20 maggio 2020 - 08:29

Coronavirus a Roma, i genitori: «Aprite i parchi giochi vigileremo sui bimbi»

Da Villa Ada all’Appio fino alla Caffarella non sono state ancora riaperte le aree ludiche per i più piccoli. Motivo? Non si riesce nell’immediato a garantire la sicurezza con pulizia accurata dei luoghi. Ma i genitori rilanciano e chiedono al comune di dare fiducia

di Erica Dellapasqua

Coronavirus a Roma, i genitori: «Aprite i parchi giochi vigileremo sui bimbi»
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Un bimbo si arrampica sullo scivolo, un altro gattona sotto la casetta. «È complicato tenerli lontani quando sono così piccoli», sospira dietro la mascherina Raffaella Mennella, che ha l’aria sfinita di chi le ha provate tutte. Lei e altre mamme, ai giardini di via Carlo Felice a San Giovanni, cercano di contenere i bimbi. Li bloccano ma subito loro scattano verso gli scivoli. «Non abbiamo altri parchi così vicini - dice Raffaella -: disinfettare tutto sarebbe impossibile, servirebbe un addetto che li mantiene sempre puliti, io preferirei che li aprissero e poi regolarmi io, evitando assembramenti e pulendo col mio spray». La Raggi non riaprirà i giochi dei bambini perché, ha ammesso, non è possibile sanificare tutto nell’immediato.

Del resto già prima di questa emergenza tantissime aree verdi erano chiuse, per degrado e incuria, e dunque inutilizzabili. «Nulla di nuovo, i bambini restano gli ultimi a cui pensiamo - ha il tono dispiaciuto Anna Di Carlo, che non può più portare i nipoti ai giochi di Villa Lazzaroni all’Appio -: avrebbero dovuto pulire mentre era tutto chiuso». Più in là un’altra nonna, Maria Luisa Pasquali, sa che a volte qui i bambini le altalene le usano comunque, che insomma qualche genitore anche se non si potrebbe, ma lei di certo no: «Non mi fiderei, vorrei prima vedere tutto pulito». Alla Caffarella, altro parco molto frequentato, i vigili stanno proprio aggiungendo nastri gialli a quelli caduti o dove non c’erano: con la nuova ordinanza della sindaca, spiegano, ogni genere di attività ludica deve essere inibita, anche i pali di legno. I nastri cadono, o li sciolgono, pure a Villa Ada. Vicino al lago, in realtà, è rimasto ben poco: un’altalena, uno scivolo e un dondolo. «Qui il parco è enorme e se ne può fare a meno - distingue un papà, Fabio Asprea -: noi però a Pietralata abbiamo solo un piccolissimo spiazzo coi giochi, chiusi, quindi è diverso». A Colle Oppio tutti attorno alla fontana: «A piazza Dante solo giochi senza parco - vede il lato positivo Sara Bruni - qui facciamo altro e forse è meglio, scoprono più cose senza focalizzarsi solo su quelli!».

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