Città creativa dell’Unesco La Trieste di Svevo e Joyce convince la Commissione

Sostegno italiano all’unanimità per la candidatura letteraria designazione a novembre dopo un lungo iter di valutazioni

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Il riconoscimento



Trieste compie un importante passo avanti per entrare nella ristretta cerchia (attualmente sono meno di trenta in tutto il mondo) delle Città creative per la letteratura dell’Unesco. Il capoluogo regionale - grazie alla sua tradizione letteraria, alla posizione baricentrica e alla qualità dei progetti presentati - ha ottenuto infatti il sostegno della Commissione nazionale che si è riunita la scorsa settimana a Roma.

Chiamata a deliberare sulle candidature, la Commissione ha deciso all’unanimità di sostenere Trieste per la letteratura (assieme a Bergamo per la gastronomia e Biella e Como per l’artigianato). Istituita nel 2004 per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile, la Rete delle città creative è divisa in sette settori culturali. In caso di affermazione, Trieste si affiancherebbe a Milano in quello della letteratura.

Una notizia accolta con orgoglio dall’assessore comunale alla Cultura, Giorgio Rossi. «Questo primo riconoscimento - commenta - ci trova pronti a proseguire nell’iter grazie alle nostre grandi potenzialità: Trieste è città della cultura non solo letteraria. Possiamo contare su un sistema bibliotecario provinciale che connette nove biblioteche (tranne, purtroppo, Muggia) e conta 700 mila volumi e soprattutto su una presenza di quasi 250 mila lettori, tra cui moltissimi giovani».

Il Comune ha già attivato vari progetti volti a evidenziare il ruolo della Trieste letteraria tra i quali spicca appunto il “Museo della letteratura”, che prevede la realizzazione di uno spazio espositivo interattivo al pianterreno della biblioteca Hortis. «È un progetto da due milioni di euro - riprende Rossi - che vorremmo inaugurare nel 2020, e concentrare così in un’unica sede musei attualmente decentrati come quello Sveviano. Ora - conclude - dovremo saper sostenere la responsabilità di essere al centro dell’universo mitteleuropeo come città di cultura e di apertura, organizzando eventi di grande livello e richiamo internazionale». Il prossimo passo sarà adesso la presentazione della candidatura per cui ci sarà tempo fino al 30 giugno. «È solo una tappa nel percorso - rimarca l’assessore alla Comunicazione, Serena Tonel -, ma è particolarmente significativa: hanno pesato la posizione strategica internazionale (Trieste andrebbe ad allinearsi tra Milano e Lubiana rafforzando questo asse) e la storia letteraria che l’accompagna. E il fatto che i progetti indicati intendano valorizzare pure l’aspetto scientifico e didattico».

La designazione spetterà al direttore generale dell’Unesco al termine di un processo di valutazione che prevede consultazioni interne ed esterne con esperti indipendenti e con le città della Rete, i cui esiti si conosceranno a novembre. Tra le varie iniziative già programmate dal Comune per convincere i soggetti chiamati a esprimere un parere, spicca “L’itinerario letterario” che prevede un walking tour cittadino che si conta partirà da ottobre. «L’intento - aggiunge Tonel - è sviluppare itinerari sulla vita dei grandi scrittori nati o vissuti a Trieste (che per di più andranno a inserirsi nel tessuto economico cittadino poiché legati a luoghi ancora vivi come caffè e botteghe storiche), allargandoli a Kugy, Stuparich e autori più recenti come Magris e Heinichen e ad altri filoni che l’eventuale riconoscimento ci permetterà di sviluppare».

A contribuire alla decisione sarebbe stata anche la particolare ricchezza di case editrici e la presentazione di progetti su “L’archivio storico della letteratura per l’infanzia” e “I mestieri del libro”, atti a favorire l’incontro dei diversi attori della filiera per contribuire a creare nuove opportunità di lavoro per i giovani. Da rimarcare infine “Il patto per la lettura”, che consorzia 125 partner tra associazioni, istituti culturali, imprese e professionisti del settore per dare vita a una “rete letteraria” che possa svilupparsi sul territorio nazionale e nei Paesi limitrofi. —