28 giugno 2018 - 09:48

Roma, quando l’Appia Antica diventa d’autore

Il restauro della tenuta di Santa Maria Nova, i film girati nella tenuta e la mostra fotografica «Self-Portrait» fino alla fine di settembre

di Maria Rosaria Spadaccino

shadow

Lo sguardo stupefatto del soldato delle truppe di liberazione che entra a Roma dalla via Appia Antica accanto ad un malconcio Marcello Mastroianni, «e io pensavo che Roma fosse una città». C’è anche questa scena dal film «La Pelle» di Liliana Cavani nel contributo audiovisivo che mostra i film più belli ambientati tra verde e reperti. Ci sono il cinema, la fotografia e la bellezza assoluta dei luoghi ad incorniciare il restauro definitivo della tenuta di Santa Maria Nova, una delle più vaste della campagna romana contigua alla più nota Villa dei Quintili. «Oggi restituiamo alla città e all’Appia Antica uno dei suoi gioielli più preziosi - spiega Rita Paris, direttrice del Parco archeologico - È un risultato importante per noi che lavoriamo senza avere ancora degli uffici, siamo riusciti a fare sistema e a restaurare completamente il monumento, valorizzando particolarmente la parte medievale».

La torre medievale

L’intervento, firmato dall’architetto Maria Grazia Filetici restituisce una struttura recuperata in tutte le epoche storiche, fino alla preziosissima torre medievale, che mostra le mura a scacchiera, «probabilmente con i colori dei Sanguigni, dal nome famiglia proprietaria», spiega Filetici. Il sito archeologico di S. Maria Nova è stato acquistato dal produttore cinematografico Evan Ewan Kimble, dal 2008 sono iniziati i lavori di scavo e recupero da parte della soprintendenza archeologica. E da oggi ad accompagnare il nuovo monumento c’è la mostra «Appia. Self-Portrait. Il mito dell’Appia nella fotografia d’autore», un omaggio dei più grandi fotografi e del cinema alla «Regina Viarum». Così c’è lo scatto di una splendida Sofia Loren mentre fa il pic nic durante una pausa set, poi ci sono foto storiche dall’archivio Alinari e dall’istituto Luce, l’ombra lunga di Milton Gendel nel suo «Autoritratto», la villa dei Quintili vista con gli scatti di Marco Delogu. «Le fotografie esprimono la forza dell’Appia e la potenza del suo paesaggio e la storia dei suoi monumenti, c’è un percorso da seguire, ma abbiamo anche scelto di lasciare libero il visitatore di farsi il proprio personale», conclude Paris.

La rassegna cinematografica

Tra le foto in esposizione c’è la mappa del catasto Alessandrino (1660), ed in fondo l’estensore indica come «anticaglie» reperti presenti anche sullo sfondo della foto di Gendel. Meno di quattro secoli dopo le «anticaglie» sono, «monumenti completamente recuperati e di proprietà dello Stato e sono per la collettività un vasto patrimonio da conoscere», conclude Paris. La mostra ha anche un’appendice cinematografica che racconta la passione del cinema per l’Appia antica. C’è «Accattone» di Pasolini, ci sono gli emarginati del Neorealismo, «Che fine ha fatto Totò baby» e il sarcasmo della commedia all’italiana, ma anche la «Dolce vita» e «L’intervista» di Fellini. Ma le feste non sono finite: dal 5 al 15 luglio torna «Dal tramonto all’alba», festival di musica e cinema a Cecilia Metella e alla villa dei Quintili.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT