19 dicembre 2020 - 20:55

Milano, via Macchi: il dottor Stefano Ansaldi ucciso con una coltellata alla gola. Caccia ai rapinatori

Omicidio a Milano in via Macchi: Stefano Ansaldi, 65 anni, ginecologo, originario di Benevento, è stato trovato agonizzante con un profondo taglio alla gola vicino alla stazione Centrale. I killer in fuga, si sono cambiati i vestiti nel metrò

di Andrea Galli e Gianni Santucci

Milano, via Macchi: il dottor Stefano Ansaldi ucciso con una coltellata alla gola. Caccia ai rapinatori
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Un profondo, letale taglio alla gola.

Alle 18.30 di sabato 19 dicembre, il dottor Stefano Ansaldi, ginecologo 65enne originario di Benevento con studio a Napoli, molto amato dalle pazienti, si è accasciato agonizzando sull’asfalto, sgozzato in via Macchi angolo via Scarlatti, non lontano dalla stazione Centrale di Milano.

Gli assassini dovrebbero essere due, forse gli stessi che pochi minuti prima o più tardi hanno derubato di Rolex e cellulare un pensionato residente in via Settembrini, cellulare poi rinvenuto dai carabinieri su un vagone del metrò a Bisceglie, linea rossa.

I carabinieri hanno seguito il segnale dell’apparecchio trovando il telefonino ma non i rapinatori e probabili killer, nonostante a tarda serata ancora non siano emersi collegamenti incontrovertibili tra i due episodi, pur al netto delle vicinanze temporali e geografiche, peraltro a ridosso di una zona dove nel 2018 una coppia di vagabondi marocchini aveva ucciso il 23enne bengalese Samsul Haque.

Anche i due ricercati sarebbero nordafricani, ma forse non criminali improvvisati. Su quello stesso vagone, raggiunto nella stazione di Lima, dunque correndo nel commerciale corso Buenos Aires affollato per i regali natalizi, si sono cambiati i vestiti, nel tentativo di depistare gli investigatori.

Considerata la massiccia presenza di telecamere sia a ridosso della scena del crimine sia lungo il percorso di fuga a piedi e poi in metrò, l’azione potrebbe essere stata vana, pur se efficace quantomeno nelle battute iniziali.

La squadra rilievi dei carabinieri del Comando provinciale ha esaminato un primo coltello, di quelli da cucina, rinvenuto vicino al cadavere. Potrebbe non esser stata l’arma del delitto, da ricercare invece in una seconda lama, forse lanciata all’interno di un cantiere edile.

C’era anche un Rolex, a fianco del primo coltello, ma non era l’orologio strappato al pensionato, il quale ha raccontato di un agguato improvviso, mentre rincasava, commesso da «due uomini» sui quali non ha saputo fornire elementi. Lui non ha rimediato ferite.

Fra le varie ipotesi al vaglio, come riferito dai carabinieri, quella, evidentemente, di una doppia rapina, forse nella sequenza del pensionato per primo e poi del ginecologo, ma potrebbe essere avvenuto anche il contrario. In questo caso, proseguendo i rapinatori nelle razzie, senza scappare, non si sarebbero «accorti» dell’omicidio, forse generato da un tentativo di opporsi da parte del dottore al quale non sarebbe stato rubato nulla.

Insieme ai filmati delle telecamere, acquisiti anche in coincidenza dell’enorme parte di Milano compresa tra le stazioni del metrò di Lima e Bisceglie, nell’eventualità di un’uscita in anticipo, senza escludere che abbiano preso nuove corse in direzione contraria, ci sono i testimoni. Da quelli che hanno visto il povero Ansaldi premersi le mani sulla gola, ai passeggeri che hanno notato delle persone rapidamente togliersi i giubbotti ed estrarne altri dagli zaini, forse aggiungendo dei berretti.

Si profila una caccia ardua, seppur basata da dati si spera utili, come eventuali impronte lasciate su quel coltello da cucina e quel Rolex.

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