Il Tirreno

Coronavirus, il primario di Careggi: "Test del sangue affidabili e più rapidi, ecco come funzionano"

Mario Neri
Gian Maria Rossolini
Gian Maria Rossolini

Intervista al primario del laboratorio di Careggi dove sono partite le analisi per lo screening di massa in Toscana: risultati in 10 minuti 

26 marzo 2020
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FIRENZE. «Abbiamo già escluso un tipo di kit, perché non rilevava bene gli anticorpi. E invece ne stiamo validando uno che forse ci consentirà di escludere il tampone e accelerare i risultati», dice Gian Maria Rossolini, professore ordinario dell’Università di Firenze e primario di Microbiologia e virologia di Careggi. Il laboratorio che dirige è il primo imbuto di tutta l’emergenza. Qui c’è il team di biologi, medici e biotecnologi che ogni giorno processa i tamponi eseguiti sui sospetti positivi della Toscana centro. Qui sono arrivati 10mila dei 25mila kit con cui la Regione ha iniziato la sperimentazione dei test “rapidi”, le analisi sierologiche con cui scovare più positivi possibili partendo dai sanitari e poi da fare a 500mila toscani per arginare l’epidemia.

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Professore, cosa permette di rilevare?

«Il test sierologico consente di sapere se la persona ha prodotto anticorpi contro il virus: le immunoglobuline M e le immunoglobuline G. Le prime compaiono più precocemente e scompaiono più rapidamente, sono quelle che fanno sospettare una positività in atto. Le G compaiono assieme e restano anche dopo le M, e ci permettono di dire se uno ha avuto un’infezione in tempi passati».

Come si esegue il test?

«Basta una goccia di sangue ottenuta con un buchino fatto con un ago nel polpastrello o un normale prelievo, e si mette la goccia di sangue in una piccola striscia di plastica. All’interno il materiale migra e si evidenziano bande colorate, che si leggono a occhio nudo. Simile al test di gravidanza».

In quanto tempo si esegue?

«È rapidissimo e semplice rispetto a un tampone, bastano dieci minuti. Se ne possono fare anche centinaia al giorno».

Secondo le indicazioni della task force, si parte dal personale sanitario. Avete iniziato?

«Abbiamo iniziato la validazione. Partiremo secondo le indicazioni regionali».

Perché una volta trovato un positivo c’è bisogno del tampone?

«Perché potrebbero esserci falsi positivi, quindi va verificato. Se il test sierologico si verificherà molto specifico, come sembra e speriamo, a quel punto potrebbe non essere più necessario il tampone. Però il tampone ci consente di vedere se c’è o non c’è il virus, il test sierologico lo suggerisce ma non lo conferma».

Possono verificarsi falsi negativi?

«Certo, può capitare che gli anticorpi non si vedano ma solo perché ancora non sono stati prodotti dall’organismo. Da quando veniamo in contatto con il virus possono passare da 6 a 8 giorni prima che si sviluppino gli anticorpi. Ma potrebbe anche verificarsi se un test non rileva anticorpi in realtà presenti. Abbiamo paragonato due kit diversi, con lo stesso formato, e uno dei due non era in grado di rilevare anticorpi che l’altro invece trovava».

Potrebbe i risultati essere un’indicazione per la Diesse di Siena e lo Spallanzani a cui è affidata la produzione dei 500mila kit.

«Potrebbe».

.Che cos’è un tampone ?

«Si esegue con un prelievo dalla gola con un bastoncino assorbente e attraverso una tecnica di biologia molecolare si cerca la presenza del genoma del virus. Questo richiede tempi di lavorazione più lunghi, dalle 3 alle 5 ore, ma attendiamo metodiche che potrebbero essere più rapide, anche se scontiamo una carenza di reagenti dovuta all’enorme richiesta mondiale».

Quanti ne fate al giorno?

«Si va da 500 a 600 in media. I tempi di risposta variano. Per un’urgenza che richiede priorità possono bastare 3 ore, ma dipende molto dai tempi di invio in laboratorio. Possono volerci anche 7-9 ore».

Anche nei tamponi possono esserci falsi positivi e falsi negativi?

«Sì un falso negativo può essere dovuto ad un prelievo sbagliato. Un falso positivo a contaminazione del laboratorio. Per questo serve massimo rigore. Ma, esclusi questi casi, si tratta di un test molto sensibile». —

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