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milano
1 giugno 2021 - 07:21

A Malpensa meno turisti ma molte più merci: exploit dei voli cargo

di Leonard Berberi

Dice Letizia Moratti, assessore regionale al Welfare, che il successo della campagna vaccinale in Lombardia è dovuto anche al ruolo di Malpensa e dell’hub Dhl Express Italy che proprio lì gestisce la logistica delle fiale e dove ieri si è recata la vicepresidente. È solo una porzione della nuova vita del principale aeroporto del Nord Italia. Il Covid ha fatto sparire gran parte dei viaggiatori, ma ha fatto comparire prodotti d’ogni tipo. Nei primi quattro mesi di quest’anno le merci movimentate a Malpensa hanno toccato le 231 mila tonnellate (+35,6% sul 2019) — sintetizzano in Sea, la società di gestione — e la quota di mercato sul totale del cargo aereo negli scali italiani è passata dal 53,6% del 2019 a circa il 70% attuale. L’e-commerce da gennaio ad aprile è stato pari a 67.200 tonnellate, +122% rispetto allo stesso periodo del 2020.

«In questi mesi il riempimento delle stive degli aerei è superiore del 10% rispetto alla media degli ultimi anni e il margine di guadagno per il trasporto merci è aumentato del 50%», calcola Brian Pearce, capo economista della Iata, la principale associazione delle compagnie aeree. Ad aprile per trasportare un chilogrammo di merce servivano 3,2 dollari contro gli 1,7 di inizio 2020. Per tenere in servizio sia gli aerei passeggeri (senza passeggeri), sia i piloti molte compagnie hanno iniziato a usarli per il trasporto merci, il cosiddetto «preighter». «Un terzo dei ricavi di una compagnia ora dipende dal cargo», prosegue Pearce. «Prima era un decimo».

«L’anno scorso il 60-70% delle merci a Malpensa era costituito prodotti medicali come mascherine, respiratori, tute protettive», ricorda Giovanni Costantini, responsabile cargo management di Sea. Erano i primi mesi dell’emergenza Covid e tutto questo nel nostro Paese non c’era. «Oggi le mascherine viaggiano via nave — prosegue —, mentre gli aerei trasportano semiconduttori, materie prime, elettronica, semi-lavorati».

Guardando al futuro quello che il responsabile di Sea Costantini nota è che «aumenta l’export dei medicinali prodotti in Italia — però non legati al Covid —, ma soprattutto sono tornate le spedizioni delle auto di lusso come le Ferrari, le Maserati e le Lamborghini, cosa che si era fermata un anno fa». Se non è normalità, insomma, poco ci manca.

A Malpensa oltre alle compagnie specializzate come Dhl, Ups, FedEx, almeno sette aviolinee tradizionali si sono convertite al «full cargo». Nei mesi scorsi c’è stata Neos (per le mascherine e i respiratori), mentre dallo scorso autunno Alitalia ha attivato «un mini-network con fulcro su Malpensa dove usiamo tre Boeing 777 riconfigurati», dice Antonio Temporini, capo di Alitalia Cargo. Le direttrici, dal Varesotto, sono tutte intercontinentali: otto voli settimanali su New York, tre su Tokyo, uno su Delhi, fino a tre con il Brasile (San Paolo e Belo Horizonte). L’export, prosegue, «va forte verso New York e Brasile, l’import dall’India». Malpensa è anche una piattaforma logistica. «Su 45 tonnellate portate da Delhi, il 10% resta in Italia — sottolinea Temporini —, l’altro 90% prosegue verso Usa o altre destinazioni europee». Nelle «pance» degli aerei di Alitalia, negli ultimi dodici mesi, ci è finito un po’ di tutto. Compresi mille tonnellate di aragoste, 200 tonnellate di castagne, un centinaio di animali e persino 34 opere d’arte.

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