche la Giuditta con la testa di Oloferne attribuita a Giovanni Battista

Merano (Genova 1632-1692) e la tela con l’Entrata degli animali nell’Arca opera di Giovanni Benedetto Castiglione (Genova 1609 – Mantova 1664) e il Paesaggio con la Fuga in Egitto dipinto da Carlo Antonio Tavella (Milano 1668 – Genova 1738).

Studio del Re

Il soffitto a volta di questo che fu lo studio privato di Vittorio Emanuele II, reca riquadature, rosoni e ornati a chiaroscuro su fondo oro.

Nella medaglia centrale dovuta a Michele Canzio (Genova 1787-1868) i Riposi di Giove richiamano un ristretto Olimpo col padre degli dei seduto tra Giunone e Minerva, Apollo al centro intento a suonare la cetra, mentre le tre grazie stanno alle sue spalle, insieme a Mercurio e due figure virili barbate che osservano a distanza. A sinistra si riconoscono Plutone ed Ercole, mentre nella parte inferiore l’artista include il Crepuscolo che segue la scia luminosa del Sole.

Lo schema decorativo prevede all’intorno un grosso fregio di girali con geni alati che incoronano otto profili di personaggi antichi: le aquile con gli stemmi sabaudi fanno presumere si tratti di conti e duchi della dinastia, come suggeriscono anche le corone e i costumi medievali.

Camera da letto verde

La volta è decorata con finti stucchi dipinti nello stile di Michele Canzio (Genova 1787-1868), ma ripresi con certezza in una fase successiva, mentre le pareti sono ricoperte di semplice lampasso di seta verde.

Il bel letto è della seconda metà del secolo XVIII, come il cassettone e i comodini, mentre la specchiera e la console sembrano potersi datare alla fine del secolo XVIII.

I dipinti comprendono, a capo del letto una Sacra Famiglia di Luca Cambiaso (Moneglia, Genova, 1527 – El Escorial, Madrid, 1585), mentre al centro della parete di levante una bella tela con Madonna col Bambino e San Giovannino attribuita al pittore genovese Anton Maria Piola (Genova 1654?-1715).

Nell’armadio della parete ovest sono esposti servizi in ceramica da toelette del XIX; anche il tappeto a “Jacquard” sul pavimento è del XIX secolo.

Sala da Pranzo

La sala evidenzia una generale risistemazione ottocentesca con eleganti rivestimenti in broccatello rosso cremisi e argento.

Sulla volta, entro chiaroscuri di Michele Canzio (Genova 1787-1868), si osservano cinque dipinti di Giuseppe Frascheri (Savona 1809-1886) con episodi dell’Iliade incentrati sulle figure di Achille e dell’amata Briseide, a partire dal centro con Briseide condotta al cospetto di Achille. Sulla parete a destra della porta di accesso è presentato il dipinto Omaggio a Carlo Alberto, donato al sovrano dal Regio Istituto dei Sordomuti di Genova nel 1834.

Collocata sulla parete opposta si ammira invece la tela di Vincenzo Camuccini (Roma 1771-1844), Furio Camillo scaccia i Galli dal Campidoglio, da Tito Livio. Nella sala sono presenti anche cinque busti realizzati a metà dell’Ottocento: di Giuseppe Benetti, Andrea Doria; di Domenico Carli, Nicola Caffaro; di Giuseppe Molinari, Guglielmo Embriaco; di Lorenzo Orengo, Luca Cambiaso; di Agostino Vignola, Cristoforo Colombo.

Salotto delle Divinità Olimpiche

Detta anche Sala di Compagnia, questa sala ospita una cappella settecentesca chiusa da ante e decorata da delicati partiti in stucco policromo con motivi floreali e una piccola colomba tra nimbi simboleggiante lo Spirito Santo.

Michele Carlo Danielli (Genova 1822- 1853) è l’autore delle sei medaglie policrome rappresentanti le Divinità Olimpiche (Apollo, Giunone, Marte, Minerva, Giove e Diana). Il dipinto sull’altare con la Madonna col Bambino, è invece della bottega di Giovanni Battista Salvi (Sassoferrato, Ancona, 1606 – Roma 1685).

Sulla parete d’ingresso è esposto il grande Ritratto di Rodolfo II d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero di un seguace di Martino Rota (Sebenico 1520 circa – Vienna 1583), mentre su quella di fondo si vede una litografia con il Ritratto del principe Oddone di Savoia insieme al busto in marmo dello stesso principe, quarto figlio di Vittorio Emanuele II.

Appartamento Nuziale

L’allestimento dell’Appartamento Nuziale fu pianificato a partire dal 1841.

Gli arredi risultano commissionati infatti il 12 settembre 1841 all’ebanista inglese Henry Thomas Peters (Windsor 1793 – Genova 1852), suo primo incarico di prestigio presso la corte sabauda. La moda del tempo prediligeva “piuttosto il gusto e il confortabile che il principesco” e, quindi, legno al naturale anziché mobili dorati. A questi canoni si attenne dunque Peters a Genova; gli arredi, ispirati sia allo stile Carlo X che al Regency inglese, furono realizzati in legno di rovere con sottile impiallacciatura in legno di acero canadese, detto “spignero”, con filettatura in palissandro, detto bois de violet, e mogano. Caratteristiche le rotelline ai piedi di poltrone e letti, tipiche del mobile inglese coevo.

Le tappezzerie in seta sono state realizzate ex novo nel 2001 nel corso di un importante restauro, sulla base dei frammenti superstiti delle stoffe originali, quando furono anche tirate dalle matrici originali conservate presso l’Istituto Nazionale della Grafica le incisioni con le effigi dei sovrani e delle regine collocate nell’Appartamento Nuziale.

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