«Nuovi obblighi in Slovenia per i natanti». Ma è una bufala

Lettori avvicinati a Lazzaretto da presunti poliziotti che hanno messo in guardia da maxi multe per le barche non immatricolate Da Capodistria però la smentita

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«Sono vostre queste barche? Fate attenzione allora. Da quest’anno per chi intende spostarsi oltreconfine c’è una novità: per navigare in Slovenia tutte le imbarcazioni dovranno essere immatricolate. E chi non dimostrerà di avere l’immatricolazione - che, come noto, in Italia non è prevista per i natanti sotto i 10 metri - si vedrà fare un verbale con multa da 360 euro».

È il messaggio allarmante che alcuni lettori riferiscono di aver ricevuto nei giorni scorsi da parte di presunti agenti della Polizia slovena. Agenti che avrebbero avvicinato alcune barche più piccole, ormeggiate nelle acque della vicina repubblica nella zona del Lazzaretto, comunicando loro appunto l’entrata in vigore della nuova regola.

Una novità che però il Comparto marittimo della Polizia di Capodistria, contattato telefonicamente, smentisce. Le autorità slovene spiegano infatti che non ci sono novità rispetto agli scorsi anni. A bordo andrà portato, come in passato, solo un documento - come ad esempio l’assicurazione del motore, che è obbligatoria anche in Italia, o la fattura di acquisto -, che attesti la proprietà dell’imbarcazione. Per chi volesse arrivare più a sud, in Croazia, serve anche la patente nautica che è prevista per tutte le barche che hanno un motore, a differenza di quanto avviene in Italia, dove sono esclusi quelli con una potenza inferiore ai 40,8 cv o 30kw purché si navighi entro le sei miglia dalla costa e la lunghezza della barca sia inferiore ai 24 metri. Così come in Slovenia, anche in Croazia le barche italiane per le quali non è obbligatoria la registrazione al Registro delle imbarcazioni da diporto (Rid, devono avere a bordo obbligatoriamente i documenti del motore come assicurazione e libretto ed è consigliato anche tenere a portata di mano la fattura di acquisto del natante.

Al momento l’Unione europea non ha richiesto all’Italia di adeguarsi agli altri Paesi, dove appunto vige l’obbligo di immatricolazione. Una situazione che ha generato qualche imbarazzo in passato, al punto da diventare un caso politico tra Italia e Francia all’inizio degli anni 2000, sfociato poi nella sottoscrizione di un accordo tra il Comando generale delle Capitanerie di porto e l’Addetto doganale dell’Ambasciata di Francia. Nel testo si stabilisce che i possessori di natanti italiani che navigano in acque francesi devono avere a bordo la polizza di assicurazione dell’unità contenente il nominativo del proprietario. Qualora poi il titolare non sia a bordo serve un’apposita dichiarazione a firma dell’armatore in lingua italiana e francese. Resta poi l’obbligo delle dotazioni di bordo tra le quali i salvagenti, l’anulare con cima, la pompa di sentina, l’estintore, i razzi con le boe luminose, la bussola e l’apparato vhf. —