Milano

Milano, polemiche per il festival della cannabis light. Sala: "Manifesto pericoloso, può essere frainteso"

La locandina del festival 
Gli organizzatori del festival: "Viene usata la canapa sativa, proveniente da varietà certificate e con valori di THC inferiori ai limiti di legge, cioè per definizione normativa non una droga". Il sindaco scrive all'Agcom
2 minuti di lettura
La '4.20 Hemp Fest', il festival internazionale della cannabis in programma dal 3 al 5 maggio, è pubblicizzata per le strade di Milano con manifesti che raffigurano una grande foglia della pianta e la scritta: 'Io non sono una droga'. Un messaggio che ha sollevato numerose polemiche in campo politico, dalla destra alla sinistra, sulla rassegna con 150 espositori, imprenditori che declinano in vari settori la versatilità della canapa. "Chiedo al ministro dell'Interno Matteo Salvini e al Comune di Milano di bloccare immediatamente questa manifestazione - ha scritto su Facebook la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni - perchè viene pubblicizzato un messaggio devastante".


Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, rispondendo alle domande dei cronisti a margine della 'Colazione col sindaco', nella quale ha incontrato i cittadini del quartiere Stadera, a sud di Milano. "Al festival si parla di canapa industriale, e questa è una realtà - ha spiegato - il manifesto è sbagliato, odioso, pericoloso perchè un ragazzo giovane non distingue, vede una foglia di canapa, e può arrivare a pensare che la marijuana sia legale". A tale proposito "il Comune ha fatto due cose - ha illustrato -: ci siamo rivolti all'Agcom, che non ha ancora risposto, segnalando il manifesto; poi ho chiesto al vicesindaco di parlare direttamente con i promotori del festival chiedendo loro di intervenire immediatamente" per togliere i manifesti. "Per essere preciso - ha concluso - io non credo che si possa vietare l'evento in sè, ma credo che quel manifesto non vada assolutamente bene, quindi che lo si rimuova e una cosa del genere non abbia più a ripetersi".

Anche la presidente di Forza Italia, Maristella Gelmini, non gradisce e chiede di "vietare" la fiera ospitata negli East End Studios di via Mecenate: "La nostra richiesta di impedire il Festival della cannabis a Milano è fondata, anche perchè a Milano, una delle città dove si consuma e si spaccia più droga in Europa, servono educazione, informazione, prevenzione". Nei giorni scorsi, si era espressa anche la consigliera del Pd Alice Arienta che ha segnalato all'authority competente, Agcom, "la pubblicità ingannevole che sta accompagnando l'evento perchè si tratta di un messaggio fuorviante con cui si vuole normalizzare il consumo di sostanze psicotrope". Gli organizzatori del festival, sottolineando che si tratta già della terza edizione della rassegna, ritengono però che a essere tradito sia stato il loro messaggio, sulla base di "pregiudizi che impediscono al Paese di sviluppare la filiera produttiva agro - industriale incentivata e promossa dalla legge 242 del 2016 che, in pochi anni, ha già dimostrato di avere i numeri e le potenzialità per competere nel mercato globale".

"Proprio per questo motivo - spiegano - abbiamo scelto, tra i vari claims promozionali dell'evento, anche lo slogan 'Io non sono una droga' perchè la canapa è una pianta industriale dalle molteplici applicazioni che non ha niente a che vedere con la droga. Nessun 'messaggio devastante', bensì la semplice realtà dei fatti, suffragata dalla legge e confermata dalla dottrina e dalla giurisprudenza". Protagonista del festival, precisano, è "la canapa sativa, proveniente da varietà certificate e con valori di THC (uno dei principali cannabinoidi presenti nella pianta, ndr) inferiori ai limiti di legge, cioè per definizione normativa non una droga".