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26 agosto 2020 - 06:59

Covid, shuttle e treni da Malpensa gremiti. Esplode l’ira dei passeggeri

di Fabrizio Guglielmini

«Mettete la mascherina per favore e fatela indossare anche ai ragazzi». Con cortese decisione, sullo shuttle in partenza dal Terminal 1 di Malpensa vige l’autogestione anti-Covid. Lasciati a se stessi, i passeggeri cercano di far rispettare almeno l’abc della sicurezza su un mezzo pubblico sovraffollato. Domenica sera, ore 21.30, siamo su uno dei bus-navetta che collegano l’aeroporto alla Stazione Centrale con corse ogni venti minuti. Una parte dei passeggeri che indossano la mascherina fa da «sentinella» alla porta anteriore e posteriore dell’autobus: molti salgono senza protezione e la indossano sbuffando; altri ancora chiedono scusa e rimediano subito. Chiuse le porte, l’autobus si avvia verso l’autostrada, strapieno. «È la normalità per questi giorni di rientro», ci dice il conducente, «riempiamo i mezzi al 95% a ogni viaggio verso la città; a volte restano uno o due posti liberi, soprattutto nel fine settimana». Dopo i tanti controlli della temperatura, i moduli da compilare — fino alle aree speciali per eseguire i tamponi direttamente agli arrivi e ogni altra forma di filtraggio per prevenire la diffusione del coronavirus — per chi arriva da Albania, Croazia, Grecia e Spagna «l’ultimo miglio», quello dall’aeroporto a Stazione Centrale diventa il più pericoloso.

Intervengono anche le persone in arrivo da mete di vacanza nazionale che hanno alle spalle un viaggio più semplice ma condividono la preoccupazione per i cinquanta minuti da trascorrere accalcati fino in città. L’aria condizionata non serve a creare un ricircolo di ossigeno purificato (come invece accade per la ventilazione sugli aerei basata su una tecnologia ben più sofisticata) per sessanta o più passeggeri, né è tantomeno prevista una regolamentazione (regionale) per ridurre i posti. Le compagnie che garantiscono il servizio navetta (Autostradale, Terravision e Malpensa Shuttle) di fatto non sono obbligate (dal 1° agosto, in base all’ordinanza firmata dal governatore Attilio Fontana, in vigore fino al 10 settembre prossimo) a ridurre i posti della metà. O meglio, lo sarebbero se la Lombardia seguisse il vincolo al 50% dei posti a sedere deciso dal ministero della Salute in base alle indicazioni degli scienziati e confermati nell’ordinanza di metà agosto. In pratica le società di gestione delle navette si sono conformate a Trenord (occupazione al 100%) seguendo le direttive regionali. Ma molti dei viaggiatori appena sbarcati si chiedono come sia possibile questa situazione paradossale: «Dopo ore di coda per il tampone» — ci dice una coppia di trentenni appena arrivati dall’Albania — «salire su un autobus così pieno vanifica ogni sforzo di attenzione che abbiamo fatto».

Per il direttore sanitario dell’Ats Milano-Città metropolitana Vittorio Demicheli si tratta di un caso ancora da affrontare: «Forse la Regione non si è posta il problema; vero è che sugli autobus in arrivo da Romania e Croazia, come abbiamo verificato all’arrivo — con percorrenze enormemente più lunghe in termine di ore a bordo — la mascherina era l’unica forma di protezione prevista con occupazione completa dei mezzi». Per i medici le perplessità restano, vista la possibilità di diffusione «anche in questa particolare forma di mobilità gestita da privati». Da parte sua Air Pullman (che gestisce una delle linee navetta Malpensa-Milano) ha rilasciato un comunicato per rendere nota una doppia sanificazione anti-Covid dei sedili e con sostanze «attive nella creazione di aria pulita». Davanti a un problema che riguarda centinaia di persone al giorno, l’ufficio dell’assessore ai Trasporti Claudia Terzi ribadisce «l’applicazione dell’ordinanza della Regione con la possibilità di occupare al 100% i posti a sedere; caso quindi in cui rientrano anche i trasporti da Malpensa».

Alla prova delle vacanze 2020, anche i collegamenti città-aeroporto (il 100% della capienza vale anche per il treno Malpensa Express gestito da Trenord) sono messi alla prova in modo inedito: se durante i mesi del lockdown gli shuttle erano fermi, oggi davanti al pienone — con conseguente calo della sicurezza — molti passeggeri chiedono la riduzione dei posti a bordo.

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