Running on empty: le corse solitarie ai tempi del coronavirus
Attraversando la città correndo (perché correre si può. Si deve. Rispettando distanze, rispettando tutti) è come se milioni di occhi ti guardassero da dietro le finestre.
Alieni in mascherina. Pensi, come ogni runner abituato ad allenarsi all'alba nelle città del mondo, "sono padrone della città". Ma non è così, anzi non è mai così. Era solo una nostra illusione, una suggestione. Nessuno è padrone di nulla. Mai. La lezione che, forse, ci porteremo dentro dopo questa "guerra", è che non possediamo nulla, se non il respiro e il battito del cuore. Lo sa bene chi non ha nemmeno potuto tenere la mano ad un caro che se ne è andato per sempre. Torneremo a correre e a gareggiare. E bisognerà davvero portarsela dentro questa storia, la lezione che ti cambia la vita. Servirà una nuova postura davanti all'esistenza. Torneremo a riempire il silenzio di suoni, di parole. Anche di ascolto, se avremo imparato l'insegnamento. Running on empty - LEGGI L'ARTICOLO