Chi è Xi Jinping

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Xi Jinping è il presidente della Repubblica popolare cinese dal 14 marzo 2013. Il 23 ottobre 2020 è stato confermato per un inedito terzo mandato nel ruolo di segretario generale del Partito Comunista Cinese (PCC). Le sue parole d’ordine sono due: sogno cinese e Nuova Via della Seta. Con il primo termine ha creato una narrazione che allo stesso tempo indica la resurrezione della nazione cinese dopo anni di delusioni e il conseguente miglioramento delle condizioni economiche dei suoi cittadini; con il secondo si riferisce al mastodontico progetto infrastrutturale allestito per unire la Cina all’Eurasia e all’Africa.

La data di nascita di Xi Jinping è avvolta nel mistero e la sua biografia è un mix tra realtà e mito. Xi è nato il 15 giugno 1953; questo, secondo lo zodiaco cinese, è l’anno del serpente, l’animale più astuto e intelligente dei 12 segni presenti. Non c’è uniformità di giudizio su dove sia nato. Secondo alcuni sarebbe nato nella contea di Fuping nella provincia dello Shaanxi, altri sostengono sia nato a Pechino.

Xi fa parte della schiera dei “principi rossi” – termine usato per contrassegnare i discendenti degli eroi che combatterono al fianco di Mao Zedong – essendo figlio di Xi Zhongxun, un generale che tra il 1934 e il 1936 prese parte alla Lunga Marcia.

Xi Jinping si forma nelle scuole d’élite pechinesi ma agli inizi degli anni Sessanta suo padre cade in disgrazia, accusato di essere un controrivoluzionario. Il piccolo Xi, durante la Rivoluzione culturale, viene spedito nelle campagne dello Shaanxi in un gruppo di produzione di Liangjiahe.

Nel 1974 entra nel Partito comunista dopo aver fatto parte per tre anni della Lega della gioventù comunista. Da qui inizia la sua scalata verso il potere, assumendo incarichi dirigenziali nelle province di Shaanxi, Hebei, Fujian e Zhejiang. Nel frattempo, nel 1987, sposa in seconde nozze Peng Liyan, una famosa artista e cantante.

Nel 1999 Xi Jinping diventa governatore del Fujian, mentre nel 2008 viene incaricato di presiedere i lavori di preparazione per la XXIX Olimpiade che si tenne a Pechino nel medesimo anno.

Nel 2012 Xi diventa segretario del Partito comunista cinese (PCC) e capo della Commissione militare centrale, un segno evidente che preannuncia l’ascesa della sua nuova leadership. Un anno più tardi, è eletto presidente della Cina, succedendo a Hu Jintao; viene confermato per un secondo mandato nel marzo 2018.

In teoria il secondo mandato avrebbe dovuto coincidere con il limite massimo, ma sempre nel marzo 2018 il Congresso nazionale ha approvato la rimozione del limite ai due mandati presidenziali; Xi Jinping può dunque mantenere l’incarico di presidente a vita. Nell’ottobre 2020 viene, come detto, confermato segretario del PCC e presidente della Commissione Militare Centrale.

Xi Jinping ha intenzione di riportare la Cina al centro del mondo, dove era stata per millenni prima che l’Occidente prendesse il sopravvento sull’ex Impero di Mezzo. L’attuale governo cinese intende cancellare il Novecento, considerato il secolo della vergogna, e ridurre il gap tecnologico ed economico con il resto del mondo.

La strada imboccata da Pechino è quella giusta, visto che solo gli Stati Uniti riescono a tenere testa al rampante Dragone, lanciato verso la vetta. Il sogno cinese di Xi altro non è che una narrazione capace di identificare l’aspirazione del popolo cinese con quella della Cina stessa; migliorando la qualità della vita dei singoli cittadini è una missione che coincide con il far diventare la Cina lo Stato numero uno al mondo.

Al fine di ristabilire l’ordine all’interno del Partito comunista, Xi Jinping non ha esitato a usare le maniere forti per fare piazza pulita degli elementi considerati nocivi, corrotti e fuorvianti. I media statali e la vulgata popolare descrivono Xi come un autentico condottiero, desideroso di punire i politici manigoldi, mentre alcuni esperti ritengono che il presidente abbia sfruttato i suoi poteri per togliere di mezzo gli elementi a lui avversi.

In ogni caso, Xi Jinping ha fatto cadere diverse teste importanti, tra cui Bo Xilai, ex responsabile della municipalità di Chongqing, Ling Jihua, ex consulente del presidente, Zhou Yongkang, ex capo della sicurezza e Guo Boxiong, ex generale. Secondo alcune statistiche, considerando i pezzi grossi e i funzionari di rango più basso, dall’avvento di Xi alla presidenza della Cina sarebbero stati consegnati alla giustizia 1,3 milioni di pubblici ufficiali.

Uno dei soprannomi dati a Xi Jinping è quello di “Nuovo Timoniere” per definirlo erede di Mao Zedong. In realtà l’accostamento tra i due leader cinesi non è affatto corretto. Intanto bisogna considerare il differente contesto storico tra l’epoca attuale e quella in cui visse il Grande Timoniere; inoltre Mao esercitava il suo potere indipendentemente dal Partito, mentre Xi è anima e cuore del PCC.

