3 luglio 2021 - 08:21

«Popillia japonica»: ecco i rimedi e le trappole per difendere le piante

I coleotteri giapponesi, sempre più diffusi a Milano e in Lombardia, distruggono foglie e fiori. L’insetto è diffuso già in un terzo della regione. Ma le trappole speciali a Milano sono bloccate

di Giorgia Fenaroli

«Popillia japonica»: ecco i rimedi e le trappole per difendere le piante
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Un’invasione sui balconi, nei prati, nei campi sportivi e ovunque ci sia del verde: Milano è stata infestata da un coleottero giapponese.

La Popillia japonica Newman (questo il nome scientifico: e anche se in molti la chiamano «coccinella» non lo è) è un parassita che fa parte della famiglia degli scarabei ed è particolarmente infestante.

Si nutre di oltre 300 specie di piante e alberi. Incubo degli agricoltori ma anche di chi ha piante e giardino, a causa dei danni economici e ambientali che può provocare è stato classificato dall’Unione europea tra i primi 20 «organismi nocivi da quarantena».

Com'è fatta la «popillia japonica»

Gli esemplari sono grandi circa 10 millimetri e sono di color verde metallico con riflessi bronzei. Caratteristici i 12 ciuffi di peli bianchi intorno al dorso, che lo differenziano dal «maggiolino degli orti» italiano. Di solito escono dal terreno, dove svernano, verso fine maggio e resistono fino a settembre.

Foto Ente Parco del Ticino Foto Ente Parco del Ticino

Cosa fa alle piante

In poco tempo, gli insetti ricoprono la pianta e riducono la foglia a una struttura scheletrica traforata. Oltre alle defogliazioni, causano danni strutturali a fiori e frutti e alla fine portano alla morte della pianta. Il fenomeno è stato notato in varie parti di Milano, in particolare sulle piante nella zona della Biblioteca degli Alberi e sui balconi fioriti del Bosco Verticale. «La situazione è purtroppo nota — fa sapere l’assessorato al Verde del Comune —, ma per ora non c’è soluzione: la direttiva che disciplina la lotta al coleottero sul territorio nazionale ha vietato l’uso degli insetticidi nei contesti urbani. Le trappole che non prevedono prodotti chimici sono misure di contenimento, non risolutive».

Le trappole e i rimedi contro la popillia japonica

Il Servizio fitosanitario regionale ha messo in atto un piano di controllo della specie che prevede l’utilizzo di due tipologie di trappole, una con funzione «attract and kill» e l’altra per la cattura di massa.

Le trappole del primo tipo sono più di 2.400 e sono formate da un treppiede ricoperto da una rete impregnata di insetticida. Ogni trappola può eliminare fino a 26mila esemplari. Il protocollo per l’utilizzo di questa particolare tipologia di trappola è stato concordato tra i Servizi fitosanitari di Lombardia e Piemonte, il ministero dell’Agricoltura e i referenti scientifici. «Possiamo dire che le azioni messe in atto dal 2014 a oggi sono riuscite in modo efficace a rallentarne la diffusione».

Le trappole del secondo tipo sono verdi e gialle e attirano gli insetti che rimangono intrappolati in un barattolo di plastica per essere studiati. «Chiediamo la collaborazione dei cittadini affinché non vengano manipolate o sottratte», continua Rolfi. «È un insetto con il quale dovremo imparare a convivere. La Regione ha finanziato progetti di ricerca con diverse università e contiamo che a breve vengano individuate strategie di controllo ancora più efficaci e a basso impatto ambientale».

Non usare le trappole in orti privati

I tecnici ricordano che l’utilizzo di trappole è sconsigliato in orti o giardini privati, dato che il loro potere attrattivo è molto più grande della effettiva capacità di cattura: il rischio è di ritrovarsi con un’infestazione ancora più grave. Ai privati che vogliono debellare l’insetto e mettere in sicurezza le piante del proprio giardino si consiglia di rimuoverlo a mano e farlo cadere in acqua e sapone o utilizzare reti di protezione. In caso di avvistamento degli insetti, il sito di Regione Lombardia raccomanda di «controllare la presenza dei ciuffi di peli bianchi ai lati dell’addome; fotografarli e eliminarli; osservare su quale pianta fosse presente e se in gruppo; fare una segnalazione all’indirizzo mail popillia@ersaf.lombardia.it». I cittadini possono ricevere informazioni e segnalare la presenza dell’insetto anche tramite l’app FitoDetective.

Quasi 500 i comuni infestati in Lombardia

In Lombardia, secondo dati aggiornati a settembre 2020, sono 499 i comuni infestati, con 220 zone «cuscinetto» in osservazione. L’infestazione si espande con un raggio di circa dieci chilometri all’anno. L’insetto è attualmente presente nelle province di Como, Lecco, Lodi, Milano, Monza e Brianza, Pavia e Varese, per un totale di oltre 7.400 chilometri quadrati: quasi un terzo dell’intera Regione.

Da dove arriva la popillia japonica

Originario del Giappone, il coleottero è stato trovato per la prima volta in Italia nel 2014, nel parco del Ticino. «L’origine dell’infestazione è sconosciuta», spiega Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura e Sistemi verdi della Regione. «Non ci sono prove per attribuire con certezza l’introduzione accidentale dell’insetto a un particolare mezzo di trasporto (aereo o autoveicolo) o a una merce».

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