Sicilia, licei chiusi ed è scontro: l'assessore Lagalla contro il direttore dell'Ufficio scolastico

Lo scontro istituzionale fra il direttore dell’Ufficio scolastico regionale e Palazzo d’Orleans si trasforma in guerra aperta. Ieri, dopo avere appreso della “chiusura” delle scuole superiori siciliane per scaricare i mezzi di trasporto, il direttore dell’Usr, Stefano Suraniti, aveva diramato un comunicato stampa di fuoco in cui accusava senza mezzi termini il governo regionale sostanzialmente di tre cose: avere sacrificato l'istruzione sull’altare di problemi (i mezzi di trasporto affollati e potenziale veicolo di contagi) che non dipendono dalla scuola, di non avere provveduto per tempo, nonostante il lavoro delle scuole e i dati comunicati con largo anticipo, a potenziare il sistema di trasporto pubblico in vista della seconda ondata di contagi, di non avere rispettato la normativa che prevede, in caso di interventi sulla scuola, un preventivo incontro con l’Ufficio scolastico regionale per concordare il da farsi. “L'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia – scrive Suraniti – avendo appreso da notizie della stampa dell'adozione di decisioni sulla chiusura delle scuole del II ciclo, ha convocato urgentemente per il 23 ottobre il tavolo regionale previsto dal Piano scuola del 26 giugno e dal Dpcm del 18 ottobre 2020, che ne prevede la consultazione”. E prosegue: al tavolo “è emerso quasi all'unanimità che la scuola non poteva essere penalizzata per i mancati interventi sul trasporto pubblico”, perché “l'Usr ha acquisito e inviato nel mese di luglio i dati sugli studenti pendolari all'assessorato ai Trasporti, al fine di porre in essere gli interventi di competenza”. Inoltre i contagi a scuola, 627 tra gli alunni, coinvolgono appena lo 0,019 per cento della popolazione scolastica. Non tralasciando due aspetti importanti: la nuova ordinanza di Musumeci intacca “l'autonomia scolastica e la flessibilità organizzativa delle istituzioni scolastiche, che già alternavano per il II grado attività in presenza e a distanza” e “il breve preavviso non consentirà alle istituzioni scolastiche di intervenire tempestivamente e di organizzarsi al fine di rendere fruibile immediatamente per tutti gli studenti la didattica a distanza”. Immediata era arrivata la replica dell'assessore alla Salute Ruggero Razza: "Il governo nazionale vuole misure ancora più drastiche delle nostre". Stamattina la risposta dell’assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla: “Venendo a conoscenza del comunicato diffuso dall’Ufficio scolastico regionale, non può che richiamarsi l’estensore – scrive Lagalla – al rispetto delle prerogative proprie del decisore politico regionale e all’adozione di comportamenti coerenti con il principio di leale collaborazione istituzionale. Premesso che non si mancherà di rappresentare tale inusuale condotta presso il governo nazionale, si vuole rilevare come l’ordinanza del presidente della Regione preveda la temporanea chiusura delle scuole superiori e il ricorso sostitutivo alla didattica a distanza quale conseguenza delle vincolanti indicazioni del Comitato tecnico-scientifico regionale, a seguito del critico innalzamento della capacità diffusiva e dei contagi da Covid-19”. Lagalla addebita alla Conferenza Stato-Regioni il mancato intervento sul sistema dei trasporti, sottolineando che è stato più volte “sollecitato” dai governatori. E precisa che venerdì alle 14 Suraniti è stato avvertito dell’imminente intervento sui licei. La Cisl Scuola interviene pesantemente sulla questione. “Usare i problemi per alimentare sterili polemiche – polemizza Francesca Bellia – oggi è da incoscienti. Si attendono indicazioni precise su cosa fare sa domani". “Grave errore sospendere la didattica in presenza”, dice Adriano Rizza, a capo della Flc Cgil regionale. “La sospensione dell’attività didattica in presenza nelle scuole superiori e nelle università siciliane rappresenta una grave errore, una sconfitta per tutta la società civile, per i cittadini, i dirigenti scolastici, il personale docente e Ata e gli studenti, soprattutto quelli più deboli e disagiati, che ancora una volta saranno privati del sacro santo diritto all’istruzione garantito dalla nostra Costituzione. Ma sarà soprattutto la grande sconfitta di una classe politica regionale – aggiunge – che non è stata in grado di prevenire e affrontare quelle criticità che erano altresì note a tutti, come il tema dei trasporti, dove si poteva e si doveva intervenire con forza e determinazione già dalla fine dello scarso anno scolastico, quando ancora era tutto possibile”.