10 ottobre 2018 - 07:15

Ater e Piani di zona, «un sistema criminoso negli uffici del comune»

Nei brogliacci della Finanza il ruolo di dirigenti capitolini che intervenivano a piacere sulle convenzioni edilizie

di Fulvio Fiano

Ater e Piani di zona, «un sistema criminoso negli uffici del comune»
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Un sistema criminoso» basato sulla «connivenza tra il comune di Roma ed operatori del settore». Esplorando l’infinito dell’edilizia convenzionata il Nucleo tributario della finanza chiede al pm Francesco Dall’Olio di prorogare l’ascolto dei telefoni degli indagati. Era il 2013, molti di questi ricoprivano allora ruoli di vertice negli uffici pubblici e dai brogliacci nasceranno le indagini su Ater e Piani di zona che ancora oggi producono effetti.

Ad esempio, Antonello Fatello, capo dell’ufficio concessioni edilizie in Campidoglio e già accusato di corruzione in altre inchieste, si interessava in prima persona dell’acquisto di una casa Ater da parte del figlio di una dipendente del Mef. «Entro fine settimana arriverà a casa per posta il certificato di svincolo per la vendita. Se più urgente lo possono ritirare direttamente all’Ater», gli comunica un collaboratore. Notizia che Fatello inoltra esultante alla dipendente Mef: «....fatto!!!!».

Ai figli pensava anche Antonio Sperandio, dirigente della Regione Lazio con delega all’edilizia agevolata. Sul telefono intercettato della moglie, la figlia comunica ai genitori di aver «ottenuto il contenuto della delibera per la realizzazione di nuovi alloggi a Tor Pagnotta», in base alla quale ha individuato un appartamento che le piace all’incrocio tra Laurentina e Ardeatina. La ragazza provvede a inviare via e-mail al padre il provvedimento del comune con l’indicazione dei lotti.

Al di là di eventuali responsabilità penali ancora da accertare, emerge una trattativa «all’impronta» sulle convenzioni edilizie tra dirigenti e costruttori. Ancora in Regione, il responsabile delle politiche abitative, Luciano Castaldi, parla con un’inquilina del consorzio Vesta: «da quello che ho capito c’è un 15% di errore nei prezzi, ma tanto il risultato dovrebbe venire. Fermo restando che poi si potrebbe fare una leggina e vendere tutto dopo 10 anni».

In Campidoglio, invece, Marcello Andreangeli, anche da pensionato, indirizza le decisioni dell’ufficio. In un caso chiama Agostino Paradisi (dirigente del dipartimento programmazione e attuazione) per fargli avere via fax, in ufficio, il verbale di una bozza di una concessione edilizia. Paradisi, annotano i finanzieri: «si raccomanda di apporre sul documento la dicitura “non protocollare”». In un’altra circostanza, Andreangeli contatta Paradisi per il rilascio di un permesso a costruire. Un documento ufficiale, dunque, ma sul quale il pensionato è pronto a intervenire: «Passo lunedì in ufficio e se serve modifico il verbale». Poi, in un lapsus di sincerità ammette: «Sui prezzi di cessione scoppierà un casino». Una previsione azzeccata: è cronaca di oggi il faticoso tentativo di riordino delle concessioni in Campidoglio e la protesta di migliaia di proprietari che hanno venduto casa in buona fede e ora si vedono chiedere indietro ingenti somme per i calcoli gonfiati. Nei giorni scorsi hanno incontrato anche il ministro Toninelli.

Sono sette i dirigenti capitolini che ricorrono nelle indagini sui singoli Piani di zona, più alcuni impiegati. Il pm Dall’Olio sta via via stralciando le loro posizioni per farne un fascicolo unico da mandare a giudizio. Tra questi spicca per spregiudicatezza Luciano Mancini, capo del IX dipartimento, che «autorizza puntualmente ad assentarsi, pur risultando presente», un suo sottoposto che gli sbriga le pratiche extra ufficio. Con quest’ultimo parla di assegni da 9mila euro ricevuti in ritardo da un cliente: «da ora in avanti — concordano — solo contanti» per una più immediata e sicura riscossione.

Attivissima anche la dirigente Carla Caprioli, che dagli uffici della attuazione urbanistica aggiorna Mario Lilli (deceduto, la sua coop è a processo) sull’iter delle procedure e viene pressata per i prezzi fissati: «Così non riusciamo a costruire. A San Basilio hanno fatto le case con i pannelli di paglia». Lo stesso Lilli dà mandato a un suo dipendente di «raccogliere informazioni» al ministero delle Infrastrutture. Poi cerca di avvicinare l’assessore Marco Corsini (giunta Alemanno).

«Per anni, in spregio a ogni principio di legalità, è stata aggravata l’emergenza abitativa», dice l’avvocato Vincenzo Perticaro, che assiste gli inquilini raggirati e ha intascato da poco un altro rinvio a giudizio. Si tratta stavolta dei rappresentanti della Cirf srl, accusata di truffa nel piano di zona B0rghesiano Pantano.

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