Mao Zedong (Shaoshan, 26 dicembre 1893 – Pechino, 9 settembre 1976) è stato un rivoluzionario, politico, filosofo e dittatore cinese, nonché portavoce del Partito Comunista Cinese dal 1943 fino alla sua morte

Ma la differenza più grande sta nel ruolo ricoperto da Xi, che può praticamente essere considerato l’amministratore delegato della Cina. Xi Jinping si affida poi al socialismo con caratteristiche cinesi, un misto tra nazionalismo, confucianesimo e socialismo di Stato; Mao era invece un cieco sostenitore del comunismo agrario. C’è tuttavia una somiglianza tra i due pesi massimi della storia cinese: il pensiero di entrambi è stato inserito all’interno della costituzione cinese.

Di solito le vite private degli alti leader cinesi sono avvolte nel mistero. Tuttavia, da quando Xi Jinping è salito al potere, il governo ha occasionalmente rilasciato dettagli personali del massimo dirigente della Repubblica Popolare Cinese. Questa strategia, evidente soprattutto durante il primo mandato di Xi, coincide, con ogni probabilità, con la volontà di ravvivare l’immagine del presidente e renderlo più accesibile al popolo cinese.

Nel 2017 l’agenzia cinese Xinhua salutava Xi come “timoniere senza rivali”, termine usato più frequentemente per riferirsi al fondatore della Cina moderna Mao Zedong. I media statali hanno quindi riportato alcuni curiosi aneddoti sul loro leader, come la passeggiata del presidente nel 2014 per i vecchi vicoli di Pechino durante una delle periodiche crisi di smog della città.

Se le testate giornalistiche cinesi hanno svelato molteplici particolari relativi a Xi, i media occidentali hanno scavato più a fondo per offrire uno spaccato della famiglia presidenziale. Il primo matrimonio di Xi fu con Ke Lingling, figlia di Ke Hua, ambasciatore cinese nel Regno Unito all’inizio degli anni ’80. I due divorziarono dopo pochi anni. Nel 1987 Xi si risposò, questa volta con l’importante cantante Peng Liyuan. Miss Peng, nome familiare in Cina, era più nota al pubblico di Xi fino all’ascesa politica del marito.

A quel punto Peng, con Xi in rampa di lancio, divenne una First Lady molto apprezzata e sempre in primo piano nelle uscite istituzionali. Miss Peng, ad esempio, ospitò la First Lady degli Stati Uniti, Michelle Obama, durante la sua visita in Cina nel 2014. Peng e Xi hanno inoltre una figlia di nome Xi Mingze, nata nel 1992, e della quale non si hanno molte informazioni. Da quel poco che è fin qui emerso, la ragazza si sarebbe laureata all’Università di Harvard con uno pseudonimo nella primavera del 2015, dove avrebbe studiato psicologia e inglese.

Il cuore del pensiero di Xi Jinping sta tutto in una perifrasi: modernizzarsi senza occidentalizzarsi. Anzi: il vero sogno della Cina resta quello di diventare un punto di riferimento politico ed economico per i Paesi occidentali.

Xi ha parlato espressamente di “pensiero” elaborato per la “nuova era” del “socialismo con caratteristiche cinesi”. Proprio come accaduto a suo tempo per Mao Zedong, si parla di sixiang (pensiero) o, più precisamente di “Xi Jinping sixiang”, un onore mai capitato neppure a Deng Xiaoping, Jiang Zemin e Hu Jintao, i cui contributi rispondono rispettivamente a “teoria del socialismo con caratteristiche cinesi”, “teoria delle tre rappresentatività” e “visione per lo sviluppo scientifico”.

Detto in altri termini il pensiero di Xi è il trampolino di lancio per portare il Partito comunista cinese a guidare l’intera vita sociale ed economica della Cina. Soltanto così, secondo la visione dell’attuale leader, potranno essere risolte le contraddizioni fondamentali della nuova epoca. In particolare quelle relative a uno sviluppo economico ruggente ma sbilanciato e le richieste di giustizia e partecipazione che stanno prendendo sempre più piede in seno alla popolazione. Detto altrimenti, il pensiero di Xi è definito una continuazione – se non un’integrazione – a tutti gli effetti del marxismo-leninismo, del maoismo e delle altre teorie dei precedenti presidenti cinesi.

Al fine di rafforzare la “fede marxista”, la Cina insegnerà il pensiero di Xi Jinping nelle scuole. Il pensiero sul socialismo con caratteristiche cinesi nella nuova era di Xi è stato infatti inserito nei programmi scolastici a partire dal primo settembre 2020. Dalle elementari alle università, i ragazzi prenderanno confidenza con alcune linee guida così da rafforzare “la determinazione ad ascoltare e seguire il Partito comunista” e “coltivare sentimenti patriottici”.

Il pensiero di Xi è formato da 14 principi primari che sottolineano gli ideali comunisti, avvanto ad altre indicazioni tra cui l’appello su riforme complete e profonde, la promessa a vivere in armonia tra uomo e natura e la ‘riunificazione con la madrepatria (questione taiwanese). “Le scuole primarie si concentreranno sulla coltivazione dell’amore per il Paese, il Partito comunista e il socialismo. Nelle scuole medie, l’attenzione sarà focalizzata sulla combinazione di esperienza percettiva e studio della conoscenza, per aiutare gli studenti a formare giudizi e opinioni politiche di base”, ha riportato il Global Times, mentre al college, invece, “ci sarà una maggiore enfasi sull’istituzione del pensiero teorico”.