La nuova Alitalia cambia call center: rischiano il posto i 570 dipendenti di Almaviva a Palermo

Corteo dei dipendenti Almaviva (foto d'archivio) 
I sindacati contestano la gara al massimo ribasso. Per protesta, scatta il blocco delle attività legate alla compagnia aerea italiana dal 5 al 9 agosto
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La nuova Alitalia fa tremare il call center palermitano di Almaviva e ben 621 suoi dipendenti. Senza alcun preavviso, annunciano nella serata di ieri i sindacati, la nuova società Ita, che dovrà prendere il posto dell'attuale Alitalia commissariata, ha annunciato una gara con tempi strettissimi per il nuovo call center e soprattutto senza alcuna garanzia per i dipendenti al momento in servizio (la cosiddetta clausola sociale) e con un punteggio alto alle aziende che basano il call center a Roma. Un bando che taglierebbe fuori il call center di Palermo che da vent'anni gestisce buona parte delle chiamate dei passeggeri ai numeri della compagnia.

Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom spiegano: "La società Ita, che subentra ad Alitalia, ha ufficializzato la partenza di una gara per la gestione del proprio servizio di assistenza clienti. Una gara che appare fin da subito del tutto incomprensibile. La data di partecipazione ultima è fissata al 4 di agosto e quella di inizio del servizio al 15 di agosto. Non si fa alcun riferimento alla clausola sociale o al fatto che la gara vada svolta dal territorio italiano (elemento strabiliante, se non scandaloso, essendo Ita una società pubblica). A rischio ci sono 570 posti di lavoro a Palermo".

Il servizio, ricordano i sindacati, è attualmente svolto dalla società Almaviva Contact con 621 lavoratori a tempo indeterminato, dei quali 570 operano nella sede di Palermo. "La gara, bandita da una società pubblica, ha caratteristiche "privatistiche" - continua la nota - alimentando ulteriormente il senso di confusione che appare evidente dalla lettura del bando. Questi lavoratori hanno un'anzianità professionale sul servizio più che ventennale e operano prevalentemente sulla sede di Palermo e in parte su Rende. Il servizio messo a gara da Ita risulta essere di fatto il medesimo di quello attualmente svolto da questi lavoratori per Alitalia".  

I sindacati aggiungono "Non vi è alcun dubbio del fatto che i presupposti di questo bando porterebbero direttamente al disastro sociale. La gara è totalmente improntata al principio del massimo ribasso. Il premio, addirittura con un punteggio tecnico extra al fornitore che avesse la propria sede su Roma, al netto di dove oggi sono allocati i centri produttivi, è di fatto un invito a delinquere, ovvero a non rispettare la legge sulle clausole sociali che garantisce la continuità occupazionale nei servizi di call center. Per non parlare del fatto che, come detto, nel bando non si esclude affatto la possibilità di delocalizzare in parte o tutta la commessa (con il massimo ribasso senza alcun limite minimo non sembrerebbe un'opzione quanto una certezza)".

E così scatta subito la protesta: "Questa gara va assolutamente fermata e riformulata seguendo i criteri di legge. In caso contrario Ita si presenterebbe al Paese con un bel biglietto da visita: 621 licenziati. In attesa di una risposta tempestiva, proclamiamo il blocco di tutte le attività del servizio Alitalia dal prossimo 5 agosto al 9 agosto compreso. Nei prossimi giorni valuteremo ulteriori iniziative pubbliche per evidenziare e contrastare il possibile scempio occupazionale che si va profilando".

Sull'improvvisa crisi che coinvolge per l'ennesima volta il call center palermitano intervengono il sindaco, Leoluca Orlando e l'assessora al Lavoro, Giovanna Marano: "Grave e incomprensibile la decisione di Ita di procedere con una gara dai contorni inquietanti. Un servizio che per anni ha garantito ad Alitalia efficienza e qualità attraverso centinaia di uomini e donne che non sono tenuti in considerazione senza il vincolo territoriale della clausola sociale. Il governo si sta assumendo la responsabilità di determinare una vera e propria degenerazione della tenuta sociale a Palermo e a Rende, in Sicilia e in Calabria. Chiediamo al governo di sospendere la gara e di rimettere al centro regole e diritti. Non è certo con il massimo ribasso e con il preistorico criterio della contiguità territoriale, nell'era del digitale, che si garantiscono efficienza e trasparenza".

Protesta anche il deputato 5Stelle Adriano Varrica che su Facebook scrive: "I sindacati sollevano elementi gravi relativi alle tempistiche del bando, all'assenza della clausola sociale, a un punteggio extra nel caso in cui il servizio fosse erogato a Roma. L'anno scorso ci siamo trovati in una situazione di crisi con la commessa Sky e, grazie a un lavoro sinergico con i sindacati e all'intervento dell'allora sottosegretario Steni Di Piazza, siamo riusciti a salvaguardare oltre 200 famiglie. Con la stessa determinazione interverremo su questa operazione che avrebbe le caratteristiche di vera e propria macelleria sociale a Palermo, in pieno agosto, inaccettabile. Depositerò nelle prossime ore un'interpellanza al ministero dello Sviluppo economico, al ministero del Lavoro e a quello dell'Economia, coinvolgendo tutti i colleghi parlamentari, e domattina stesso(oggi, ndr) contatterò il governo per pretendere un intervento immediato e risolutivo".

In una nota Ita contraddice i sindacati su alcuni punti: "L'area del customer center è per ITA una funzione fondamentale della relazione con il cliente. La società ritiene pertanto che, al pari della tutela dell'occupazione, sia necessario perseguire la discontinuità rispetto al passato e un'evoluzione verso l'efficienza e la sostenibilità, condizioni che muovono tutte le scelte di ITA, di oggi e in futuro".
 
"ITA ha invitato a partecipare alla gara - continua la nota della nuova Alitalia - alcune società leader nel settore, inclusa quella che da molti anni svolge tale attività per conto di Alitalia. Una scelta, questa, non obbligata, ma fatta per assicurare la massima trasparenza e apertura al mercato, nonostante ITA sia un'azienda in totale discontinuità da Alitalia in Amministrazione Straordinaria. Tutte le società invitate hanno sede in Italia, nonché centri produttivi anche in Sicilia, e ITA conferma che chi si aggiudicherà la gara dovrà erogare il servizio dall'Italia".
 
"Destano stupore - conclude il comunicato - le preoccupazioni espresse da alcune sigle sindacali e da esponenti del mondo istituzionale siciliano, dal momento che tutte le società invitate applicano lo stesso contratto collettivo nazionale di lavoro che prevede l'utilizzo della clausola sociale, essendo per ITA fondamentale salvaguardare la continuità occupazionale nel caso di passaggi di attività da un fornitore ad un altro. Non si tratta di una gara al massimo ribasso. Al contrario, il bando attribuirà il 70% del punteggio sulla base di parametri tecnici, proprio per premiare chi possiede sia la flessibilità di gestire la curva dei volumi di telefonate previste nei prossimi mesi, sia l'esperienza e la capacità di offrire un servizio cruciale, all'altezza delle aspettative della clientela, attraverso soluzioni digitali e innovative che ITA ritiene come imprescindibili e la cui attuazione non può più essere rimandata".