La nuova Alitalia cambia call center: rischiano il posto i 570 dipendenti di Almaviva a Palermo
di Gioacchino Amato , di Gioacchino AmatoLa nuova Alitalia fa tremare il call center palermitano di Almaviva e ben 621 suoi dipendenti. Senza alcun preavviso, annunciano nella serata di ieri i sindacati, la nuova società Ita, che dovrà prendere il posto dell'attuale Alitalia commissariata, ha annunciato una gara con tempi strettissimi per il nuovo call center e soprattutto senza alcuna garanzia per i dipendenti al momento in servizio (la cosiddetta clausola sociale) e con un punteggio alto alle aziende che basano il call center a Roma. Un bando che taglierebbe fuori il call center di Palermo che da vent'anni gestisce buona parte delle chiamate dei passeggeri ai numeri della compagnia.
Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom spiegano: "La società Ita, che subentra ad Alitalia, ha ufficializzato la partenza di una gara per la gestione del proprio servizio di assistenza clienti. Una gara che appare fin da subito del tutto incomprensibile. La data di partecipazione ultima è fissata al 4 di agosto e quella di inizio del servizio al 15 di agosto. Non si fa alcun riferimento alla clausola sociale o al fatto che la gara vada svolta dal territorio italiano (elemento strabiliante, se non scandaloso, essendo Ita una società pubblica). A rischio ci sono 570 posti di lavoro a Palermo".
Il servizio, ricordano i sindacati, è attualmente svolto dalla società Almaviva Contact con 621 lavoratori a tempo indeterminato, dei quali 570 operano nella sede di Palermo. "La gara, bandita da una società pubblica, ha caratteristiche "privatistiche" - continua la nota - alimentando ulteriormente il senso di confusione che appare evidente dalla lettura del bando. Questi lavoratori hanno un'anzianità professionale sul servizio più che ventennale e operano prevalentemente sulla sede di Palermo e in parte su Rende. Il servizio messo a gara da Ita risulta essere di fatto il medesimo di quello attualmente svolto da questi lavoratori per Alitalia".
I sindacati aggiungono "Non vi è alcun dubbio del fatto che i presupposti di questo bando porterebbero direttamente al disastro sociale. La gara è totalmente improntata al principio del massimo ribasso. Il premio, addirittura con un punteggio tecnico extra al fornitore che avesse la propria sede su Roma, al netto di dove oggi sono allocati i centri produttivi, è di fatto un invito a delinquere, ovvero a non rispettare la legge sulle clausole sociali che garantisce la continuità occupazionale nei servizi di call center. Per non parlare del fatto che, come detto, nel bando non si esclude affatto la possibilità di delocalizzare in parte o tutta la commessa (con il massimo ribasso senza alcun limite minimo non sembrerebbe un'opzione quanto una certezza)".
Sull'improvvisa crisi che coinvolge per l'ennesima volta il call center palermitano intervengono il sindaco, Leoluca Orlando e l'assessora al Lavoro, Giovanna Marano: "Grave e incomprensibile la decisione di Ita di procedere con una gara dai contorni inquietanti. Un servizio che per anni ha garantito ad Alitalia efficienza e qualità attraverso centinaia di uomini e donne che non sono tenuti in considerazione senza il vincolo territoriale della clausola sociale. Il governo si sta assumendo la responsabilità di determinare una vera e propria degenerazione della tenuta sociale a Palermo e a Rende, in Sicilia e in Calabria. Chiediamo al governo di sospendere la gara e di rimettere al centro regole e diritti. Non è certo con il massimo ribasso e con il preistorico criterio della contiguità territoriale, nell'era del digitale, che si garantiscono efficienza e trasparenza".
Protesta anche il deputato 5Stelle Adriano Varrica che su Facebook scrive: "I sindacati sollevano elementi gravi relativi alle tempistiche del bando, all'assenza della clausola sociale, a un punteggio extra nel caso in cui il servizio fosse erogato a Roma. L'anno scorso ci siamo trovati in una situazione di crisi con la commessa Sky e, grazie a un lavoro sinergico con i sindacati e all'intervento dell'allora sottosegretario Steni Di Piazza, siamo riusciti a salvaguardare oltre 200 famiglie. Con la stessa determinazione interverremo su questa operazione che avrebbe le caratteristiche di vera e propria macelleria sociale a Palermo, in pieno agosto, inaccettabile. Depositerò nelle prossime ore un'interpellanza al ministero dello Sviluppo economico, al ministero del Lavoro e a quello dell'Economia, coinvolgendo tutti i colleghi parlamentari, e domattina stesso(oggi, ndr) contatterò il governo per pretendere un intervento immediato e risolutivo".