Quanto male fa la candela di paraffina

Nel mondo delle candele esiste una grande disinformazione e una regolazione insufficiente (o quasi nulla). Pochi sanno per esempio che la maggior parte delle candele che troviamo in commercio sono realizzate con cera di paraffina, la quale può essere particolarmente dannosa per l’uomo e per l’ambiente.

Però che cosa è la paraffina e come si ottiene?

La paraffina è una complessa miscela di idrocarburi di derivazione petrolchimica, largamente utilizzata per i suoi costi contenuti. Dopo la trasformazione del petrolio in diesel, benzina, olio motore, cherosene e altri combustibili, i residui della lavorazione sono sbiancati con un potente cloro industriale concentrato per ottenere la paraffina. Senza una regolazione globale non si presta sufficiente attenzione alla qualità e provenienza dei materiali impiegati, per cui in ogni accensione  di candela stiamo correndo un rischio per la salute.

paraffina

Uno studio di ricerca condotto dall’americana “Enviromental Protection Agency” (1) ha rilevato quanto sia cancerosa e nefrotossica la fuliggine nera emanata dalle candele di paraffina, in natura simile a quella prodotta dalla combustione del diesel.

Per i soggetti sensibili può causare l’irritazione delle vie respiratorie e nei casi più estremi  disturbi neurologici, cefalea, nausea, vomito, vertigini. Ma non si tratta soltanto della cera, anche il piombo contenuto negli stoppini, pratica usata comunemente, costituisce un grande pericolo per la salute e l’ambiente, come evidenziato nel rapporto della commissione europea (2).

In Italia, un documento del Senato della Repubblica (3) individua già nel 2006 la dannosità delle candele di paraffina, soprattutto quelle provenienti dal mercato asiatico. Il documento inoltre evidenzia la mancanza d’informazione sui contenuti delle candele e propone una regolamentazione del settore per proteggere i consumatori. Nello stesso documento, risulta che il 100% delle candele asiatiche attualmente in circolazione sul mercato italiano sono inquinanti e pericolose.

Sources:

(1) http://nepis.epa.gov/Adobe/PDF/P1009BZL.pdf

(2) http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/chemicals/files/studies/ehn_lead_final_report_en.pdf

(3) http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=15&id=219902

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